mercoledì 29 maggio 2013

Master & Commander

      Sono alcuni giorni che rifletto su un'infinità di cose. Indicazioni contrastanti mi pervengono da varie direzioni. Non ho motivi particolari per essere soddisfato, né ne ho per essere ottimista. Ma ne ho molte per essere battagliero, determinato, feroce, aggressivo, assertivo.
       Ho letto sfrenatamente, in questi giorni. Mi sono confrontato con moltissime persone, non poche delle quali mi hanno rimproverato eccessi e accessi di egoismo. Ho cercato di chiarirmi con tutte, per quanto possibile, ma ho incontrato spesso qualche difficoltà non a comunicare, ma a farmi comprendere.
       Trovo alquanto faticoso dover confrontarmi con soggetti che mi ripetono - come un mantra - che, se fossi più ordinario, sarei più felice. Come a dire: "caro Piero, se non fossi tu, saresti più felice!". Che fantastico risultato!
       Da non credere! Per prima cosa, mi chiedo: ma per quale ragione dovrei rinunciare ad essere me stesso? Sì, ho avuto problemi, incomprensioni, litigi, demonizzazioni, ma non penso che nulla sia successo in particolare per colpa mia. Con qualcuno litigo, a qualcun altro vengo a noia. Magari ne nascono contrasti, anche forti, ma poi tutto finisce. Ciascuno va per la sua strada, e buona fortuna! Non si può essere simpatici a tutti.
       Io ho imboccato una nuova strada, che in verità è la vecchia, è quella di sempre. E' la via di colui che si ama. E' una straordinaria risorsa, quando ti capita di non piacere, di non riscuotere soverchie simpatie, di dover passare un periodo più o meno lungo di solitudine.
       Sono padrone di me stesso, dei miei sentimenti, delle mie passioni. Come nel celebre dipinto di Caspar David Friedrich, Il viaggiatore sopra un mare di nebbia, sto vedendo con piacere che la nebbia sotto di me si sta diradando. Ma, nel caso in cui dovesse infittirsi, sarebbe lo stesso.




      Non ho bisogno di chiarezza. Ho molti rimpianti - è vero - ma nulla di quanto è accaduto è dipeso da me. Dunque mi sono limitato a uscire di scena come richiesto. Tutti contenti, quindi. E - piccola nota di voluta perfidia - visto che nessuno è parso mai preoccuparsi granché della mia felicità e della mia gioia, ne ho tenuto a mia volta conto, per amore di par condicio... Talvolta mi riesce di essere buono come il mio prossimo, e così riesco a produrre anch'io un po' di sofferenza. E mi sento più buono, come mi sento più buono...! Essere costantemente oggetto della infinita bontà altrui, senza poterne rendere almeno un po', fa sentire sgradevolmente cattivi, ma per fortuna io so essere non meno buono di chi mi vuole (o voleva) bene... E tutto torna in parità.
      Per il futuro, sto continuando a fare le stesse cose che ho sempre fatto, a comportarmi come ho sempre fatto, a innalzare il mio profilo più di quanto non sia già elevato. Raccolgo molte critiche e parecchio scetticismo, nonché inviti a cambiare. Tutti buoni motivi per perseverare. Per rispetto dei miei lettori, non vorrei essere costretto a recitare loro il monologo di Trainspotting... Molti si inviperiscono, vedendo che sono così. Io continuo imperterrito. Sono contro il riduzionismo e l'omologazione. Sono uno degli ultimi libertari (e libertini) rimasti. Ciao a tutti!

                                    Piero Visani
 

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