giovedì 29 maggio 2014

E lasciamo che si tocchino...!

       Una delle peggiori iatture che può essere capitata a chi - come me - è nato in un ambiente piccolo borghese e poi ha fatto qualche gradino all'insù nella scala sociale, e soprattutto per lavoro ha frequentato ambienti alto-borghesi, è stato doversi sorbire i discorsi politici della borghesia stessa, i quali - fatte salve ovviamente le dovute eccezioni - sono in genere di una pregnanza pari ad affermazioni come "non esistono più le mezze stagioni", "è una ruota che gira", "vedrai che quando maturerà capirà anche lui" (io per mia fortuna "non ho ancora capito", ma so bene di essere più stupido della media...).
       Ricordo un numero incredibile di pranzi e cene definibili - à la Antonio Conte - come "agghiaccianti, signori miei, agghiaccianti". Io tacevo sempre (voi parlereste in un porcile, e chi vi ascolterebbe...?) e mi "godevo" fantastiche geremiadi in politica estera e interna, In politica estera, sembrava di assistere a una mal riuscita partita di "Risiko": "gli americani faranno così, i russi faranno così; i cinesi, eh sì, loro sono miliardi; gli arabi ricchi, islamici e con quattro mogli" (qui veniva sempre fuori, dagli uomini, una punta di invidia...).
       In politica interna, invece, il motivo ricorrente era sempre e soltanto uno: "caro commendatore, la verità è una sola, gli estremismi si toccano. Fascisti e comunisti, stessa orribile genia. Gente senza creanza, così volgari. E poi violenti, sempre violenti" (non come voi - pensavo io - che sapete uccidere con molta maggiore raffinatezza...).
       Questa è stata la mia sofferenza di lunghi anni di incontri conviviali o salottieri. All'inizio soffrivo, ma non dicevo mai nulla. Poi, diventando prima maturo e poi anziano, sorridevo con educata degnazione, sempre senza profferire parola. Il motivo l'ho appena spiegato. Al massimo, canticchiavo tra me e me - senza venire meno alle regole della buona educazione, è ovvio - Piggies, dei Beatles.
       Mi immaginavo - questo sì - quanto sarebbe stato bello che gli estremi si toccassero e devo dire che, senza neppure troppo sforzo, qualche "conoscenza" in partibus infidelium sono pure riuscito a farmela, grazie alla "disponibilità" di "compagne" open minded...
       Ora però il problema da personale è divenuto politico, nel senso che gli anni sono passati, le vecchie contrapposizioni frontali sono sfumate e ci si è cominciato a rendere conto, ai punti più laterali dello schieramento politico (dire "estremi" non mi piace granché), che sarebbe assurdo continuare a scannarsi facendo il gioco di un nemico che ha modificato varie volte il proprio volto, ma che rimane sempre quello della concezione borghese della società, quella dove tutti i valori sono economicistici e dove vali in quanto hai, non in quanto sei.
       Ne consegue che, nel momento in cui da più parti si riflette sulla necessità di procedere alla ridefinizione del "nemico principale" (penso ad esempio alle illuminanti e condivisibilissime riflessioni di Diego Fusaro sul tema), sia infine giusto raccogliere le esortazioni dei nostri "cari amici" borghesi e andare a "toccarsi", di modo che essi - tra qualche anno, o decennio o quando sarà - possano dire: "caspita, si sono toccati, pure a fondo, e sono anche riusciti a partorire qualcosa di nuovo. E ora sono cavoli amari, per noi!"
       Non vi sembra un bel programma, uno dei migliori possibili? Magari io a quelle riunioni conviviali non parteciperò più, ma ci potrà sempre andare mio figlio (nel caso, forse improbabile, che lo invitino) e godere pure in vece mia.
      Orsù, dunque, cari estremisti di tutto il mondo, tocchiamoci e uniamoci! Che cosa c'è di più bello che far arrabbiare i "moderati", gli apologeti del denaro, dell' "ipocrisia ben nota", della schiavitù e dell'ordine (quello dei cimiteri e delle pance piene, le loro...)?

                              Piero Visani





                                                        

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