martedì 10 novembre 2015

Il dinamismo è sempre migliore della...stasi


       Quello che i seguaci dell'"angelo della DDR", la mitica "Kanzlerin" Merkel, paiono talvolta dimenticare è che il dinamismo, in politica come in tutte le cose, è infinitamente migliore della stasi (non della STASI acronimo, quella credo che a loro piaccia tuttora parecchio, visto che l'hanno da tempo applicata a noi...).
       In politica, in tante realtà, tutto è in movimento: in Birmania, solidamente appoggiata dall'Occidente, Aung San Suu Kyi stravince le elezioni, nell'entusiasmo generale, quello che porterà ad applicare anche colà le ricette di ripresa dell'FMI (e di tale entusiasmo magari riparleremo tra qualche anno, se non saremo già morti di fame qui). In Medio Oriente, l'ISIS è duramente all'offensiva contro l'Egitto e ogni tanto può capitarle di mettere nel mirino qualche "turista-struzzo", di quelli che vivono con la testa nella sabbia e le terga fuori, in attesa che qualcuno li "impali"... In Catalogna il parlamento locale vota l'avvio della procedura di secessione dalla Spagna, mentre nel Regno Unito il sosia locale di Matteo Renzi annuncia la ferma decisione di indire un referendum popolare sulla permanenza britannica nella UE.
      A parte il primo caso, il sistema mediatico occidentale vede tutto il resto come possibili scenari di crisi. La "democrazia delle pance piene" - quella dei suoi capi e dei loro accoliti - vede anche la caduta autunnale delle foglie dagli alberi come un episodio che può mettere a rischio un sistema politico inumano dove pochi ingrassano a spese di molti, moltissimi, e fa di tutto per diffondere timori e terrore, in ciò facilitata da un universo mediatico completamente asservito e dal fatto che il progressivo incanutimento degli europei li rende timorosi di qualsiasi novità e della cessazione "splendida" pacchia del perdurare di "Welfare States" (potenza degli eufemismi...!) in cui nessuno fa niente in cambio di tutto, pacchia peraltro ormai in evidente fase di completo esaurimento.
       Chi - come molti di noi - non gode di questi vantaggi, credo possa avere un atteggiamento diverso nei riguardi di quelli che i mass media chiamano "salti nel buio: "panta rei", diceva il filosofo greco Eraclito, cioè tutto scorre e, se non hai interesse a che tutto resti fermo, per vedere i maiali che ti governano ingrassare ancora un po' di più, perché preoccuparsi dei "salti nel buio" o di quelli "nel vuoto". Se uno riesce a farli portandosi dietro almeno uno di quelli che nel buio e nel vuoto lo volevano precipitare comunque, ma con tecniche più sodomiticamente raffinate, appare un'operazione non necessariamente in perdita, ma un'opzione di "political cleansing", come quella che stanno tentando in Catalogna.
      Nuovi maiali si limiteranno a sostituire i vecchi? Obiezione più che legittima e fondata, ma - se proseguiamo sulla rotta delle "crisi" - almeno potremo dire: lo scopriremo solo vivendo. La distruttività della conservazione dell'esistente, per contro, da sudditi quali siamo la scopriremo solo morendo. Sono le "fantastiche" opzioni che ci offre "la democrazia delle pance piene". Non le darò mai la soddisfazione di scegliere quella che mi vuole suadentemente imporre.

                                             Piero Visani