martedì 25 giugno 2013

Aforismi nietzscheani - 1 e 2

       In questa mia estate di lavoro, di meditazione, di riflessione, i miei momenti di libertà sono segnati dal pensiero. Io penso sempre. Il pensiero mi accompagna ovunque. Parlo con me stesso e mi isolo dal mondo, dove scendo solo quando ne ho voglia.
       Leggo, leggo disordinatamente, confusamente, massicciamente. Leggo e rileggo. Cerco un equilibrio interiore e lo trovo; poi però mi affanno a smontare l'edificio che io stesso ho creato, perché la mia mente è perpetuamente in movimento e non intende fermarsi.
       Leggo un aforisma nietzscheano che mi piace, che trovo conforme a me: "Chi regala qualcosa di grande non trova riconoscenza, perché chi lo riceve ha già troppo peso nell'accettarlo".
       A me è capitato molto spesso - io credo - di regalare "qualcosa di grande", spendendo tutto me stesso. Non ho mai trovato riconoscenza e mai la troverò. Ma la colpa è precipuamente mia. Io spero sempre di trovare persone che condividano con me la voglia di dare. Spesso, purtroppo, incontro soggetti che hanno certamente una voglia grande, ma di prendere, non di dare.
       Sono andato incontro a gravi disillusioni, da quel punto di vista, ma come rifugio mi resta me stesso. Io mi trovo molto bene con me: trovo un interlocutore molto acculturato, che condivide le mie stesse passioni, che ama l'analisi approfondita, che sa spaziare sui temi più diversi, che è totalmente disinteressato, nelle cose che fa. Io non mi tradisco, non mi deludo, non mi prendo in giro, e dunque riesco a volermi bene. Ho capito che devo centellinare al massimo i miei contatti con il mondo esterno. Sono troppo diverso. Devo tutelarmi. Il mio piano di realtà è assai diverso da quelli correnti. Rischio di essere coinvolto in troppi giochi al massacro e di vedermene addossata la colpa. Per mia fortuna ho le spalle larghe, larghissime, e rimango in attesa di nuove opportunità, come sempre ispirate al più totale disinteresse.
        So cosa vuol dire passare - anche in fretta! - dal "tesoro" al "noioso" sulla bocca dei falsi e posso chiudere con un secondo aforisma del grande filosofo tedesco: "Non che tu mi abbia ingannato, ma che io non ti creda più: questo mi ha scosso". In una parola, mi facevo più sciocco. E invece anch'io, finalmente...
 
                                 Piero Visani


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