lunedì 12 dicembre 2016

Ristoranti e cassonetti


       Giro di Natale in auto per Torino, la Torino periferica, non quella centrale, dei turisti e delle spese. Un'umanità dolente, triste, senza speranza alcuna, fruga tra i cassonetti dell'immondizia alla ricerca di qualcosa: un abito, un arredo, magari qualche avanzo, un paio di scarpe.
     Vorrei scendere e spiegare a queste legioni di disperati che è il frutto della globalizzazione, come fanno fior di eminenti coglioni senza cuore su tutti i media e i social nazionali. Ma, a parte il rischio (non ho scorta di polizia, io...), non mi va di offendere la gente. Fin da bambino, sono convinto che tutto il male che fai ti tornerà, possibilmente amplificato.
      Occorre impegnarsi e combattere per questo popolo ormai ridotto a plebe di schiavi dallo sguardo perso. Occorre battersi per una lotta di classe che non è mai stata necessaria come oggi. Mai come oggi è urgentissimo il riscatto delle plebi di fronte alla immonda genìa dei "padroni delle ferriere". E' una questione di umanità, un'emergenza umanitaria, molto prima che politica. E' ovvio che la classe dirigente dell'Eurolager ci vuole tutti morti, ma per noi ex-borghesi l'agonia sarà ancora molto lunga. Per questi miserabili, talvolta senza casa, quasi sempre senza alcun denaro, la morte vera, non quella metaforica, è dietro l'angolo. Ovvio che per loro potrebbe essere una liberazione, ma credo che urga dare loro un'altra sorte, una speranza, un abbozzo di futuro. La lercia natura della finanza di rapina si manifesta in queste periferie in tutto il suo orrore. Io ci vado spesso ad abbeverarmi: l'odio, infatti, è il motore del mondo. Stamane ho fatto il pieno e devo dire che, almeno sotto quel profilo, mi sento molto meglio...

                Piero Visani