lunedì 25 maggio 2015

Il problema dell'offerta politica


       Certamente quella di ieri non è stata una giornata propriamente positiva per i fautori dell'Eurolager, che hanno subito significative sconfitte in vari Paesi. Detto del risultato, occorre tuttavia chiedersi che cosa verrà dopo, perché di cialtronismi e inconsistenze varie noi italiani possiamo essere docenti, più che discenti.
       Dai tempi de "L'Uomo qualunque", l'Italia è stata ricca di movimenti che avrebbero dovuto spaccare il mondo e, al più, hanno riscosso il vitalizio.
       Al momento, il campo è dominato dalla Lega di Salvini, classico movimento reazionario la cui credibilità (ai miei occhi modestissima) è minata dal fatto che, nei lunghi periodi in cui è stato al governo, ha votato in favore di tutto ciò cui ora si proclama contrario, e dal M5S, di cui per carità di patria dirò nulla, stante la sua manifesta inconsistenza.
       Sussiste dunque un problema - grave - di offerta politica e un problema - ancora più grave - di volontà di cambiamento. Da noi, più che altro, si vorrebbe continuare come sempre, con qualcuno che ci garantisca, con pochissimo lavoro, uno "stipendio di cittadinanza" (anche relativamente modesto) e lunghi, lunghissimi periodi di "vacanza", nel significato originale di "assenza" (la cosa che in assoluto amiamo di più, dato che "faticammo a fatica'": una "bella vita" in cui a settembre, dopo esserci raccontati le vacanze estive e i loro esiti, cominciamo a parlare di quelle natalizie, per poi transitare a quelle pasquali e successivamente rinviare tutto al settembre successivo, visto che ci sono le ferie estive...).
       Il problema resta, una volta di più, esclusivamente metapolitico: se non si interviene sulla "cultura" di base di un popolo, avremo - come del resto quasi sempre abbiamo avuto - l'ennesima rifrittura della nostra "cultura dell'irresponsabilità" e il solito risultato per cui, dopo 5 giorni che ci sono un partito e un governo "nuovi", sono del tutto indistinguibili dai vecchi e (non) fanno esattamente le stesse cose. Qui da noi si chiama il tutto "politica" ed è alla radice del nostro crescente benessere collettivo...

                               Piero Visani