venerdì 19 aprile 2013

Molti nemici, molto onore!

      Come i lettori (in crescita, grazie!) di questo blog molto personale sanno, io abbondo di onore, non solo e non tanto perché tengo a questo valore ormai desueto, ma perché abbondo di nemici. Nemici diretti, nemici indiretti e "nemici di ritorno". Ci ho fatto talmente l'abitudine che ormai ci rido abitualmente su...
       E' vero che la pratica della captatio benevolentiae mi è del tutto ignota, il che - in questo Paese - mi rende una rara avis, però devo altresì sottolineare che non è mia abitudine andare alla ricerca di nemici, veri o presunti che siano. In genere, mi limito a farmi i fatti miei e talora, nel farlo, suscito grandi entusiasmi, elogi sperticati e stima apparente. Niente di tutto questo mi fa lievitare di un cubito. Semmai, sorrido tra me e me per scetticismo, in quanto so bene come sia facile passare "dalle stelle alle stalle" e come, per me, lo sia più che per altri.
      Mia moglie sostiene che ho una natura dispettosa, genere "Pierino la peste", ma non sono sicuro che si tratti di un'analisi totalmente corretta. Semmai, ho una peculiarità che in Italia non è molto diffusa: se provocato, reagisco; se attaccato, mi difendo; se insultato, replico; se ridimensionato, chiarisco la mia effettiva dimensione. E soprattutto, se mi dicono: "o così o niente!", opto senza problemi per il niente, pensando ogni volta, nella mia totale ingenuità, che davvero mi fosse stata posta un'alternativa e che dunque mi fosse legittimamente possibile optare per il niente... ! Qui rivelo tutta la mia stupidità naive: "o così o niente" vuole dire, in realtà, solo "o così!" e moltissimi si stupiscono che io non solo non lo percepisca, ma proprio non me ne dia cura alcuna e opti tranquillamente per il niente. Un po' come da piccolo, in un'epoca in cui il "politicamente corretto" non era stato ancora inventato, mi dicevano: "O mangi la minestra o salti dalla finestra!" e si sorprendevano tutti - troppo spesso - per vedermi "saltare dalla finestra digiuno"...
      Per un po' di tempo, diciamo fra il 2006 e il 2010, una certa mia "sparizione di scena" mi aveva in parte messo al riparo da queste cose. Poi, a partire dalla fine del 2010, sono tornato alle vecchie e buone abitudini, penso in simmetria con un certo mio "ritorno alla vita".
       Che dire? Non dico più niente. Sono come sono, ho un mio profilo e una mia identità forti. Se non piacciono, pazienza. Se devo essere buttato via, d'accordo, mercato libero. Non c'è un obbligo di acquisto, per quanto mi riguarda. C'è semmai un impegno, da parte mia, a mantenere una certa identità di prodotto, per rimanere in metafora...
 
                        Piero Visani

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