mercoledì 22 luglio 2015

Lontano lontano


       Saluto un amico in partenza per molto, molto lontano. E' una fetta della mia vita, un amico vero. Chissà se lo vedrò mai più.
       Mi regala, con gesto di sfida, un pacchetto di raccomandate di Agenzia delle Entrate, Equitalia, INPS, INAIL e via parassitando.
      Sorride amaro: "Dovranno mantenersi senza di me, questi cari amici".
       L'ennesima impresa che se ne va; un produttore con un certo numero di anni meno di me, ancora attivo, propositivo e con due figli al di sotto dei trent'anni.
      L'imperativo che lo spinge a partire è il mio: "ingrata Patria, non avrai le mie ossa". Lasciamo che i vampiri si nutrano di sangue altrui, non del mio.
      L'uomo ha tecnologia, conoscenze, relazioni, know how. Ergo, che ci sta a fare qui? Siamo nel mondo della globalizzazione - come ci dicono ogni giorno - e uno va dove può sperare di trovare ancora una vita dignitosa e vivere senza l'incubo quotidiano delle cartelle fiscali e delle raccomandate.
       Fingiamo allegria e disinvoltura, ma siamo entrambi tristi. Abbiamo molto amato l'Italia, abbiamo sfidato l'emarginazione culturale e sociale, insieme, ma ora non ci resta più niente.
    I governi cosiddetti di centrodestra sono stati, per noi, infinitamente peggiori di quelli di centrosinistra, e ora lui se ne va. Fa bene, ha anche molti più soldi di me e dunque va incontro alla vita, non alla morte. Lo invidio.

                                Piero Visani