lunedì 9 giugno 2014

Brandy Station (9 giugno 1863)

       Ho già scritto, giorni fa, delle numerose riviste cui il generale "Jeb" Stuart sottopose la cavalleria dell'Armata della Virginia settentrionale tra gli ultimi giorni di maggio e i primi di giugno del 1863. Poco gradite ai soldati, faticose per i cavalli, esse piacevano però a Stuart per costruire una precisa immagine di se stesso, quella del beau sabreur, amata da molti, nel Sud, ma criticata dalle menti più illuminate.
       L'8 giugno ci fu una grande rivista alla presenza del generale Lee e, il giorno dopo, la sorpresa...
      Nei primi due anni di conflitto, in effetti, la cavalleria confederata aveva goduto di una notevole superiorità antropologica, tattica e concettuale su quella unionista. Moltissimi sudisti erano cavalieri nati. Imparavano a farlo da bambini, spesso e volentieri sapevano cavalcare anche senza sella, andavano a caccia a cavallo e si spostavano abitualmente a cavallo. I cavalli erano una parte consustanziale della società sudista, mentre nel Nord industriale, il Nord delle prime grandi metropoli moderne, il cavallo era qualcosa di poco conosciuto e meno compreso.
       Se a ciò si aggiunge che, allo scoppio della Guerra Civile, tutti i più importanti ufficiali di cavalleria dell'esercito degli Stati Uniti erano di origine meridionale e avevano optato in favore del Sud, si può ben comprendere quale fosse il divario operativo che separava la cavalleria unionista da quella confederata.
       Due anni di guerra, tuttavia, non potevano passare invano e così, nelle prime ore del mattino del 9 giugno, una forza di circa 11.000 cavalleggeri unionisti attraversò in punti diversi il fiume Rappahanock, con l'intento di sondare le intenzioni delle forze confederate. Dopo la vittoria di Chancellorsville, infatti, i nordisti temevano che le truppe al comando del generale Lee intendessero attaccare l'Unione, per esercitare una forte pressione su quanti, al Nord, spingevano per una pace di compromesso.
       L'offensiva unionista, guidata dal generale Alfred Pleasonton, colse completamente di sorpresa i confederati, distratti da troppi balli e troppe sfilate. Lo scontro si svolse nella zona di Brandy Station, in Virginia, e vide coinvolti oltre 20.000 cavalleggeri. Si trattò, senza alcun dubbio, del maggior scontro di cavalleria dell'intera Guerra Civile e, anche se alla fine i sudisti riuscirono a respingere l'incursione nordista, divenne a tutti chiaro, nel Sud, che la cavalleria unionista stava diventando un avversario da non trascurare.
       Lo stesso Stuart, pur gridando vittoria, dovette prendere atto di tale nuova e spiacevole realtà, e soprattutto dovette fronteggiare una valanga di critiche per quella che era in buona parte una conseguenza negativa della sua trascuratezza, della sua disinvolta gestione del comando, del suo soverchio amore per le donne, i balli, le parate e la costruzione della propria immagine pubblica.
         A meno di un mese dal decisivo scontro di Gettysburg (1-3 luglio 1863), Brandy Station suonò come un campanello d'allarme che pochi, nel Sud, si dimostrarono disposti ad ascoltare davvero.

                                   Piero Visani

       

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