giovedì 25 febbraio 2016

(T)rump Parliament


       Lo ammetto: il titolo è snob e per i più acculturati (autoritratto...). Però si presta bene a introdurre la questione dei successi elettorali (sia pure solo a livello di primarie) di Donald Trump.
       A fronte di molti, troppi "rump parliaments" (ovvero "parlamenti deretano"), diffusi in giro per il mondo, la gente non ne può più degli establishment, di quei signori con la puzza sotto il naso che parlano di eguaglianza, di democrazia e palle varie, e che conoscono solo la più assoluta ineguaglianza, l'oligarchia e l'insano desiderio di arricchirsi ogni giorno di più, a scapito di tutto il resto del genere umano.
       Il cittadino comune, da tempo ridotto al ruolo di suddito di tutti gli "Sceriffi di Nottingham", non ne può più di "soloni" che continuano a dirgli che cosa deve fare, senza minimamente piegarsi a farlo a loro volta, ma concedendosi giorno dopo giorno privilegi sempre più inaccettabili e ributtanti, che rivalutano ampiamente la Francia dell'"Ancien Régime" e tutti i governi dispotici che il mondo abbia conosciuto.
       Il suddito comune vede l'enorme discrasia esistente tra la cultura dominante - egalitaria, democratica, riduzionista - e la pratica delle disuguaglianze più intollerabili e becere, dove, se nasci da "accreditati lombi", hai diritto a un futuro tra i "beati possidentes", altrimenti hai solo diritto ad essere visitato a frequenza sempre più ravvicinata dalle polizie e dagli agenti del fisco, che di procureranno con cura maniacale una crescente e non dignitosa povertà.
       Donald Trump, in tutto questo, ha un ruolo preciso: non è certo di famiglia povera, ma ha operato anche molto a livello individuale, al di fuori delle conventicole, per rafforzare il suo patrimonio. Ama il linguaggio schietto e brutale, non le sodomie dialettiche con cui tutti gli establishment del mondo fanno diventare una cosa bellissima pagare tasse che non servono alla comunità, ma a rimpinguare i propri patrimoni, oltre a legittimare tutti i latrocini possibili immaginabili.
       Questo strambo multimiliardario statunitense è il migliore sintomo di una insofferenza che sta crescendo, l'insofferenza della gente che sa bene di essere governata con le stesse pratiche in uso ai tempi di Maria Antonietta, ma non ne può più di essere ingannata giorno dopo giorno da parole d'ordine falsamente egalitarie e libertarie, talmente stridenti da risultare insopportabili.
      So bene che si dirà che il populismo non porta da alcuna parte. Può essere vero e io certo non simpatizzo per Trump. So però dove porta l'attuale sistema oligarchico che si è affermato in tutto il mondo occidentale: AL DISASTRO TOTALE E ALLA NOSTRA RIDUZIONE ALLA CONDIZIONE SERVILE.
       In casi del genere, coloro i quali hanno frequentato con scarso profitto pessimi corsi di comunicazione politica per minorati mentali, sono soliti chiederti, con aria saccente: "ma tu, allora, cosa proponi in cambio?". La risposta è tanto invariabile quanto inevitabile: "io propongo tutto, perché qualsiasi cosa è MEGLIO di questa odiosa e iniqua conservazione". In particolare, mi propongo di farvi sparire. Chiarezza per chiarezza...

                                  Piero Visani