mercoledì 4 ottobre 2017

Roberto Poggi: Il matrimonio dei Goebbels - 1

IL MATRIMONIO DEI GOEBBELS

di Roberto Poggi

La sposa era in nero, un prezioso scialle di pizzo di Bruxelles, un paio di guanti bianchi ed un bouquet, oltre ad un radioso sorriso, le conferivano comunque un aspetto nuziale. Al suo fianco zoppicava sorridente lo sposo, egualmente in nero. Li scortavano verso l'altare un ragazzino biondo in uniforme della gioventù hitleriana, Harald Quandt, nato dal primo matrimonio di Magda, e la sorella dello sposo, Maria.
I testimoni, Adolf Hitler, che porgeva il braccio alla madre della sposa, Auguste Beherend, ed il generale Franz Ritter von Epp, già comandante dei Freikorps bavaresi e finanziatore del Völkischer Beobachter, fornivano la più prestigiosa garanzia della purezza della fede  politica degli sposi. Il vessillo con la croce uncinata disteso sull'altare ed un picchetto d'onore della SA completavano la coreografia nazionalsocialista.
Il rito civile fu celebrato, il 19 dicembre 1931, dal sindaco del villaggio dei Frauenmark, quello religioso da un pastore luterano nella piccola chiesa della tenuta di Severin, nel Meclemburgo, di proprietà del primo marito di Magda, Günther Quandt, che in occasione del loro divorzio, nel 1929, le aveva generosamente concesso l'uso di quella lussuosa dimora di campagna.
Ad insistere per anticipare le nozze era stato lo stesso Führer. Alla fine di maggio del 1931, Magda e Joseph si erano fatti la solenne promessa di sposarsi quando il partito nazionalsocialista avrebbe finalmente preso il potere. Si conoscevano allora da appena otto mesi e benché la carriera di Goebbels all'interno del partito apparisse molto promettente, i presupposti materiali per creare una famiglia erano ancora piuttosto fragili, soprattutto agli occhi di Magda, che contraendo un nuovo matrimonio avrebbe dovuto rinunciare al cospicuo assegno di mantenimento del primo marito, un ricchissimo industriale tessile con ramificati interessi nell'economia tedesca. La loro unione era durata nove anni, dopo la nascita di Harald nel 1922 la passione si era via via affievolita, soffocata dalla ventennale differenza di età e soprattutto dalle frequenti assenze di Günther, assorbito dai molteplici impegni di uno degli industriali più intraprendenti della Germania. Era stata Magda a provocare la rottura rinunciando ad ogni prudenza nelle apparizioni pubbliche, a Berlino come nelle località di villeggiatura frequentate dall'alta borghesia, in compagnia di un amante più giovane di lei. Nonostante l'imbarazzo causatogli da quell'adulterio così ostentato, Quandt aveva preferito comportarsi come un gentiluomo, facendo ampie concessioni al momento del divorzio. Oltre all'affidamento del loro figlio fino all'età di quattordici anni, Magda aveva ottenuto un assegno mensile di quasi 4000 marchi, un lascito di 50.000 marchi per l'acquisito di un nuovo appartamento a Berlino e l'accesso ad un fondo di altri 20.000 marchi da utilizzare in caso di malattia.
Tanta generosità, inusuale in un uomo oculato come Quandt, potrebbe essere stata motivata non solo dalla tenerezza verso Magda, ma anche dalla volontà di salvaguardare la riservatezza della propria vita privata. Madga era infatti riuscita ad entrare in possesso di un compromettente carteggio tra Günther ed alcune donne con cui aveva intrattenuto delle relazioni. Anche se quelle lettere risalivano a prima del loro matrimonio, gettavano comunque un'ombra sull'immagine di austero uomo d'affari a cui Quandt non era disposto a rinunciare.
La riconquista della propria libertà, senza dover né ridimensionare l'alto tenore di vita a cui si era abituata, né allontanarsi dal figlio, non aveva tuttavia aperto a Magda le porte della felicità. La relazione con il giovane studente universitario di buona famiglia di cui si era invaghita non la appagava sino in fondo.
Il primo biografo di Magda, Otto Meissner, intervistando dopo la guerra il giovane, ormai sposato e padre di tre figli, si impegnò a citarlo sotto lo pseudonimo di “Ernst”. Nelle sue memorie la madre di Magda lo identificò in Fritz Gerber, senza tuttavia fugare ogni dubbio. Qualunque fosse il suo vero nome, “Ernst” con la sua gelosia morbosa ed il suo atteggiamento autoritario anche nei confronti del piccolo Harald infastidiva Magda che tuttavia non trovava il coraggio di porre fine alla loro relazione. Era insoddisfatta, si sentiva oppressa da un senso di vuoto, voleva qualcosa di più di un semplice accompagnatore galante, ma al tempo stesso non ricercava un nuovo marito, neppure più ricco del precedente.
L'occasione non le era mancata. Non appena il nipote multimilionario del presidente degli Stati Uniti Hoover aveva saputo del suo divorzio, si era precipitato a Berlino. Si erano conosciuti qualche anno prima, in occasione del viaggio dei coniugi Quandt negli Stati Uniti. E' probabile che tra loro ci fosse già stato un fugace flirt, che aveva però lasciato in Hoover un segno profondo. Il serrato corteggiamento del businessman americano era culminato in una richiesta di matrimonio formulata nell'esclusivo golf club sul lago Wannsee. Magda aveva rifiutato senza esitazioni. Hoover ne era rimasto sconvolto, rientrando a Berlino aveva perso il controllo della sua auto. Era uscito indenne dai rottami, Magda invece aveva riportato una commozione cerebrale ed alcune fratture.
Quel rifiuto non aveva rafforzato il legame con “Ernst”. La noia e la depressione avevano continuato ad avvelenare le giornate di Magda. Gli inefficaci antidoti al suo malessere  erano le corse senza meta per la campagne attorno a Berlino con la sua nuova auto sportiva cabriolet e le frequentazioni mondane. Il suo primo matrimonio l'aveva introdotta nei circoli più esclusivi dell'alta società berlinese, che nel 1930 incominciava a guardare ad Hitler ed al partito nazista con sempre minore diffidenza. Anche se non è chiaro per quale tramite, Magda era entrata a far parte del Nordische Ring, un club frequentato dai più bei nomi dell'aristocrazia prussiana in cui si predicava il primato della razza nordica. Alcuni dei  suoi membri più illustri, come il quarto figlio del Kaiser, il principe August Wilhelm von Hohenzollern, “Auwi” per gli intimi, avevano già abbracciato con convinzione la causa nazista. Stando al racconto di Auguste Beherend, era stato proprio “Auwi” durante una riunione del Nordische Ring a consigliare a Magda di reagire alla noia che l'attanagliava impegnandosi a favore del partito nazista.
Quel consiglio elargito con aristocratico distacco non era caduto nel vuoto. Magda aveva incominciato ad interessarsi al programma del partito, poi vincendo la sua naturale ritrosia verso le manifestazioni di massa aveva deciso di partecipare ad un affollato comizio elettorale presso lo Sportpalast. I manifesti con la croce uncinata affissi su ogni muro della città annunciavano che l'oratore sarebbe stato il Gauleiter del partito a Berlino, il dottor Joseph Goebbels, che, a partire dal 1926, si era conquistato con i suoi discorsi infuocati un pubblico sempre più vasto di sostenitori, oltre ad un gran numero di denunce per diffamazione ed oltraggio. Benché con la sua corporatura minuta e sproporzionata ed il suo passo claudicante, dovuto ad una deformità di origine neurologica del piede destro, non potesse incarnare gli ideali di forza, giovinezza e superiorità razziale professati dal nazismo, Goebbels possedeva una voce incantatrice, sorprendentemente profonda, potente e modulabile. Il suo lieve accento renano, grazie al prolungamento di alcune vocali, favoriva il tono spesso solenne dei suoi discorsi. Parole ricorrenti come  Führer, Deutschland assumevano con la sua pronuncia un fervore particolare, altre come Judentum una nota di sdegnato disprezzo. Studiava accuratamente per ogni discorso la mimica e la gestualità più adatte ad accentuare la drammaticità e la vitalità delle sue parole. Il lieve movimento ondulatorio della mano accompagnava le parti espositive del discorso, l'indice rivolto verso il cielo evocava minacce e castighi, il pugno che batteva sul petto al ritmo delle parole enfatizzava il crescendo drammatico, il martellare sul leggio esprimeva compiaciuta tracotanza. La maestria con cui intrecciava i più diversi registri, dal tono discorsivo inframezzato da battute di spirito, all'ironia corrosiva, dall'accusa furente al pathos solenne e trionfante, trascinava il pubblico in una sorta di estasi in cui le parole perdevano il loro significato letterale per trasmettere intense vibrazioni che generavano entusiasmo e consenso incondizionato.
Magda confusa tra il pubblico adorante dello Sportpalast non aveva saputo resistere a quella magia. Alla madre aveva raccontato di essersi sentita trasportata ed infiammata non dalle parole, che quasi non aveva ascoltato, ma dall'enfasi con cui erano state pronunciate. Improvviso ed incontenibile era nato in lei il desiderio di conoscere quell'uomo così affascinante, capace in pochi istanti di passare dalla passione più violenta alla freddezza assoluta.
L'iscrizione al partito era stata la prima conseguenza di quell'infatuazione. Non aveva trascurato neppure l'indottrinamento ideologico divorando testi, assolutamente indigesti per chiunque altro, come il Mein Kampf di Hitler ed il “Mito del XX secolo” di Rosemberg. La sezione del partito del suo quartiere, Westend, frequentata soprattutto da portinaie e commesse, l'aveva accolta con malcelata diffidenza a causa della sua estrazione sociale. Magda non si era comunque persa d'animo, si era offerta come segretaria presso la direzione generale del partito in Hedemannstrasse, dove le sue competenze linguistiche, parlava correntemente francese ed inglese, erano state subito apprezzate. La compilazione di rassegne della stampa estera era stato il suo primo incarico, finché Goebbels, nel novembre del 1930, non si era accorto di lei. La sua eleganza, i suoi modi raffinati e soprattutto la sua avvenenza lo avevano incuriosito.
Nonostante gli impegni politici come Gauleiter di Berlino e come responsabile nazionale della propaganda del partito assorbissero gran parte del suo tempo, Goebbels era tutt'altro che insensibile al fascino femminile. Conduceva un'intensa vita erotico-sentimentale, si invaghiva di continuo delle donne più diverse, intratteneva contemporaneamente due, tre relazioni, anche se nessuna riusciva a dissolvere il suo senso di solitudine. Sulle pagine del suo diario aleggiò sino al 1930 l'amarezza per la fine della storia d'amore con Anka Stalherm. Il trauma di questo perduto amore giovanile gli impediva di impegnarsi in relazioni durature, condannandolo alla ricerca di appagamenti sessuali, senza troppe complicazioni sentimentali. Si compiaceva di identificarsi nell'immagine, letteraria e stereotipata, dell'eroe che per compiere sino in fondo la missione politica affidatagli dal destino era costretto a rinunciare alla speranza di una gratificante stabilità affettiva. Nel 1929 scriveva: “Per me le donne sono una necessaria compensazione. Nelle giornate critiche, in particolare, sono come un balsamo sulle ferite. Ma ho bisogno di avere intorno i caratteri più diversi.”
Il pretesto per conoscere meglio quella seducente signora bionda così fuori posto negli uffici di Hedemannstrasse era stato assegnarle il delicato compito di riordinare il suo archivio personale. Magda era stata subito risucchiata nel vortice di una attività a tratti frenetica che le imponeva di lavorare sino a tarda notte. Anziché stemperarsi la sua iniziale infatuazione si era arricchita di un istinto materno verso quell'uomo geniale ed infaticabile che, come testimoniava il suo abbigliamento trasandato, non poteva contare sulle cure amorevoli di nessuna donna.
Erano trascorsi più di tre mesi prima che Goebbels, sempre distratto da altri flirt, si decidesse a gettare la maschera del distaccato capo ufficio per mostrare il volto del seduttore. Alla data del 15 febbraio 1931 annotava sul suo diario: “La sera Magda Quandt viene a casa mia. E resta a lungo. Sboccia la sua affascinante, bionda dolcezza. Sei la mia regina.” Come rivela il numero uno aggiunto tra parentesi a margine dell'annotazione, quella sera avevano fatto l'amore per la prima volta. Nelle settimane successive i loro incontri  amorosi si erano moltiplicati.
Per quanto travolgente il loro amore non era privo di screzi. Goebbels era spaventato all'idea di perdere la sua libertà. Alla fine di marzo confidava al suo diario: “Poi è venuta Magda, abbiamo fatto l'amore, litigato e poi di nuovo fatto l'amore (8,9). E' fantastica. Ma non devo farmi prendere troppo da lei. In ogni caso, il lavoro è sufficientemente abbondante ed impegnativo da non farmi incorrere in questo rischio.”
Magda invece, che sognava di conquistare per sempre il cuore di Goebbels, non aveva esitato a liberarsi di “Ernst”. Da quando aveva iniziato ad impegnarsi a favore del partito, la loro relazione si trascinava stancamente, tra litigi ed incomprensioni. “Ernst” non si era rassegnato a quella rottura, con la scusa di recuperare qualche effetto personale si era presentato all'appartamento di Magda in Reichskanzlerplatz armato di pistola. Un colpo era partito, andandosi a conficcare nella cornice di una porta. Magda non aveva perso il suo sangue freddo, aveva chiamato la polizia, che era prontamente intervenuta.
Quella tragedia sfiorata aveva sconvolto Goebbels, rivelandogli la profondità dei suoi sentimenti verso Magda. Aveva abbandonato tatticismi e pose da consumato seduttore per trasformarsi in un romantico innamorato, geloso persino del ricordo di “Ernst”. Da quel momento la loro relazione era entrata in una nuova fase, destinata a condurli sull'altare.
A contrastare i loro progetti matrimoniali rimanevano i problemi materiali. Nella primavera del 1931 il partito nazista, pur avendo ottenuto buone affermazioni elettorali sia a livello nazionale che locale, era ancora lontano dal potere. Nessun dirigente nazista poteva contare su di un impiego stabile e ben retribuito. Goebbels sedeva dal 1928 al Reichstag, guidava la propaganda nazionale del partito e conduceva con determinazione a Berlino la lotta contro comunisti e socialdemocratici, ma non era in condizione di offrire a Magda alcuna sicurezza economica, poiché gran parte delle sue modeste entrate erano assorbite dalle spese legali dei numerosi processi in cui era coinvolto e dalle frequenti condanne a pene pecuniarie per diffamazione. Uno dei bersagli preferiti delle sue feroci invettive, lanciate dalla colonne dell'Angriff, era il vicecapo della polizia di Berlino, il giurista socialdemocratico Bernhard Weiss, soprannominato “Isidor” per schernire la sua ascendenza ebraica. Gli attacchi a Weiss, raffigurato nelle vignette con le sembianze di un asino, accusato di gestire il suo ufficio con la subdola viltà attribuita ai figli di Israele, miravano a stigmatizzare la presunta supremazia ebraica all'interno delle istituzioni della Repubblica di Weimar. Pur di raggiungere tale obiettivo, redditizio in termini di consenso politico, Goebbels aveva accettato di sacrificare in oltre quaranta processi una parte rilevante delle sue entrate. Pertanto l'unica grande ricchezza che poteva offrire al Magda nel 1931 era la sua intimità con il  Führer.
Del primo incontro tra Hitler e Magda ci è pervenuto attraverso il generale Otto Wagener, all'inizio degli anni '30 responsabile economico del partito nazista, un resoconto inattendibile sul piano cronologico, tuttavia perfettamente coerente con la personalità di Goebbels, caratterizzata da un disturbo narcisistico. La continua ricerca di apprezzamento del  Führer, che aveva eletto a suo idolo, nonché la profonda depressione in cui cadeva ogni volta che ne deludeva le aspettative, tipiche del disturbo narcisistico, potrebbero effettivamente aver spinto Goebbels a non rischiare subito una presentazione ufficiale di Magda.
Stando al racconto del generale Wagener, Hitler avrebbe incontrato per la prima volta Magda e suo figlio in modo apparentemente casuale nella sala da the dell'esclusivo hotel Kaiserhof di Berlino. Harald nella sua uniforme della gioventù hitleriana, confezionatagli dalla madre, sarebbe corso incontro al Führer con il braccio teso in un saluto nazista. Compiaciuto da tanto entusiasmo, Hitler avrebbe interrogato il ragazzo, scoprendo divertito che con la sua uniforme si sentiva due volte più forte. Dopo questo rapido scambio di battute sarebbe sopraggiunto nella sala da the Goebbels che, senza mostrare alcun interesse personale, avrebbe convinto Hitler ad invitare al suo tavolo il fervente ragazzo e sua madre. Sarebbe stato Göring, sempre ben informato, a svelare al Führer il legame affettivo che univa Goebbels e l'ex signora Quandt.
Tanta prudenza da parte di Goebbels si era rivelata superflua. Magda grazie al suo charme ed alla sua brillante conversazione aveva saputo conquistare non solo l'approvazione di Hitler, ma persino il suo vivo interesse. Nell'agosto del 1931 Goebbels registrava con gioia sul suo diario il “giudizio superlativo” espresso da Hitler nei confronti di Magda. Nel volgere di qualche giorno la gelosia aveva offuscato l'iniziale soddisfazione, poiché l'atteggiamento di Hitler sembrava trascendere i limiti della stima verso la fidanzata di un suo stretto collaboratore. Anche in assenza di Goebbels, Hilter, accompagnato dalla scorta, non esitava a presentarsi a casa di Magda per conversare amabilmente qualche ora con lei. Magda era lusingata da tanta attenzione e non faceva nulla per scoraggiare quelle incursioni nella sua vita privata. Goebbels invece si struggeva di gelosia. Dopo una serata passata in compagnia di Hitler confidava al proprio diario: “Magda si comporta in modo poco dignitoso con il capo. E io ne soffro. Non è una signora. Non ho chiuso occhio tutta la notte. Devo fare qualcosa. Temo che non sia una donna fedele al cento per cento. E questo sarebbe terribile.” Verso Hitler non provava alcun risentimento, al contrario gli augurava di trovare l'amore la bellezza di cui aveva un estremo bisogno.
Ritenendo ingiusti ed offensivi i rimproveri di Goebbels, Magda aveva reagito restituendogli l'anello di fidanzamento. Dopo fiumi di parole e di lacrime si erano riappacificati, ma il tarlo della gelosia aveva continuato a rodere il cuore di Goebbels. Nel settembre del 1931 mentre si trovava ad Amburgo aveva appreso che il  Führer non voleva proprio saperne di rinunciare al piacere delle sue visite improvvise in  Reichskanzlerplatz. Goebbels irritato annotava: “Ho telefonato a Magda. Il capo ha suonato alla sua porta. Si è invitato a pranzo. E' un furbo matricolato! Sono estremamente triste. Vieni pure quando vuoi!”
I sospetti di Goebbels non erano infondati, Hilter si era invaghito di Magda. Al generale Wagener aveva confidato di aver trascorso in compagnia di quell'affascinante signora dei “momenti divini”, di aver provato sensazioni da tempo dimenticate. Non si trattava di una banale attrazione sessuale, ma di una profonda affinità spirituale. In Magda il Führer era convinto di riconoscere la componente femminile capace di controbilanciare i suoi istinti troppo maschili. Per compiere la missione salvifica di cui si sentiva investito riteneva di non aver bisogno né della distrazione di una amante, né del vincolo di una moglie, gli occorreva invece un'accompagnatrice rispettabile, capace di stemperare gli eccessi del suo carattere, con cui recarsi all'opera oppure a teatro, sorseggiare il the, conversare e condividere la stessa visione del mondo. Il presupposto per un rapporto del genere era che Magda fosse già sposata con qualcun altro. Il fidato Goebbels si presentava come il candidato ideale alle nozze.
La prospettiva di assumere il ruolo di first lady del movimento nazionalsocialista, nonché di confidente dell'uomo destinato a guidare la Germania aveva senza dubbio allettato l'ambiziosa Magda, spingendola a rinunciare senza rimpianti alla sicurezza economica che i generosi alimenti dell'ex marito le garantivano. Secondo le annotazioni del diario di Goebbels, intorno alla metà di settembre del 1931, dopo un colloquio chiarificatore con Hitler, Magda aveva preso la decisione di risposarsi. La certezza che Hitler non sarebbe stato un rivale, ma il terzo elemento di una relazione amorosa allargata aveva dissolto la gelosia di Goebbels. Il 16 settembre scriveva commosso sul suo diario: “Sono fortunato. Saremo tutti e tre buoni gli uni con gli altri. Vuole essere il nostro amico più fedele.”
Contrariamente a quanto riferito da Wagener, la nascita di questa inconsueta relazione a tre era stata antecedente al suicidio della nipote di Hitler, Geli Raubal. Nel pomeriggio del 18 settembre 1931, Geli, che da un paio d'anni conviveva con lo zio a Monaco in un lussuoso appartamento affacciato su Prinzregentenplatz, si era chiusa nella sua stanza e si era sparata. Il corpo della ventitreenne con accanto la pistola di Hitler era stato ritrovato molte ore più tardi dalla governante. Quando aveva appreso la notizia della morte di Geli, Hitler, che si trovava in quel momento a Norimberga, era stato colto da un collasso. Zio e nipote erano legati da una relazione dai contorni morbosi. Il giorno prima della tragedia Hitler, forse accecato dalla gelosia, avrebbe proibito a Geli di trasferirsi a Vienna per proseguire i suoi studi presso un maestro di canto. Questa tirannica imposizione potrebbe aver spinto la giovane ad un gesto estremo.
La distanza di pochi giorni tra la scelta di Magda come accompagnatrice ufficiale ed il suicidio di Geli pone, secondo Peter Longerich, uno dei più autorevoli biografi di Goebbels, degli interrogativi per il momento senza risposta. L'interesse mostrato da Hitler per Magda potrebbe aver provocato un grave squilibrio nella complessa relazione tra zio e nipote? Geli si sarebbe sentita defraudata del suo ruolo accanto al Führer ed incapace di competere con una donna più matura?


I preparativi per le nozze, avviati con la benedizione di Hitler, avevano subito alle fine di ottobre del 1931 una brusca battuta d'arresto a causa della scoperta della nascita illegittima di Magda. Quando l'11 novembre del 1901 Auguste Beherend, impiegata come domestica presso una ricca famiglia di Berlino, aveva partorito era nubile. Qualche mese più tardi si era unita in matrimonio con l'ingegner Oskar Ritschel, che però non aveva voluto riconoscere la paternità di Magda. Dopo appena tre anni avevano divorziato. Magda, battezzata Johanna Maria Magdalena, era cresciuta lontano dalla madre in un pensionato cattolico di Bruxelles scelto dal suo patrigno. Rimasta sola a Berlino, Auguste aveva conosciuto un commerciante ebreo, Richard Friedländer, con cui si era trasferita a Bruxelles, dove nel 1908 si erano sposati. Magda era stata trasferita in un altro istituto cattolico a Vilvoorde. All'età di undici anni era stata iscritta in una scuola gestita dalle Orsoline, non lontano da Scarbeck, l'elegante quartiere residenziale alla periferia di Bruxelles in cui Richard ed Auguste si erano stabiliti. Finalmente Magda aveva potuto godere del calore di una vera famiglia. Friedländer si era mostrato un padre adottivo premuroso ed amorevole, che senza opporsi all'istruzione cattolica di Magda non aveva tuttavia rinunciato ad avvicinarla alla fede ebraica. Le celebrazioni delle festività ebraiche, come la Pesah e lo Yom Kippur, erano entrate a far parte della sua vita familiare. Nell'agosto del 1914, lo scoppio della guerra aveva costretto i Friedländer ad abbandonare in tutta fretta Bruxelles, dove i tedeschi non erano più graditi. Avevano potuto portare con sé lo stretto indispensabile, l'accesso a gran parte dei loro risparmi depositati in banca era stato impedito. Accolti come profughi a Berlino, avevano dovuto affrontare gravi ristrettezze economiche, finché Richard non aveva trovato un modesto impiego presso un hotel. Magda aveva proseguito i suoi studi liceali, la difficoltà a riappropriarsi della lingua tedesca non le aveva impedito di ottenere eccellenti risultati scolastici. Dopo la guerra, grazie soprattutto all'aiuto economico del suo ex patrigno Oskar Ritschel, Magda era stata ammessa nel prestigioso collegio Holzhausen, nei pressi di Goslar, in Bassa Sassonia. Ad offrire a Magda l'opportunità dell'ascesa sociale che sognava non era stato l'esclusivo ambiente del collegio, ma il caso. Nel febbraio del 1920, rientrando a Goslar, dopo un breve soggiorno a Berlino in occasione del compleanno del padre adottivo, aveva conosciuto in treno un distinto gentiluomo sulla quarantina:  Günther Quandt. Pochi mesi di corteggiamento erano stati sufficienti a convincere il ricco industriale a formulare la sua proposta di matrimonio, subordinata però a due condizioni: la conversione al luteranesimo e l'abbandono del cognome Friedländer, che denunciava una ascendenza ebraica, imbarazzante per l'alta società berlinese. Magda aveva accettato senza esitare entrambe le condizioni, con il pieno appoggio di sua madre e la complicità dell'ingegner Ritschel, che con vent'anni di ritardo aveva riconosciuto la paternità. Probabilmente il rapporto tra Auguste e Richard Friedländer era già da tempo sprofondato in una crisi irreversibile, l'accettazione dell'umiliante richiesta di Quandt non aveva fatto che accelerarne l'epilogo. Con una nuova fede ed un nuovo cognome rispettabile,  Ritschel, Magda aveva potuto, nel gennaio del 1921, sposare Quandt. Qualche mese più tardi era stato formalizzato il divorzio tra Auguste e Richard. Da quel momento  Friedländer era uscito definitivamente dalla vita di Magda.

(Continua)



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