venerdì 16 agosto 2013

Stimoli della mente e del cuore

       Sto attraversando una fase di grande creatività e scrivo a getto continuo. Temevo che alcuni atteggiamenti ostili e ostativi mi potessero danneggiare, rinchiudendomi nel campo delle recriminazioni fini a se stesse, ma, per una serie di circostanze tanto fortuite quanto fortunate, il mio flusso emotivo non solo non si è interrotto, ma si è arricchito.
       Vengo da una lunghissima fase di comunicazione unilaterale, di monologhi, di tentativi - falliti - di riaprire un dialogo. Il caso ha voluto che trovassi finalmente una voce, una voce che sa parlare e sa ascoltare, e la cosa ha avuto su di me un effetto positivo, quasi elettrizzante.
       Già adrenalinico di natura, oggi mi sento ancora più tale e la mia mente corre, corre più veloce che mai, traversa temi e situazioni, e trova nello scrivere non un rifugio, com'è successo negli ultimi 13-14 mesi, ma un territorio sconosciuto da esplorare e fecondare.
      Non conto nemmeno più le pagine che scrivo in un giorno, tanto sono numerose. Ma sono felice, intimamente placato. Esco da un periodo di trattamenti piuttosto sgradevoli, ma da un lato credo di averne comprese le cause e, dall'altro, ho superato il rancore, il risentimento e l'ostilità. Se una persona ti disprezza, ti è ostile e si chiude con te in un perenne mutismo, giusto fare qualche tentativo per indurla al dialogo, poi è meglio lasciar perdere. Non si può essere apprezzati da tutti. Si prende atto di tale ostilità e si guarda altrove.
       E' quello che sto facendo, a tutti i livelli, dal personale al professionale, con una lucidità mentale ed emotiva che non mi riconoscevo da tempo. Un dionisiaco non deve mai commettere il tragico errore di farsi trascinare lungo percorsi di "non vita": la recriminazione, la rinuncia, il rifiuto. Deve sempre "andare oltre", sapendo che il domani appartiene a chi è in sintonia con te, non a chi ti manifesta un sordo rancore.
       Come sempre, più di sempre, "vado" - d'annunzianamente - "verso la vita".

                        Piero Visani

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