giovedì 10 settembre 2015

Napoleonica - 13

      Nel tardo pomeriggio del 5 dicembre 1812, durante la ritirata della Grande Armée dalla Russia, Napoleone riunì i suoi principali collaboratori nella località di Smorgon, dove li informò che, a causa delle difficoltà enormi dell'esercito dopo il passaggio della Beresina e delle notizie molto allarmanti provenienti da Parigi (dove la situazione politica appariva altamente instabile), egli aveva deciso di lasciare le truppe in ritirata al comando di Gioacchino Murat, re di Napoli, e di fare rapidamente ritorno nella capitale francese (che distava 2.240 chilometri...), accompagnato solo da alcuni stretti collaboratori, come il generale Caulaincourt, Duroc (grande maresciallo di Palazzo), il barone Fain (suo segretario personale) e il mamelucco Roustam (suo valletto e guardia del corpo).
       Il rientro sarebbe avvenuto nella più grande segretezza, ma, dovendo attraversare un territorio dove le incursioni di cosacchi erano più che possibili, fu necessario ovviamente garantire all'Imperatore un scorta. Vennero così scelti 30 fra i migliori elementi del Reggimento Cacciatori a cavallo della Guardia Imperiale, l'unità preferita da Napoleone, abituati a fornirgli scorta ravvicinata e soprattutto provvisti dei migliori cavalli che era stato possibile trovare in quelle difficili circostanze. La ritirata aveva infatti avuto un effetto terribile sui cavalli della Grande Arméé, non abituati a quei climi estremi (il termometro era costantemente al di sotto dei -20°) e, ancor più, non ferrati per procedere sul ghiaccio.
      Il piccolo corteo partì alle ore 22 di quello stesso giorno, ripartito su tre carrozze. Ben presto, per i 30 Cacciatori a cavallo della Guardia che lo scortavano si rivelò difficile montare a lungo in quelle condizioni estreme, in quanto il freddo era insopportabile tanto per loro quanto per le cavalcature. Per le stesse ragioni, fu necessario trasferire Napoleone e Caulaincourt su una slitta, per farli procedere più in fretta, in quanto il ritorno doveva avvenire il più rapidamente e più segretamente possibile.
       Un inatteso soccorso venne loro fornito dal colonnello Ferdynand Stokowski e da un distaccamento di 78 cavalieri del 1° Reggimento Cavalleggeri-lancieri della Guardia Imperiale, che stava marciando in senso opposto per ricongiungersi alla Grande Arméé. Costoro, meglio equipaggiati dei Cacciatori a cavallo della Guardia, in quanto non avevano preso parte alla campagna di Russia, dotati di cavalcature migliori e più adatti, in quanto polacchi, alle asprezze del clima, garantirono che l'imperatore potesse varcare il confine russo-polacco senza problemi, anche con il supporto di Lancieri della Legione della Vistola.
       La bella immagine di cui sotto illustra una fase di questo avventuroso viaggio.

                                                     Piero Visani