sabato 29 dicembre 2012

Il mio san Silvestro

       Non faccio serate di San Silvestro da circa quarant'anni, penso. Da qualche parte ho letto che c'è chi le ritiene "un po' meno allegre di un funerale". E mi unisco a lui.
       Per parte mia, lavoro, poiché penso che, nella serata più stupida dell'anno, occorra essere seri, e distinguersi. Per divertirmi e gozzovigliare, preferisco il 2 novembre, il giorno dei morti. Almeno sono certo che sia la mia festa, e quella dell' "umanità" in generale...
       Se ho voglia di sentire un po' di musica, faccio girare sul CD Canzone di notte n° 2, di Francesco Guccini, di cui estrapolo alcuni passi, che suggerisco come spunto di riflessione ai "forzati della festa" della notte di Capodanno (pensare, dopo tutto, non fa mai male, ammesso e non concesso che ci si riesca...):



E l' eco si è smorzato appena
delle risate fatte con gli amici, dei brindisi felici
in cui ciascuno chiude la sua pena,
in cui ciascuno non è come adesso da solo con sé stesso
a dir "Dove ho mancato, dov'è stato?",
a dir "Dove ho sbagliato?"

Eppure fa piacere a sera
andarsene per strade ed osterie, vino e malinconie,
e due canzoni fatte alla leggera
in cui gridando celi il desiderio che sian presi sul serio
il fatto che sei triste o che t'annoi
e tutti i dubbi tuoi...

Ma i moralisti han chiuso i bar
e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori:
è bello ritornar "normalità",
è facile tornare con le tante stanche pecore bianche!
Scusate, non mi lego a questa schiera:
morrò pecora nera! 
    

 Ben deciso a fare mio il precetto finale gucciniano, auguro a tutti buon Capodanno...
                                                                               Piero Visani

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