venerdì 15 marzo 2013

OSINT

       Mi interesso di OSINT (acronimo che sta per Open Sources INTelligence) dalla notte dei tempi. E ne sono diventato un esperto da quanto esiste la Rete.
        Non potete immaginare quante informazioni si possano dedurre da Internet. Se amate gli indizi, chiedetevi come mai io non abbia un profilo Facebook e per quale ragione su quello Linkedin - indispensabile a livello lavorativo - non compaia la mia fotografia. E chiedetevi pure come mai, se digitate "Piero Visani" su Google Immagini, non compaiano foto mie, ma quelle di un mio omonimo elvetico. Chiedetevelo...
       Credo che Mark Zuckerberg abbia inventato Facebook non solo pensando di fare leva sulle debolezze umane, ma anche per la gioia di molti "grandi fratelli", di varia natura e specie.
        Giorni fa, intorno alle 14, un mio partner di lavoro mi ha fatto i nomi di due soggetti, residenti in un Paese lontano, sui quali desiderava informazioni. Alla sera, gli avevo posto un mano un dossier completo, con curriculum vitae et studiorum, occupazioni passate e presenti, foto dei medesimi, delle mogli, dei figli, dei luoghi visitati; con informazioni sugli hobbies. Volendo approfondire un po' la ricerca, si potrebbe andare anche sulle propensioni sessuali, le parafilie (entrambe le cose sono comunque già attentamente monitorate da Google) e magari pure le amanti.
       E' molto utile. E' anche triste e terribilmente inquietante, pur se è consolatorio scoprire che "le vite degli altri", il più delle volte, sono - almeno in apparenza - fin troppo simili alle nostre, nonché infinitamente povere, nei loro valori portanti. Prive di qualsiasi spessore culturale, di qualsiasi substrato etico o filosofico, zeppe di errori ortografici, manichee nella misura in cui dividono il mondo in "bello" e "brutto", gravide anzi direi onuste di un falso entusiasmo di cui non troviamo riscontro nella realtà "reale", ma solo in quella virtuale, dove - chissà come mai - sono tutti felici, sovraeccitati e ci raccontano le loro passioncelle per prodotti e sciocchezzuole varie. Esibizionisti incapaci di definirsi come tali, ciò che li renderebbe rispettabilissimi, peraltro, ma cui manca loro il coraggio di essere compiutamente tali. Esibizionisti e conformisti. Da villaggio nudista, per certi versi.
       Come soggetto di natura fortemente speculativa, mi chiedo per quale ragione il mondo sia stato fatto diventare una "piazza grande" di dimensioni planetarie. E non ne traggo conclusioni incoraggianti. Il "governo globale" vuole tutto globale, e vuole sapere tutto di tutti. Davvero Mark Zuckerberg ci voleva più liberi? Suvvia, siamo seri...

                           Piero Visani


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