lunedì 3 febbraio 2014

Perché scrivo

       Ho sempre fatto lo stesso anch'io, nel mio piccolissimo. Ho scritto e scrivo per preservare, nelle cose che scrivo, le persone che ho amato e che amo, le persone che mi hanno voluto bene e quelle che non me ne hanno voluto, le donne che mi hanno dato gioia e quelle - troppe! - che mi hanno dato dolori. E poi, ma solo poi, ho scritto per me, per raccontarmi dentro una storia e per dire, con la scrittura, quello che forse, per tanto tempo, non ho saputo dire a voce. Ora ci riesco molto meglio, ma è stata una maturazione lenta e dolorosa.
       Ho scritto e scrivo nella speranza di confrontarmi con un mondo diverso da quello che è e talvolta, per farlo, l'ho raccontato a modo mio. Piccola manipolazione - se si vuole - ma manipolazione d'amore...
                                                 Piero Visani

«Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile».

Fabrizio De André.

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