sabato 7 giugno 2014

Lo "Shenandoah", l'ultima nave corsara confederata

       Com'è noto, una delle principali cause per cui la Confederazione sudista non riuscì a resistere alla pressione dell'Unione fu che i suoi traffici internazionali - importantissimi per un Paese la cui esistenza dipendeva principalmente dal commercio - vennero sottoposti a un blocco sempre più stretto da parte della flotta USA, che ne determinò un progressivo strangolamento.
       Per reagire a tale blocco, il governo confederato cominciò a trasformare una serie di mercantili acquistati un po' dovunque in navi atte a praticare una classica "guerra da corsa".
      Una delle unità più celebri, da questo punto di vista, fu lo SHENANDOAH, una nave commerciale britannica, inizialmente concepita per il traffico con le Indie Orientali, acquistata nel 1864, quando già le sorti della guerra volgevano al peggio per la Confederazione.
       Prodotto da un cantiere scozzese e registrato a Liverpool, lo SHENANDOAH aveva un dislocamento di 1.160 tonnellate, una lunghezza di 70 metri, una larghezza di 9,9, un equipaggio di 109 uomini. Dotato di un propulsore a vapore da 200 HP, era in grado di sviluppare una velocità di 8 nodi l'ora grazie a quest'ultimo, che salivano a 16 con il ricorso alle vele.

CSS Shenandoah


       L'aspetto più notevole era tuttavia rappresentato dall'armamento, cosa non sorprendente per una nave corsara: l'unità disponeva infatti di 4 cannoni da 203 mm ad anima liscia, 2 cannoni rigati Whitworth da 12 libbre, più altri 2 da 32 libbre, Dunque un potenziale di tutto rispetto, tale da renderla un avversario temibile per qualsiasi altra nave.
       Partito da Londra l'8 ottobre 1864, ancora sotto la denominazione originaria di SEA KING, e apparentemente diretto a Bombay, in India, per trasportare merci, lo SHENANDOAH venne raggiunto al largo dell'isola di Madera da una nave mercantile confederata, il LAUREL, salpata da Liverpool e che recava a bordo gli ufficiali, il nucleo fondamentale dell'equipaggio, l'armamento, le munizioni e i rifornimenti.
      Sotto la supervisione del nuovo comandante, il capitano James Waddell, del North Carolina, la nave venne resa operativa nel giro di pochi giorni e, il 19 ottobre, entrò ufficialmente a far parte della Marina confederata.
       Stando ai compiti che gli erano stati assegnati dal Dipartimento della Marina, lo SHENANDOAH ricevette l'incarico di disturbare il traffico commerciale unionista lungo la rotta che dal Capo di Buona Speranza conduceva in Australia e, da lì, al Pacifico settentrionale, dove operava indisturbata la flotta da pesca unionista e, in particolare, le baleniere.
       La mappa di cui sotto illustra la totale circumnavigazione del globo che venne compiuta dallo SHENANDOAH nei circa 12 mesi e mezzo della sua attività operativa:



       Dopo aver circumnavigato l'Africa, la nave confederata si diresse verso l'Australia e arrivò a Melbourne il 25 gennaio 1865, dopo aver già messo fuori causa 6 navi unioniste. Da lì, lo SHENANDOAH mosse verso il Pacifico settentrionale, dove cominciò a fare strage di baleniere USA.
       Solo il 27 giugno 1865, da una nave unionista catturata in cui erano stati trovati alcuni giornali, il capitano Waddell apprese della resa del generale Lee ad Appomattox (9 aprile), e tuttavia, avendo letto altresì che il presidente confederato Jefferson Davis aveva incitato a continuare la lotta "con rinnovato vigore", egli decise di proseguire la propria missione, con crescente successo.
       Tuttavia, il 2 agosto 1865, al largo di San Francisco, egli apprese da una nave inglese della resa definitiva della Confederazione. A quel punto, al capitano Waddell si pose un difficile problema: continuare l'attività operativa, infatti, avrebbe significato trasformare la sua posizione da quella di combattente di una "guerra di corsa" a quella di pirata, con tutte le conseguenze del caso, a cominciare dall'impiccagione di tutti i membri dell'equipaggio nella più che probabile eventualità di una cattura della nave. Di conseguenza, egli fece trasformare immediatamente la sua unità in un normale mercantile, fece ammainare la bandiera confederata e decise di trovare rifugio in un porto dove poter mettere al sicuro la nave, l'equipaggio e ovviamente se stesso.
       Fu così che, dal largo delle coste messicane egli procedette alla completa circumnavigazione dell'America meridionale, doppiò il Capo Horn e poi fece rotta su Liverpool. In tutto, una navigazione di oltre tre mesi e 9.000 miglia nautiche (14.500 km).
       Una volta arrivato all'ingresso del porto di Liverpool, le autorità britanniche vietarono alla nave l'entrata in rada se non avesse esibito la propria identità. Fu così che lo SHENANDOAH inalberò nuovamente la bandiera confederata e risalì il fiume Mersey con la "Stars and Bars" che garriva orgogliosamente al vento.
       Così, il 6 novembre 1865, oltre sei mesi dopo la resa definitiva della Confederazione (1° maggio), la "Stars and Bars" venne ammainata per l'ultima volta, al momento della consegna dello SHENANDOAH alle autorità inglesi. L'equipaggio venne riconosciuto come belligerante e, avendo trovato rifugio in uno Stato neutrale, venne lasciato libero sulla parola.
       In definitiva, nel corso di una missione durata 12 mesi e 17 giorni, lo SHENANDOAH percorse ben 58.000 miglia, portando la bandiera confederata in una completa circumnavigazione del globo, affondò o distrusse ben 38 navi unioniste, per la più parte baleniere, prese circa mille prigionieri senza subire alcuna perdita, a parte due decessi per malattia. I danni inflitti al traffico mercantile unionista possono essere calcolati in circa 22 milioni di dollari, ai valori attuali.
       La bandiera dello SHENANDOAH fu l'ultima bandiera confederata ad essere ufficialmente ammainata e - come tale - ha un notevole valore storico (cfr. immagine sottostante, che è proprio quella dell'originale). Attualmente è conservata nel museo della Confederazione, a Richmond, in Virginia, dove è oggetto di comprensibile ammirazione.

                                       Piero Visani

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