sabato 15 luglio 2017

La fine della singolarità


       Quando la singolarità deve essere costretta, in qualche modo, all'interno di regole precise, essa perde la sua anomia, vale a dire il suo essere al di fuori delle leggi, e diventa "nomos". Come tale, non dura più di un attimo, per evidente perdita (ma sarebbe più corretto dire sottrazione) della sua stessa ragion d'essere.
       A quel punto, tutto ciò che poteva risultare in qualche modo extra-ordinario riacquista ordinarietà e, nel farlo, perde semplicemente se stesso.
       E' la fine di tante storie, che hanno un senso se sono immerse nell'anomia. Nella nomos non possono neppure essere immaginate, prima ancora che esistere. E con esse muoiono (metaforicamente) i loro protagonisti. E questo, a ben guardare, è forse l'unico, tangibile vantaggio.

                            Piero Visani



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