domenica 30 giugno 2013

Californication 2

      Quando ho voglia di distrarmi, o di tirarmi su il morale, guardo qualche puntata di Californication, serie ormai giunta alla quinta stagione. A parte il fatto che personalmente mi identifico almeno un po' con il protagonista, Hank Moody, interpretato da uno straordinario David Duchovny, quello che amo della serie è la sua esasperata concentrazione sul sesso.
       Come la vita vera, questa serie ruota intorno al sesso, con la differenza che, invece che parlarne, se ne fa, in abbondanza. Sento già la comprensibile obiezione che in realtà si tratta di una semplice rappresentazione della realtà, non della realtà vera, e concordo, ma guardo con invidia alla gioia che riescono a provare i protagonisti della serie stessa, che non hanno inibizioni, che anzi dal sesso sono ossessionati e che nel sesso stesso trovano alcune risposte ai loro problemi esistenziali.
       Non sarò io, in nessun momento, ad affermare che lo spirito non sia importante, ma anche la carne lo è, perché la sua funzione è catartica e consolatoria. Ciascuno di noi può avere avuto vite diverse, diversissime, ma io ritengo che il sesso illumini le nostre esistenze individuali quasi quanto l'amore. Per me, l'amore le illumina ancora di più, ma l'amore senza il sesso è in realtà una costrizione terribile, uno sforzo immane, il tentativo di svuotare il mare con un cucchiaino. Il sesso, a sua volta, è liberatorio e, se il sesso senza amore talvolta può essere molto algido, potrei citare casi in cui almeno una profonda tenerezza reciproca è nata attraverso il sesso, mentre conosco un'infinità di casi in cui la mancanza o la scarsa frequenza del sesso ha fatto finire un amore.
       Californication è spesso ai limiti dell'animalità, nella sua esasperazione sessuale, ma noi siamo sicuri - come esseri umani - di non avere al nostro interno una forte componente animale? Quanto ci devasta, a tutti i livelli, vivere un'esistenza da inibiti, in mezzo a divieti, repressioni e anche autorepressioni? Siamo più uomini, più donne, comportandoci così?
        Ogni tanto mi interrogo su quanta vita ho perduto, a causa delle repressioni e, quando lo faccio, mi sento travolgere dalla tristezza, ai limiti della depressione. Quanto sarei stato più felice se, ogni volta che me ne è capitata l'occasione, avessi potuto andare avanti e non fossi stato respinto indietro? Ero un violentatore? Non direi. Un maniaco? Non direi. Un sex addict? Tanto meno. Cercavo una goccia di felicità, dovunque e comunque la si potesse trovare. Ho spesso trovato solo negazione e - lo sottolineo con tutto il vigore possibile - non solo negazione sessuale, ma negazione di tutti i tipi: negazione sentimentale, negazione relazionale, negazione comunicativa, negazione psicologica. Negazione, solo negazione, non so nemmeno dire dovuta a che, visto che mi pare di essere una persona molto educata e rispettosa.
       Il risultato è che le donne che ricordo con maggiore tenerezza sono in definitiva quelle con cui ho fatto sesso, magari anche solo per una sera. Siamo stati veri, magari per un'ora. Ci siamo voluti bene, magari per meno di un'ora. C'è stata verità, tra noi, non infingimenti. C'è stata comunicazione bilaterale, dialogo, non repressione sociale. Abbiamo vissuto e, se ci siamo lasciati, possiamo dire di aver condiviso tutto, o quasi. Non niente di niente. Non siamo stati amici, siamo stati compagni di letto, che in genere è di più, molto di più. Diffidate sempre di tutte le donne che vi vogliono solo come amico. Preparatevi alla fuga.
       Come ho già avuto modo di scrivere, se uno incontra, anche casualmente, una donna con cui ha fatto sesso, il clima che si crea - poco importa se ci si è lasciati bene o meno - è sempre di grande tenerezza, una tenerezza che è impossibile con quelle con cui non l'hai fatto, dove subentrano imbarazzi, diffidenze, senso tragico di incompiutezza, visto che c'è stata una montagna di pulsioni represse
        Californication mi restituisce - ovviamente sovrarappresentato, questo lo so bene, visto che dovrei essere un esperto di comunicazione... - un mondo ideale, dove il sesso non è un tabù, ma una componente primaria dell'esistenza. Per chi, come me, ha sempre dovuto lottare per distruggere totem e tabù, vedere una puntata di quella serie è una boccata di ossigeno. Lo so che la realtà è diversa, ma la realtà io la odio dal profondo, quanto meno la realtà che mi tocca spesso di conoscere. Però posso dire - a consolazione di tutti coloro che, come me, sono costantemente alla ricerca del "vivere di più" - che non sempre, per nostra fortuna, ci si imbatte solo nel proibizionismo. E così si trova un po' di linfa vitale...
 
                        Piero Visani

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