martedì 25 aprile 2017

La lotta di classe

       Alla fine, è sempre e soltanto lotta di classe. La guerra del sangue contro l'oro. Lo scontro tra una vita fatta di sacrifici e di rinunce (spacciate per medicine che farebbero bene...) e i privilegi dei figli dell'alta borghesia, con le loro buone scuole, le loro "amorevoli professoresse", i giochi consentiti e quelli proibiti, purché a numero chiuso; le vacanze in località esclusive e quelle a macinare merda e inquinamento in posti sovraffollati.
       I protagonisti di questa nuova lotta di classe sono soggetti che hanno vissuto vite in discesa, sempre cooptati da qualcosa e da qualcuno, mentre Marine Le Pen a circa 8 anni vide la sua casa distrutta da una bomba e i vicini che commentavano amorevoli: "ma chi glielo ha fatto fare, a suo padre, di mettersi in politica con quelle idee...?".
       Sono esperienze che bisogna fare. Ai tempi del mio liceo, c'erano le compagne che non te la davano perché eri "fascista". Crescendo, avresti compreso che era solo una scusa aggiuntiva a mille altre e che bastava varcare i patri confini per trovare visioni del mondo decisamente meno proibizionistiche , ma da giovanissimo non lo sapevi, e ti sentivi escluso, e talvolta di escludevano pure da feste e altre iniziative consimili.
       Per me, è stata un'esperienza fondamentale, di cui sono grato agli dei: ho cominciato ad odiare la borghesia, e non ho mai più smesso. Sono un suo figlio degenere, e mentre la definizione di "figlio" mi dà molto fastidio, quella di "degenere" è conforme al massimo delle mie ambizioni. Se uno è figlio - socialmente parlando - "di puttana", prendere le distanze da quella madre di nessuna virtù è, per come la vedo io, un gesto d'onore.
       Quanto al resto, ovviamente vincerà Macron, con la sua aria da simpatico imbecille altoborghese; più correttamente, come tutta la gente come lui, crederà di vincere, andando al potere per conto terzi, ma pretendere che lo capisca è un po' troppo. Tutta la sua vita è frutto di cooptazioni, dovrebbe forse rendersene conto adesso? Chiunque abbia frequentato quegli ambienti, e a me è purtroppo capitato, li conosce benissimo: stabilità, conservazione del patrimonio familiare, incapacità di formulare un concetto - uno solo - di senso relativamente compiuto, grandissima attenzione a fare in modo che nulla, mai nulla cambi, e che la famiglia di provenienza rimanga ricca e potente. Forte noia esistenziale perché tanto con i soldi si può comprare tutto... E ovviamente, in caso di pericolo, immediata apertura di trattative con il nemico, perché il capitalista borghese ha solo clienti, null'altro, e può sempre sperare di comprare anche quelli.
       I tempi della Storia sono lunghi e non è certo ancora questo il momento perché le cose cambino davvero, in Europa. A quel cambiamento ci penseranno i migranti e sarà assai divertente vedere come lo gestiranno i Macron: sono già pronti i gessetti e i pianoforti per l'ennesima versione di "Imagine". O avrà ragione Houellebecq?

                       Piero Visani






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