mercoledì 24 settembre 2014

Libri del cuore


       L'amico Riccardo de Caria mi ha simpaticamente "nominato" per elencare i miei dieci libri "del cuore". Ci ho pensato parecchio su, ma mi riesce difficile, perché in vita mia ho letto soprattutto saggistica, non romanzi. Farò quindi un elenco disordinato, da bravo "Maverick" quale sono: da bambino, Emilio Salgari, soprattutto il ciclo della Malesia e quello del Corsaro Nero, ma anche "L'ultimo dei Mohicani" di James Fenimore Cooper, che ha fatto nascere in me una passione che vive ancora ardentissima, quella per la Guerra Franco-Indiana (1755-1763).

       Da adolescente, "Storia della guerra civile americana", di Raimondo Luraghi, che ha sviluppato in me un amore ancora più forte del precedente, quello per la Guerra Civile americana.
       Ancora da adolescente, "Le campagne di Napoleone", di David Chandler, che ha alimentato e sublimato nel mio animo un amore che era invece già forte dalla prima elementare, quello per Napoleone Buonaparte.
       Poi tante letture di vario genere, dal mio amatissimo Nietzsche a Carl Schmitt (con una particolare predilezione per "Ecce Homo" e "L'Anticristiano", del primo, e "Teoria del partigiano", del secondo), da Heidegger a Stirner.
       A livello di libri dell'adolescenza, "Tempeste d'Acciaio", di Ernst Juenger, un libro che fu per me un'autentica rivelazione, poiché mi svelò che c'erano altri, oltre a me, che sentivano una terribile fascinazione per la guerra, al punto da pensare di poterla addirittura amare, ma anche Ernst von Salomon de "I proscritti", un libro illuminante su quella che sarebbe stata - successivamente - la mia condizione di vita, in parte per stato di fatto e in parte per scelta.
       A livello più personale, ho amato molto "Notti e nebbie", di Carlo Castellaneta, storia cupa, decadente, popolata dalla presenza di una donna che è al tempo stesso un corpo aperto e un'anima chiusa, difficile da decrittare, e come tale interessantissima; ma pure, in un ambito diversissimo, "Le affinità elettive" di Goethe.
       Per un certo periodo della mia vita, sono stato lontano dai miei libri per circa due anni e mezzo, rimasti sepolti in un deposito. Quando li ho ritrovati, mi sono abbastanza emozionato, perché era come ritrovare un pezzo di vita.
       Ho citato alcune opere che amo particolarmente, ma potrei citarne molte altre. Nel mio cuore c'è molto posto per gli stimoli e se ne è forse aperto ancora di più in quest'epoca di assoluta e totale aridità e superficialità.
       Ancora oggi leggo moltissimo, in genere 7-8 libri contemporaneamente, perché uno solo mi annoia. Come scrivevo prima, ho bisogno di stimoli continui, di spunti tematici costantemente nuovi, per sfuggire alla noia, e all'angoscia.

                         Piero Visani

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