lunedì 18 maggio 2015

Il Salone del Libro di Torino

       Appuntamento annuale dei più tradizionali. Ci vado con mio figlio, per alimentare la nostra discretamente nutrita biblioteca (siamo certamente oltre i 10.000 volumi). Procediamo in base a un modello collaudato, che ci consente di visitare il Salone in orari non affollati. Detesto infatti le folle e il contatto fisico con le medesime, senza contare che ho una certa repulsione individuale per tutto ciò che è gruppo, massa, demos, e via volgarizzando...      
       Il Salone di quest'anno è certamente ricco, con numerosa offerta libraria e parecchio pubblico, che, man mano si scivola verso la sera, diventa meno da kermesse e più da autentici cultori della lettura.
       Registro - con un vago senso di preoccupazione - che anni fa il tempo intercorrente da un Salone all'altro mi pareva lunghissimo. Ora mi pare invece dannatamente breve. Conosco fin troppo bene le ragioni di tale sensazione ed esse non fanno che rinforzarmi nel convincimento che mi anima da qualche tempo a questa parte: vivere intensamente, il più possibile intensamente. Non perdere un solo secondo in aspettative, attese, tattiche, strategie. Spazio solo al carpe diem, all'hic et nuncCome il mitico Jepp Gambardella de "La grande bellezza", ma con direi un lustro di anticipo rispetto a lui, pure per me "La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessanta[cinque] anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare!".  
     In effetti, non le faccio assolutamente più. Decido io tempi e modi, almeno per me. Se non vanno bene, pazienza. Ho sempre detestato le anticamere e ora le trovo francamente intollerabili. Pura energia dispersa. E io la mia energia la devo centellinare con arguzia e senso tattico.

                                 Piero Visani