giovedì 10 dicembre 2015

Oikonomikon


       Uno degli aspetti più orrendi dell'economicismo attuale è che, se uno ti uccide sparandoti, è un assassino (ovviamente a condizione che non sia entrato in casa tua semplicemente per rubare, in quanto la sottrazione della proprietà altrui, in un mondo economicistico, è in fondo un reato minore, altrimenti esso sarebbe totalmente privo di fondamenti teorici...).
       Se invece ti ruba tutto, ti riduce alla disperazione, ti depreda fiscalmente e non lascia alcuna prospettiva di vita per te e per i tuoi figli, è un riformatore, cui magari le riforme non sono del tutto riuscite. TI UCCIDE, MA PER IL TUO (e forse anche per il SUO) BENE. Presto diventerà un benefattore dell'umanità. 
       Molto casualmente, costui non è per nulla incline al suicidio, non al proprio, almeno. Se poi verifica l'incremento del fenomeno, potrà contare sul supporto di molti cretini vestiti da psicologi o togati o mediatici, i quali diranno che è colpa del diffondersi della depressione. In effetti, è un'interpretazione che considero assolutamente corretta. Se non fossero depresse, infatti, le vittime reagirebbero un po' meglio di così.

                Piero Visani