martedì 26 febbraio 2013

Le jeu avec le feu

       La vita è come lo sport: se si rimane fuori allenamento, o se si passa da una pratica sportiva all'altra, le conseguenze possono essere spiacevoli, o comunque difficili da gestire.
       Prendete il mio caso: dopo un lungo periodo di pratica giudeocristiana, fatta di divieti, rinunce, mortificazioni, rifiuti e repressioni varie, mi ritrovo da poco in una situazione nuova e decisamente diversa, caratterizzata da una temperie che non assomiglia in alcun modo alla precedente. Ne sono lieto, ovviamente, ma sono fuori allenamento...
       Abituato a un cumulo di "no" e di "ALT" alto chilometri, a digressioni, limiti, rapporti convenzionalmente definiti di amicizia e fatti di niente, o di scelte di comodo, o di piccoli profitti, o di trastulli per momentanei vuoti esistenziali su altri versanti, una volta rientrato in una dimensione di normalità (in tutti i sensi...), mi trovo in difficoltà. Uscito da un lungo periodo trascorso di fatto in una realtà analoga a un collegio di suore irlandesi, stento a riambientarmi nel mondo normale, con il quale ho perduto familiarità.
       La cosa può fare sorridere, ma vi assicuro che è assolutamente vera. E' incredibile la velocità con cui l'anormalità diventa normalità e io avevo perso da troppo tempo il contatto con la realtà per rendermi conto del fatto che stavo vivendo in un universo alla rovescia. Ne prendo atto ora, e lo faccio gioiosamente e giocosamente. Sono stato in una "casa Magdalene" (cfr. l'omonimo film di Peter Mullan) e troppo tardi me ne sono accorto... Per fortuna, lo scenario che vedo aprirsi davanti a me assomiglia di più a Le jeu avec le feu, di Alain Robbe-Grillet. Inutile dire che lo preferisco di gran lunga, ma posso aggiungere che è stato comunque interessante fare un'esperienza tra i repressi e le repressioni. Da non ripetere, ovviamente... La vita è troppo breve per poter essere vissuta a metà, obbedendo a regole poste da altri. Voglio trasgredire, sempre e comunque. La virtù può attendere. Il senso del limite neppure lo conosco. E le amicizie asessuate, quelle poi...

                                                         Piero Visani

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