lunedì 4 marzo 2013

The Portrait of many Ladies

       Non mi faccio illusioni. Non sarò mai bravo come Henry James, tanto meno nello scrivere un romanzo. Tuttavia, l'idea di scrivere una serie di ritratti di donne che ho incrociato nel corso della mia vita, e che hanno contato e/o contano qualcosa (o molto) per me, mi è piaciuta fin da quando mi è venuta, cioè da ieri pomeriggio. Sto compilando un primo elenco, non troppo nutrito, riservato solo a poche elette (mi perdoneranno le eventuali escluse, voglio bene anche a loro).
       L'impianto del lavoro non sarà di tipo romanzesco, ma biografico e autobiografico. Dopo i ritratti, passerò ad un'impostazione di tipo psicologico e sociologico, cercando di capire quali siano stati i fattori che mi hanno portato ad intendermi con alcune, a non comprendermi (in misura più o meno marcata) con altre, ad amarle forse tutte (in forme ed intensità diverse). A non essere amato forse da tutte e ad essere incompreso certamente da tutte.
        Non so ancora se lo pubblicherò, questo lo vedrò strada facendo. Sarà il mio personale omaggio alle donne della mia vita. Ho voluto bene a tutte. Alcune se ne sono accorte, e ne sono state liete; altre se ne sono accorte, e se ne sono (più o meno) preoccupate; altre ne sono state edotte, e ne hanno avuto paura; altre ancora non se ne sono neppure accorte. E buon per loro.
      Sarà un bel modo per ricostruire alcuni momenti topici della mia esistenza e il taglio autobiografico che intendo dare al tutto mi assisterà, è un tipo di scrittura che mi si addice. Se mai dovessi pubblicarlo, per qualcuna potrebbe addirittura essere una rivelazione...
       In verità, invecchiando, forse un intellettuale cerebrale e sfibrato come me viene assalito dal desiderio di confessarsi e, poiché sa che nessuno lo ascolterà, preferisce autonarrarsi. Del resto, la mia vita interiore è assai più ricca di quella relazionale e sociale. Inoltre, al di là di qualche momento felice come quello attuale, le donne non hanno mai avuto un influsso granché benefico su di me. Non ci capiamo proprio, in genere. Mi pare giusto dunque approfittare di una congiuntura favorevole come la presente per scrivere senza intingere inconsapevolmente la mia penna nel fiele. Siccome al momento sono relativamente in pace con l'altro sesso, dovrebbe scaturirne un testo più equilibrato. Un ulteriore omaggio - l'ennesimo - che cerco di prestare all' "eterno femminino". Non mi aspetto gratitudine per questo. Ancora devo conoscere donne che siano capaci di gratitudine. Quella vera.

                                       Piero Visani

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