mercoledì 9 novembre 2016

Aurea brevitas


       Il candidato designato ha perso, l'outsider ha vinto.
       Il candidato womanizer ha avuto la meglio sulla candidata LGBT.
       Il totalitarismo democratico ha dimenticato un fattore importante: che deve distribuire ricchezza, per essere credibile e creduto, perché se distribuisce solo impoverimento e tasse, i voti a suo favore cominciano a calare. L'essenza del totalitarismo è repressione + un certo numeri di agi, anche piccoli, di cui la gente possa godere e nei quali possa riconoscersi.
       Le "anime belle" di tutto il mondo stanno soffrendo. Libidine! Gente che riesce a prendersela con uno che pare insidiasse donne adulte e si dimentica di una che ha lasciato morire (o magari anche peggio...) l'ambasciatore del suo Paese in Libia, per non parlare di tutti gli altri scheletri nel suo armadio... Chapeau alla straordinaria sensibilità, anche umana!
       Il mondo è un po' cambiato, stamane? Non credo, appena un po'. Trump è ancora tutto da vedere alla prova. Chi ha preso una botta durissima è la democrazia totalitaria, con le sue discriminazioni tra candidati "buoni" e "cattivi", la sua manipolazione mediatica, quella ancora più oscena dei sondaggi, i suoi verminosi legami con l'alta finanza.
       E' cambiato qualcosa, ma giusto un po'. In ogni caso, con buona pace di Francis Fukuyama, la democrazia totalitaria NON è "la fine della Storia". Robusti anticorpi sono in azione e, se non distribuisci ricchezze, ma ti limiti ad accumularle, sarò lieto di provare a fartene amaramente pentire (senza ovviamente citate la lunga lista di tutto il resto, ma quella è meramente di ideologia personale, peraltro da qualcuno condivisa).

                              Piero Visani