lunedì 16 ottobre 2017

La mediazione culturale

       I rapporti tra le diverse culture avvengono a non meno diversi livelli. Quando - ad esempio - non si svolgono nei mercati dell'alta finanza ma nei "mercatini del libero scambio" dove i tanti, troppi disgraziati creati dall'alta finanza stessa e dall'Eurolager cercano alla bell'e meglio di sbarcare il lunario, coloro che, per loro sfortuna, non si sono potuti laureare ad Harvard o alla London School of Economics, portano le parti più vivaci e meno "mediate" della loro cultura.
       Accade così che una banale lite per questioni di precedenza in un mercatino si concluda a coltellate e ci scappi pure il morto. Non starò qui a discettare su chi avesse ragione, e perché, etc. etc. Dico solo - e questo a qualcuno sarebbe utile comprenderlo per tempo - che in certi contesti, per supportare i propri scarsi o scarsissimi portati teorici, non si portano le idee, ma i coltelli. E non a caso, ma perché quello è il frutto di una precisa cultura, dove la vita vale nulla, esattamente come da noi vale sempre meno per chi è povero. In Italia, la "non intellighenzia" politica e culturale che delizia le nostre pseudo-vite pare non averlo ancora compreso. Tuttavia, siccome sa farsi benissimo gli affari propri, preferisce frequentare i salotti piuttosto che i mercatini. E per ora porta a casa la pelle e la gola. "Ma il futuro è un'ipotesi, forse il prossimo alibi, che vuoi...".

                                 Piero Visani



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