venerdì 31 luglio 2015

Orizzonti di gloria


     Nel celebre film di Stanley Kubrick, esemplare e osannata polemica contro il militarismo, gli alti comandi dell'esercito francese sacrificano giovani vite contro le trincee tedesche non riuscendo neppure a capire che gli assalti all'arma bianca contro le medesime altro non sono che un folle massacro, dettato dalla loro ignoranza e insipienza. E i continui e sanguinosi fallimenti di tali offensive frontali vengono imputati nientemeno che alla "viltà" dei soldati.
       Risulta perciò inquietante il parallelismo con l'attuale situazione europea, dove economisti che capiscono di economia tanto quanto Raffaele Cadorna o Douglas Haig capivano di cose militari, sacrificano popoli interi in nome di teorie che sono forse perfette nei loro schemi pseudoscientifici e mentali, ma che sono un atroce fallimento nella pratica. E il rifiuto di riconoscere la realtà è pari a quello dei generali inetti e misoneisti della Grande Guerra, così come non meno forte di quella di questi ultimi è la tentazione di scaricare sulla "viltà" dei popoli (oggi definita "scarsa adattabilità al cambiamento") la propria folle pervicacia nell'applicare teorie economiche che fanno acqua (e morti...) da tutte le parti.
      Poiché i corsi e ricorsi storici esistono davvero, mi immagino che tra qualche decennio (o forse prima, oggi tutto risulta accelerato...) gli attuali "soloni" dell'economia saranno oggetto dello stesso disprezzo di cui furono (e sono) oggetto i comandanti militari del primo conflitto mondiale, non appena divenne chiara l'ottusa incompetenza tecnica di cui diedero prova (già la Guerra Civile americana, esattamente mezzo secolo prima, aveva dimostrato che gli attacchi frontali di fanteria potevano concludersi solo in un massacro, stante il terribile volume di fuoco degli armamenti moderni) e la loro totale incapacità di aggiornarsi e sviluppare nuove soluzioni tattiche.
       La storia umana è molto simile a se stessa e il risultato cui portano il servilismo, l'ottusa ubbidienza agli ordini, la pervicacia nell'adottare strategie già palesemente rivelatesi come fallimentari, è sempre e soltanto uno: il disastro.
      E naturalmente, a posteriori, ci sarà sempre qualche "genio" che, per ingraziarsi i nuovi padroni, dopo aver costantemente taciuto e leccato le terga ai potenti di turno, "scoprirà" che il metodi utilizzati dai padroni precedenti erano del tutto sbagliati.
       "Se questi sono uomini", o forse sono gli unici che esistano...

                                       Piero Visani