venerdì 22 agosto 2014

Lunapop


       Una delle peculiarità di questa estate alquanto anomala è che, in ambito televisivo, sono stati mantenuti in vita alcuni talk show, che sicuramente fanno ascolto grazie al fatto che la maggior parte degli italiani le vacanze ormai le vede con il cannocchiale.

       Guardarli equivale a fare un tuffo dentro una nota canzone dei Lunapop.
       L'incipit è sempre di natura causale, sulle sorti di questo sfortunato Paese: "Cos'è successo, la tua luce, la tua luce si è oscurata"...
       Eh sì, perché - a quanto pare - un tempo eravamo ricchi e felici, mentre ora siamo poveri e tristi. E segnare con forza il distacco sicuramente eleva gli indici di ascolto.
       Il problema, però, nasce in relazione alle cause per cui "la luce si è oscurata". Su questo tema fondamentale: silenzio, circonlocuzioni, omissioni, amnesie. La crisi - nessuno ha ovviamente il coraggio di dire le parole esatte: "declino irreversibile" - non ha cause e tanto meno ha padri, certamente arriva da fuori e ha travolto un Paese che, dalle ricostruzioni causali degli "esperti" che popolano i talk show (quante braccia sottratte all'agricoltura, lasciatemelo dire!), era ricco, felice, fortunato, sereno e ottimista per il proprio futuro. Sulle motivazioni reali, silenzio assordante...
A quel punto ti guardi intorno, trasecoli, cerchi solidarietà nei familiari che stanno guardando con te la tv, poi ti chiedi se questi "esperti" ci sono o ci fanno, se davvero non capiscono una mazza, come pare, o pensano semplicemente a salvarsi le terga con analisi da asilo infantile di ipodotati, e a quel punto non ti resta che rifugiarti nelle capienti braccia di Cesare Cremonini, che sarà solo un songwriter, ma pare smentire decisamente la nota analisi della madre di Guccini sul valore di un laureato rispetto a quello cantante: è vero, "c'è qualcosa di grande tra di noi, che non potrai cambiare mai, nemmeno se lo vuoi" ed è la vostra insulsa, esibita e pienamente autosoddisfatta coglioneria, quella che non vi fa capire mai niente di niente o vi induce ad occultarlo per pararvi il didietro.
Ti viene allora in soccorso un verso di Enrico Ruggeri:

"Approssimative ma incrollabili convinzioni,
gli uomini piccoli non riescono ad entrare nelle canzoni".

Ed è un peccato, perché - come ho appena dimostrato con i Lunapop - la realtà ci entra benissimo, con estrema naturalezza. Sarà per quello che gli "uomini piccoli" non capiscono mai niente... o fingono comodamente di non capire...

                        Piero Visani

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