domenica 28 dicembre 2014

Il crisantemo

       E' divertente notare come gran parte del dibattito economico italiano ruoti intorno a entità e misura dell'intervento pubblico, un intervento che impone tasse per pagare il fiscal compact, che esige oneri elevatissimi per mantenere e rimpinguare la "casta", che serve ad alimentare una spesa pubblica senza fondo e tuttora incline a crescere a dismisura.
       Nonostante tutto questo, la maggioranza degli italiani vuole più spesa pubblica. Legittima aspirazione. Solo che quei soldi NON ci sono e dunque dovranno essere prelevati dalle loro tasche. Il classico caso del cane che si morde la coda.
       Siamo andati a fondo proprio perché, dietro la scusa della spesa pubblica, sono state organizzate gigantesche "mangiate" private, riservate a pochi privilegiati. Quello che stupisce è che la maggior parte degli italiani NON vuole rompere questo perverso meccanismo. Vuole semplicemente estenderlo anche a sé.
        Tutto ciò sta a dimostrare che siamo già finiti e che non ci rialzeremo mai più. Perché la nostra aspirazione collettiva è vivere alle spalle di qualcuno, possibilmente alle spalle dello Stato, senza rendersi conto che lo Stato siamo noi e che quindi, cercando di vivere alle spalle di noi stessi, non ci aiutiamo, ma ci distruggiamo. Che è esattamente quanto sta accadendo, anzi è già accaduto. Non a caso, la tematica di questi giorni è proprio quella di mantenere il posto fisso garantito a tutti quanti albergano nel pletorico settore pubblico. Guadagnando poco, in media, salvo una ristretta élite di privilegiati, ma facendo in cambio poco o nulla.
       Questa è la nostra ambizione collettiva. Ci ha lasciato in ritardo di qualche decennio rispetto al resto del mondo, ma noi la coltiviamo come un fiore. Peccato sia un crisantemo, il crisantemo da mettere sulla tomba del nostro Paese.

                        Piero Visani



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