venerdì 19 settembre 2014

Il voto scozzese


       La vittoria del "No" nel referendum scozzese ha confermato le previsioni sull'esito del voto. Il risultato è a mio parere pessimo, ma prevedibile. Mi asterrò dalle banalità sulla sovranità del voto popolare e dintorni, che sarebbero ottime e condivisibili se tutte le volontà di cambiamento che si manifestano nel mondo, e in particolare nella "civilissima" Europa, potessero confrontarsi con un panorama mediatico simmetrico. Invece, ogni volta che ciò accade, i media - confermando che la loro terzietà è un simpatico mito - prendono posizione ed eterodirigono il voto degli elettori. Il caso scozzese non è che l'ennesimo esempio. Per usare un abusato paragone calcistico, la tua squadra gioca in 11 e quella avversaria in 11 + arbitro, assistenti, quarto uomo e - là ove vengono usati - giudici di porta.
       Con queste premesse, i voti graditi al potere e le relative "sindromi di Stoccolma" non possono sorprendere. E' successo anche in Italia di recente, e probabilmente succederebbe uguale ancora oggi, dopo che è stato compiuto un autentico "massacro sociale" e i risultati dell'attuale governo sono disastrosi.
       Come sempre, si continua. Le uniche sconfitte che pesano nella storia di un uomo e di un popolo sono quelle che essi riconoscono. Per me, domani è un altro giorno.

                               Piero Visani

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