sabato 28 novembre 2015

Il laureato (The Graduate)


       Mi sono laureato a 23 anni e due mesi (inizio ottobre 1973). Titolo della tesi: "L'Esercito italiano da Dogali ad Adua (1887-1896)", una approfondita ricostruzione dell'impegno militare nazionale in Eritrea e Abissinia.
       Tesi ponderosa, sulle 300 pagine, di cui fu relatore un grande storico come Alessandro Galante Garrone, venne premiata con "110/110, lode e dignità di stampa". Il lavoro venne posto sotto contratto editoriale dalla Feltrinelli, ma, negli anni immediatamente successivi, il sottoscritto fece alcune scelte politico-culturali che ne segnarono - a livello accademico - la morte civile. Le altre morti sarebbero arrivate dopo, ma in maniere più indolori, frutto null'altro che di "piccole storie ignobili" di Sinistra, Centro e Destra. Molto attento a preservare la mia identità e indipendenza, e per nulla incline al servilismo, me la fecero pagare. Non morii di fame, anzi imparai a sputare loro in faccia, con discreta mira.
       E' vero che non mi laureai a 21 anni con 90/110, ma lievemente più tardi e con 110 e lode e dignità di stampa, ma credo di poter dire, smentendo duramente il ministro Poletti, che non fu quello il mio problema. Semmai lo fu il mio rifiuto di essere cooptato nel sistema di potere di quello che era il Pci, che a Torino, complice la famiglia Agnelli e la Fiat, controllava tutto di tutto, come oggi, peraltro, con complicità vecchie e nuove.
       Mi ero laureato in fretta, avevo preso pure il massimo dei voti (ma forse quello già diede fastidio...), ma il vero problema è che NON ERO comunista, azionista o dei potenti gruppuscoli dell'ultrasinistra. Anzi, a un certo punto partecipai pure al processo di fondazione della Nuova Destra, e quella fu la mia fine, politica e metapolitica.
       Tacere su queste cose non è corretto: è vero, mi ero laureato in fretta, ma di natura non sono un leccaterga o uno disposto ad ammanicarsi. Così mi sono laureato in fretta, sì, e sono rimasto disoccupato. Per mia fortuna, l'odio è un fantastico motore per vivere al di fuori del sistema statalistico italiano. Con il tempo, è solo lievitato e si è ampliato anche ad altre aree politiche...
      Ah, dimenticavo: ero molto più bello e più alto di Dustin Hoffman; non avevo l'Alfa Romeo spider rossa (ma me la sono fatta dopo) e non avevo una Ann Bancroft ancora gradevole a farmi da "nave scuola" (ma ho sopperito anche a quello).
       Quando ti chiedono di fare un atto di ossequio al potere, tu rifiuta: è tutto molto semplice. Avrai difficoltà, ti verranno a cercare e tu venderai cara la pelle, ma potrai dire di averne avuto una, e che non era - come nei celebri stornelli repubblicani - una "pelle di troia"...

P.S.: non nego che ci sono stati momenti molto duri, durante i quali peraltro ho pensato che, se c'era stato mio zio ad andare contro i carri armati inglesi ad el Alamein con le bombe Molotov o c'erano stati italiani capaci di affondare due corazzate quasi solo a mani nude, qualcosa di buono potevo farlo anch'io, giusto per non sfigurare al loro confronto. Mi interessava l'idea e l'immagine che avevo di me, non di "ereditare" e rivendere appartamenti a Montecarlo. Infatti non sono un leader "stimato", ma un cretino qualunque.

                             Piero Visani