venerdì 8 marzo 2013

Consigli d'amica - 2

       Tra i vari consigli che la mia amica citata ieri in un altro post mi ha dato, almeno uno può essere riferito qui. Suonava così: "ti senti in pace con la tua coscienza, per quello che hai fatto e per come l'hai fatto? O hai delle recriminazioni? E, se ne hai, ti indurrebbero a tornare indietro?".
       La mia risposta è stata complessa e articolata, ma ho avuto la di lei benedizione: "hai difeso la tua dignità, anche se ti è costato molto e, ora che il tempo ha sanato le lacerazioni più gravi, penso che tu sappia che non potevi fare diversamente. Se due persone non si intendono, non si intendono. Non si può rimanere troppo a lungo in mezzo al guado, e tu ci eri già rimasto anche troppo. Quando non si va avanti, si va indietro. E tu, da quanto tempo avevi cessato di andare avanti? Inoltre, che cosa ti resta di tutto questo, se non che una orribile sensazione di vuoto? I rapporti umani vanno chiusi, quando non sono o non riescono a diventare niente. Noi ci amiamo ancora, perché siamo stati tutto, perché abbiamo sviluppato una relazione matura. Ma a cosa ti serve, se non che a soffrire inutilmente, un abbozzo di rapporto destinato a non andare da nessuna parte? Hai fatto benissimo. Vai per la tua strada, il resto verrà da sé; ricordati di chi sei e come sei. Pensa a noi: ci amiamo ancora, e ci ameremo sempre, perché non abbiamo fatto le cose a metà, né a un terzo o a tre quarti. Se uno non va bene, meglio, mille volte meglio chiudere".
     Penso a tutto questo mentre traverso il centro di Torino a piedi, sotto una pioggia fredda, ma infinitamente lustrale. Le pioggie lustrali fanno bene, perché non piovono sugli impermeabili - Paolo Conte mi perdoni... - ma proprio sull'anima. E la purificano, la liberano dai dubbi e dalle incertezze residue.

                      Piero Visani
     
     

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