martedì 23 luglio 2013

In ballo

      Passo dopo passo, sto entrando in gioco. Molto prudente, molto attento a leggere i messaggi e sopratutto i segnali che mi vengono dalla mia interlocutrice. Siamo già andati fino in fondo, questo sì, ma il problema in questo caso sono io.
      Dopo essere "passati attraverso", ora sarebbe tempo di "andare oltre", ma preferisco essere estremamente prudente. Il dialogo è al momento tutto via mail. Avremmo potuto accelerare, dopo il nostro primo incontro, ma occorre che io capisca se è stata una classica one night stand o qualcosa di diverso. E, nella seconda ipotesi, a che cosa prelude...
       Ho una grande paura di soffrire. Il sesso non fa soffrire. Il coinvolgimento umano, intellettuale, spirituale, empatico, fa soffrire, e molto. Porto ancora addosso i segni della mia disgraziatissima esperienza precedente, e non vorrei in alcun modo ripeterla. Un rapporto sessuale chiarisce certi aspetti, ma ne complica altri. Dove andare, e come? I nostri corpi si sono conosciuti, ma le nostre anime?
       Vorrei capire con che tipo di donna sto interloquendo. So di lei alcune cose essenziali, ma troppo poco altro. Se storia di sesso deve essere, che sia, ma tale rimanga, per quanto volte lo si voglia fare. Ma, se deve essere altro, il dubbio che mi assale è che io sia pronto. La misoginia in questo momento mi divora, come credo capiti a tuttti coloro che sono stati feriti nel profondo da una donna. Una ferita, per quanto grave, si sopporta. Ma due, riuscirei a reggerne due?
        Non credo proprio, e questo mi rende prudente e incredibilmente diffidente. Questa persona mi scrive, è gentile, tenera. Ma - mi chiedo - che cosa vuole da me? Mi vuole ferire? Odia gli uomini e ha scelto anche lei me come bersaglio? E perché proprio me? Che io sia diventato l'obiettivo di tutte le donne che ce l'hanno a morte con i maschi?
       Cerco di essere dialettico, sereno, gentile, ma devo superare le mie remore. La situazione, in apparenza, è esattamente inversa alla mia esperienza precedente, nel senso che siamo stati tutto subito. Tuttavia mi chiedo: il sesso è tutto? So bene che non è così, ma lo sapevo anche prima e non sono certo finito in mezzo ai rifiuti perché cercavo sesso, tanto più che non lo cercavo.
      Quello che mi frena è evidente: se sviluppo una forma di empatia con una donna, ambirei che andasse oltre a bizzarrie, cambiamenti repentini di umore, alti e bassi della considerazione nei miei riguardi. Non vorre trasformarmi, nel giro di poco tempo, da "santo laico" a "criminale di guerra", da "amico impagabile" a persona cui si rifiuta il benché minimo dialogo.
        La voglia di lanciarmi in un volo senza rete c'è, come sempre, ma sono un paracadutista ferito, un uomo che non vorrebbe in alcun modo ripetere un'esperienza orribile.
        Di conseguenza, mi affido alle mie capacità dialettiche, alla mia voglia di introspezione, alle mie curiosità. Forse la cosa migliore sarebbe che le raccontassi tutto, per farle capire il mio piccolo dramma, ma ci vuole grande fiducia nell'altro per raccontare un insieme di sensazioni così private. E allora navigo a vista, facendomi trasportare dall'istinto. Non è mai stata una delle mie doti principali, l'istinto, ma sono sorretto dal mio amore per il rischio e dalla constatazione che difficilmente ripeterò un'esperienza così abominevole come la precedente. Devo sperare nella buona sorte. E' quello che sto facendo. E poi io amo azzardare, buttare il cuore oltre l'ostacolo...
 
                          Piero Visani

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