giovedì 4 aprile 2013

Nessuno dei nostri clienti si è mai lamentato...

       La penosa farsa dei "saggi" nominati dal presidente della Repubblica per lo meno ha il vantaggio di evidenziare un fatto che sfugge forse a molti: siamo da tempo una "democrazia guidata". L'espressione è bellissima, venne inventata dal dittatore indonesiano Sukarno nei primi anni Sessanta e, all'epoca, suscitò gli alti lai delle "oche democratiche" di tutto il mondo, le quali - sdegnate come certe verginelle di lungo corso mai del tutto a conoscenza della vita vera - si indignarono molto contro una definizione così "farsesca" della democrazia.
       Poi - si sa - i tempi cambiano, le ideologie mutano e ora tocca a noi, ormai da decenni, di vivere in una "democrazia guidata" e sotto tutela (prima statunitense, poi germanica). Così assistiamo impotenti a robuste cessioni di sovranità, ovviamente fatte in nome del "bene del Paese" (no, vi prego!, vogliamo stare male, grazie...!); ci ritroviamo a dover restituire un debito che non abbiamo contratto (e perché restituirlo, poi...?); assistiamo impotenti a decisioni che passano sulla nostra testa e, se osiamo obiettare qualcosa, ci viene risposto, con aria infastidita e saputella: "E' l'Europa che ce lo chiede", il che - come minimo - aumenta i livelli di simpatia che nutriamo per questa mitica creatura, ormai diventata per noi, un tempo fervidi europeisti per totale carenza di identità nazionale, una via di mezzo fra un Moloch e un Leviatano.
      Siccome la nostra esistenza, individuale e pubblica, è totalmente eterodiretta, naturalmente ci chiediamo per quale strana ragione andiamo a votare e se, da bravi illusi, ci andiamo comunque e votiamo quello che riteniamo giusto, scopriamo che il nostro voto "non piace ai mercati". Presto capiterà, a quei pochi che potranno ancora permetterselo, che, se uno si comprerà un'auto, magari una piccola 500, dovrà chiedere la preventiva approvazione dei mercati. E sì, sapete com'è, "le magnifiche sorti, e progressive"...!
       Eccoci dunque qui a scoprire che: 1) il globalitarismo è il più perfetto e compiuto dei totalitarismi. A differenza di quelli che lo hanno preceduto, infatti, ci lascia persino votare. Poi naturalmente scopriamo, una volta terminata la farsa del "ludo cartaceo", che, se abbiamo votato come volevano i "padroni del vapore", tutto continua come prima; se, invece, abbiamo votato come piaceva a noi, il voto non è stato gradito dai mercati e quindi il Gauleiter di turno ci mette sotto tutela: di sé medesimo, di Rigor Mon(r)tis, dei "saggi". 2) I nodi stanno venendo al pettine e presto, prima del prelievo forzoso, ci sarà una nuova tornata di tasse di tutto rispetto. Ce le chiede l'Europa... 3) Il fuggi fuggi di aziende, capitali e persone è ormai generalizzato perché - d'accordo che ce lo chiede l'Europa e che "morire è un attimo" - ma, come potete ben immaginarvi, la vocazione al martirio non è diffusissima e quella al suicidio ancora meno... 4) Il disastro finale si avvicina a grandi passi. Ci avevano promesso il migliore dei mondi possibili: eccolo...!!
       Volevano darci un mondo migliore e ci hanno dato la morte. Io questa l'ho già sentita. E voi? Quanto all'Europa e ai suoi epigoni italici, loro sono tranquilli e impuniti al punto da diffondere senza problemi il famoso slogan di una nota agenzia di pompe funebri (cosa che sono, peraltro, basta leggere i giornali sul tema dei "suicidi da crisi"): "Nessuno dei nostri clienti si è mai lamentato...!". Che ne direste se, prima di aggiungerci all'elenco delle "morti eccellenti", ci lamentassimo un po', in qualunque modo ci resti disponibile?

                          Piero Visani

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