lunedì 9 dicembre 2013

Sparsi frammenti

 Il peggiore esercizio che si possa compiere è quello di cercare di giudicare la realtà sulla base di indicazioni frammentarie e tuttavia, alla fine della prima giornata di protesta popolare, alcuni dati appaiono evidenti all'osservatore esterno. Questi sono, a mio parere:
a) le notevoli dimensioni della protesta popolare stessa;
b) l'elevato livello di insoddisfazione che si palesa;
c) il comportamento non monolitico delle forze di polizia.
E' chiaro che mille scintille non fanno un incendio ma è evidente che la situazione è molto interessante, direi promettente.
Le reboanti "sparate" di un Esecutivo forte con i deboli e debole con i forti hanno mostrato che dichiarazioni assurde come "Tolleranza zero" (con i propri cittadini, ché dagli altri si tollera tutto...) potrebbero presto rivelarsi un boomerang.
Nel mentre Renzi e Alfano si affannano verso la costituzione di un nuovo centro "medico", quale fu per decenni la DC, e mentre la piazza fa sentire il proprio peso, è stupefacente la latitanza delle opposizioni, apparentemente avviate a diventate "più realiste del re".
Sembra volersi creare una "situazione laboratorio", in cui tutti i protagonisti si muovono con criteri empirici, per disegnare scenari nuovi, dove il nuovo peraltro è tutto da inventare, mentre il vecchio è fin troppo noto...
Se dovessi suggerire qualcosa a quanti, con grande spirito civico, cercano di sollevare la Nazione contro una classe dirigente anche costituzionalmente sancita come illegittima, mi permetterei di dire: cercate alleanze esterne, di qualsiasi tipo e natura, dopo averne verificato credibilità e consistenza. Se un'Italia "stabilizzata" fa comodo a molti, e sappiamo bene chi sono, l'interrogativo principale non può che essere la sua antitesi: a chi potrebbe servire un'Italia "destabilizzata"? Quello/i è/sono il nostro naturale alleato...
 
                         Piero Visani

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