giovedì 20 marzo 2014

L'amicizia

       Che cos'è l'amicizia, in quest'epoca distratta e superficiale? Sul versante dei rapporti tra i sessi, la questione è relativamente semplice: quando un uomo viene "caldamente" invitato da una donna a esserne solo "amico", ha già compreso il destino eunucoide che lo attende e può farsene una ragione: o accetta quel tipo di rapporto tra repressi, salvo magari accorgersi che, per di più, funziona pure "a tassametro", nel senso che, se è un soggetto potenzialmente utile, allora è possibile che la donna si rivolga a lui più o meno frequentemente, mentre, se è ritenuto "inutile", spesso e volentieri scompare anche dal novero degli "amici" della medesima; oppure può andarsene tranquillamente per i fatti suoi, insalutato ex-ospite. E fin qui, tutto chiaro: uno comprende la natura assolutamente "disinteressata" di certi soggetti e si mette il cuore in pace, sapendo che lui ne ha uno, di cuore, mentre lei ha altre priorità, per così dire...
       Più complesso è il rapporto tra soli uomini, dove l'abuso del termine "amico" è sempre più frequente e i contenuti dell'amicizia sempre più superficiali, vuoti, diretti solo dall'interesse. Niente empatia, niente "idem sentire", solo convergenze saltuarie di interessi, che si aprono e si chiudono con grande celerità. Non c'è niente di male in tutto questo, in quanto il mondo è da sempre mosso dall'interesse, ma sarebbe bello - direi auspicabile - poter tornare a chiamare questi rapporti "conoscenze", non "amicizie". Si restituirebbe a quest'ultima la sacralità che purtroppo ha perduto e che, per chi ci credeva, riempiva i cuori.

                                                                     Piero Visani

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