sabato 4 ottobre 2014

Dalla "Sindrome di Stoccolma" a quella di Roma

       Ad occhio, la "manovrina" autunnale di Renzie somiglia a quelle che l'hanno preceduta negli ultimi due decenni: tasse, tasse, tasse e ancora tasse!
       Nella stanza del "malato Italia" entra, invece che un signore con l'aria da beccamorto come "Rigor Montis", un giovane chauffeur dall'aria allegra, un potenziale driver del carro funebre del celeberrimo "Ent'Acte" di René Clair, quello che si distrae e lo lascia correre da solo, mentre i partecipanti al rito (quei coglioni di noi italiani) si affannano vieppiù a seguirlo...
       Il risultato è ovviamente il medesimo e lo sarà anche qui. Al capezzale del "malato Italia" si susseguono "dotti. medici e sapienti", affannandosi a curare il morituro con potenti dosi di veleno e raccontando compiaciuti agli italiani che quella sarà la volta buona (E - diciamoci la verità - ce lo auguriamo anche noi, perché una morte rapida è meglio di un'interminabile agonia).
       Siamo sempre alla solita ricetta di marca mondialista: "We have to destroy you, in order to save you"... 
        E allora avanti e "Viva la muerte!"
       Ora lo sappiamo: la "ricetta Renzi" è uguale a quella dei suoi predecessori: il "trionfo della morte" e del sado(loro)-maso(nostro).
       Avanzo formale proposta che alla "Sindrome di Stoccolma" venga cambiato nome in "Sindrome di Roma"! Ne siamo tutti pesantemente affetti, perché nessuno vive per morire, nemmeno i suicidi, che almeno hanno il coraggio di compiere il gesto supremo. Noi, nemmeno quello. Solo un'interminabile agonia. Qualcuno si fa ancora illusioni su dove andremo a finire?

                                      Piero Visani

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