domenica 7 maggio 2017

Il pericolo (non) scampato

       Stasera la Francia avrà un nuovo presidente, che sarà inevitabilmente meglio del farsesco Hollande (ah se gli elettori conoscessero la fisiognomica e le sue solide leggi!). Questo presidente sarà, al 99,9%, il super raccomandato Emmanuel Macron, il classico borghese che, fin da ragazzino, è stato scritto alla Direzione di qualcosa (per merito, ovviamente...). Tutti coloro che lo avranno votato penseranno, tirando un sospiro di sollievo, allo "scampato pericolo". E invece il pericolo, il grande pericolo, comincerà proprio in quel momento. Chiunque si intenda un minimo di queste cose sa bene - e ovviamente non lo sanno i borghesi, di norma interessati solo a tutelare i loro soldi (relativamente ai quali è sempre valido il giudizio marxiano su cosa sia basata l'accumulazione primitiva) - che invece il pericolo sarà sempre più forte, perché una società basata su disuguaglianze sempre più formidabili tra ricchi e poveri, e con presidenti della Repubblica frutto dei maneggi dell'alta finanza, è una società sempre più esposta a rischi di conflitto, e non di conflitto esterno, ma interno.
       Personalmente - e mi scuseranno i seguaci di Madame Le Pen, per la quale non ho soverchie simpatie - mi auguro vivamente che vinca Macron. La sua vittoria segnerà - a differenza di quello che ci diranno i pennivendoli - un ulteriore passo in avanti verso la fine di questa abominevole Europa, l'Europa del denaro, dei privilegi, del trionfo delle oligarchie della finanza. E non c'è prospettiva più bella di questa, perché saranno costoro a segnarne la fine. Ogni loro presunta vittoria accelera, non ritarda, questo esito, visto che non risolve ma aggrava tutti i problemi esistenti.

                       Piero Visani





Nessun commento:

Posta un commento