mercoledì 8 luglio 2015

Il mio amico nero


       L'ho conosciuto nell'area di parcheggio di un supermercato non lontano da casa mia. Faceva un caldo bestiale. Pensavo volesse chiedermi soldi. Non lo ha fatto. Mi ha chiesto se avevo da bere. Per una singolare coincidenza, avevo una bottiglia di acqua naturale freschissima, in auto, e gliel'ho data.
       L'ha tracannata e mancava poco che mi baciasse la mano.
       Ha occhi intelligenti e profondi.
       Mi ha posto davanti a un interrogativo che mi tormenta da tempo: con chi combatterò la prossima guerra, quando ci sarà (e ci sarà...)?
       Ormai la mia risposta è maturata: con i diseredati del mondo.
       Non sono mai stato un fautore del razzismo biologico, ma sono un deciso avversario del razzismo economico, di quello per cui, se hai soldi, hai diritto a tutto; altrimenti: muori. Sarà perché io soldi non ne ho, ergo ho diritto a niente.
       Però proprio questo mi ha indotto a pensare che le alleanze più naturali e vere sono quelle in cui gli interessi dei contraenti collimano naturalmente, e i miei collimano con i suoi.
       Cosa mi unisce a quelli che, con aria da bocconiani, mi rompono l'anima dalla mattina alla sera su percentuali, tassi e menate varie? Nulla. A me non piacciono quegli occhi vuoti e presuntuosi di gente che sottomette tutto, a cominciare da se stessa, al dio denaro.
       Preferisco gli occhi suoi, così intensi e profondi.
       Conosco quegli occhi. Li ho visti per anni in Irlanda. Occhi carichi di dolore per incapacità di comprendere per quale ragione quel destino di miseria, sfortuna e sofferenza sia toccato proprio a loro, e non ad altri.
       Amo la solidarietà tra underdog e - poiché detesto apparire troppo "buono" - vi dirò che sto cercando alleati, fanteria, gente che abbia poco o nulla da perdere, gente che sia stata esclusa da tutto per un qualche motivo. Il motivo loro è molto diverso dai motivi per cui sono stato escluso io, ma l'esclusione ci accomuna potentemente. Siamo entrambi paria. Siamo affacciati alle vetrine un tempo dorate (ora molto meno, per la verità...) del primo mondo e sappiamo che non vi verremo mai (o mai più ammessi). Loro per i loro motivi. Io perché a me viene chiesta un'abiura che NON farò mai.
       Sorrido: è bello avere una causa; è bello preparare vendette.

                                     Piero Visani