domenica 21 aprile 2013

Historia magistra vitae

      Uno degli aspetti più tradizionali delle crisi terminali di un sistema politico è dato dal fatto che, nel mentre agonizza in forma sempre più grave, la classe dirigente uscente non pare minimamente rendersi conto che la sua morte è prossima, più che prossima.
      La rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica costituisce il più classico esempio del fatto che "il potere logora anche chi ce l'ha", per parafrasare alla rovescia la nota formula andreottiana. In effetti, di fronte a una crisi che sta assumento ormai, sul piano economico, le forme di un crollo sistemico di inaudita gravità, l'attuale sistema politico non ha saputo dire altro (e di meglio...) agli italiani che:
 
a) esso pensa esclusivamente alla propria autoconservazione;
b) non conosce crisi di legittimità, perché l'ha persa già da tempo del tutto.
 
       Ora verrà ovviamente creato il solito governo pateracchio, che non farà niente, salvo che accompagnarci con tasse e prelievi forzosi al collasso finale. Dopo di che, ciascuno dei membri della casta, quanto meno tutti quelli che non saranno raggiunti dalla collera popolare..., decollerà verso lidi lontani, in genere i tanto deprecati (a parole) "paradisi fiscali", e si godrà una tranquilla vecchiaia lasciando noi a sguazzare nei miliardi di tonnellate di guano che ha provocato.
      Sic transit gloria mundi ed è evidente che - se non si passerà in fretta "dalle armi della critica alla critica delle armi", per citare il buon Karl Marx - certamente non ci attende altro esito che la morte per inedia o la fuga all'estero (se resteranno ancora aperte le frontiere, ma credo di sì: dopo tutto, lasciare una via di fuga agli oppositori è una soluzione politicamente scaltra).
      C'è un piccolo problema: se fallirà anche il "governissimo" (e fallirà, oh se fallirà, ve lo immaginate Hannibal Lecter che diventa, per grazia ricevuta, madre Teresa di Calcuttta....? No, ovviamente, dunque l'economicidio di massa continuerà, e si aggraverà, spingendo sempre più gente nel baratro), allora si aprirà la fase del vuoto assoluto e vedremo chi saprà riempirla.
       Pare strano che, in questa fase di totale paralisi della Vecchia Europa, a nessun potentato straniero venga il desiderio di farsene un boccone solo, visto che ormai la gran parte dei Paesi del nostro continente sono "cadaveri in cattiva salute" (dire "buona" sarebbe un'evidente forzatura). Ma forse ormai facciamo talmente ribrezzo che non attiriamo più l'interesse di alcuno.
        Non ci resta che il "si salvi chi può!", a livello individuale, o "la rivolta ideale" (per citare Alfredo Oriani), a livello collettivo.
      Dopo aver tanto "ordito" e sperimentato quanto siano intelligenti quelli che Nichi Vendola - con felicissima immagine - ha definito "gli strateghi della tattica" (un ossimoro che dimostra quanto l'uomo Vendola sia intelligente e colto) - non ci resterà che cercare di "ardire", perché altrimenti presto saremo tutti in strada a chiedere l'elemosina e, non potendola chiedere in milioni, per mancanza di introiti ci scanneremo a vicenda. State pur certi che cercheranno di scatenare l'ennesima "guerra tra poveri", perché, se incominceremo a scannarci tra noi, potremmo anche perdere di vista il vero obiettivo, che è un altro, vero...? Anche perché in politica si gode a lungo di straordinarie immunità e impunità, ma poi spesso i nodi vengono al pettine tutti in una volta, come la storia abbondantemente insegna. E possono essere dolori - seri - anche per chi non ne ha mai conosciuti.
 
                                              Piero Visani
 

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