domenica 14 settembre 2014

Match ball

       Sole settembrino, ancora molto caldo.
       Luminosità intensissima, frutto del cielo spazzato da venti in quota.
       "Trenta pari!"
       Sto giocando a tennis controsole e ho appena perso un punto proprio perché sono stato abbagliato dai raggi solari.
       Poco importa. Siamo appena al primo set e sul 3 a 3. La partita deve ancora assumere una sua fisionomia.
       D'improvviso, la rivelazione.
       Il pensiero mi girava nella mente già da un po' di tempo, ma non era ancora emerso con il dovuto nitore: "ma perché ho perso una parte non indifferente della mia vita correndo dietro a donne che non lo meritavano?".
       Era da qualche giorno che ci stavo pensando con maggiore insistenza, dopo aver incontrato - in centro città - una mia ex. Storia dolorosa, inutili tentativi di dialogo, fascinazione mia per la perfezione estetica di lei. Ricerca sua di non so che, in me. Forse semplicemente di "un altro da me"...
        Quello di cui francamente non la facevo capace - stante anche la notevole differenza di età, tra noi - era di vederla trasformata in una MILF con tanto di toy boy dall'aria vagamente ebete, il cranio lombrosiano, il dialogo a grugniti.
        E oggi, su questo campo in sintetico, bruciato da un sole di fine estate, ecco la mia presa di coscienza definitiva: ho sempre inseguito corpi, non donne vere. Mi sono sempre fatto traviare da un ideale estetico che con il tempo è diventato un'ossessione. Per suprema ironia, poi, ho sempre inseguito corpi che in genere non erano in vendita (ché avrei potuto comprarli) ma solo in esposizione a fini di autorassicurazione pseudoseduttiva.
        E ora, pensando ad altre situazioni analoghe a questa, verificate qua e là o raccontatemi da amici, mi chiedo: "ma perché mi sono buttato via così? Che senso ha avuto correre dietro a donne che non mi volevano, o non sapevano che cosa volevano, o lo sapevano fin troppo bene e mi avevano teso una terribile trappola, nella quale ero puntualmente cascato?"
       Alla fine - come sempre - mi hanno salvato orgoglio e autostima: ma davvero io sono stato o sarei potuto stare in competizione con questi soggetti lombrosiani? Io che ho una personalità molto spiccata, varie attività di lavoro, una serie di interessi culturali molto sviluppati? Un fascino individuale ampiamente riconosciuto?
       Ma come ho fatto a soffrire per certi rifiuti o abbandoni, se l'alternativa era questa? Alla fine, à chacun son gout: a loro gli uomini che cercavano, a me la capacità di comprendere dove e come avevo sbagliato. Avevo sbagliato a buttarmi via. Non lo farò più. E' molto tardi - lo so - ma meglio tardi che mai.
       "Quaranta a trenta!"
       "Bel diritto incrociato!. Dai, Piero, portati via questo gioco. Poi penserai alla partita e all'incontro..."

                        Piero Visani

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