martedì 18 febbraio 2014

Pagine

       Pagine che si schiudono davanti ai miei occhi: cose nuove da scrivere, cose vecchie da ricordare. Non ho mai sofferto del classico "blocco da pagina bianca"; anzi, se vedo una pagina bianca tendo a riempirla con considerazioni personali, magari frettolose, ma spontanee e sincere.
       L'età che avanza mi ha regalato molte esperienze, di varia natura, ma la mia indole resta curiosa e naif, bramosa di vita e di realtà nuove. Sono stato scritturato in numerose "compagnie di giro" e raramente mi ha detto bene, ma ora delle scritture non mi interessa più e comunque sono decenni che sono impresario di me stesso.
       Ho raccolto stima a livello professionale, accompagnata da un certo distacco. Ho raccolto giudizi altalenanti a livello personale, ma comprendo benissimo che non potrebbe essere diversamente. Molto rispettoso delle opinioni altrui, sono peraltro assai attaccato alle mie, e non le cambio facilmente.
       Molto attento a interpretare ruoli sempre nuovi, anche in piccole pièces di autori semisconosciuti, desidero però costantemente che la scelta di ruoli e testi sia mia. Non solo mia, ovviamente condivisa, ma dove possa esprimere la mia opinione sulla parte che mi verrà assegnata. Non accetto più, da tanto tempo, ruoli precostituiti e devo dire che una scelta del genere non mi ha molto giovato, né personalmente né professionalmente, ma la mia solitudine è meno grande di quanto si potrebbe a prima vista supporre, anzi è ricca di amicizie profonde e radicate, di conoscenze ed esperienze nuovi, di un continuo mutamento di ruoli e posizioni.
       Da soggetto in continuo divenire, quale mi ritengo, porto con me sconfitte e vittorie, ma soprattutto porto con me un'idea di me stesso alla quale sono fedele, e che mi si adatta. Ho subito delle messe all'indice, com'è ovvio; mentre in altri casi sono stato io a chiamarmi fuori da situazioni che mi parevano strette o inaccettabili, ma sono molto sereno perché, in qualsiasi circostanza, ho sempre espresso chiaramente il mio pensiero e, quando non l'ho visto condiviso, ho preferito fare le mie scelte, anche molto nette.
       Ho inseguito qualche miraggio, ma ho adottato anche in quel caso la medesima tattica, in quanto preferisco di gran lunga essere "primo in Gallia che secondo a Roma". Inoltre, mi è sempre interessato dialogare fitto e farmi capire, non essere un nome e un numero telefonico su agende più o meno fitte.
       Sono comparso talvolta come un'epifania in scenari complessi e sono scomparso onusto di deplorazione, critiche e recriminazioni là dove mi si voleva far vestire "panni che non son solito indossare".
       Non ho bilanci da tracciare. Sono stato il mio personaggio, sono stato me stesso, e continuerò a esserlo, che piaccia o meno. A me piace.

                          Piero Visani

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