giovedì 30 novembre 2017

Il "vero crimine" e la "giustizia dei vincitori"

          Nella quarta di copertina dell'aureo libro La giustizia dei vincitori. Da Norimberga a Baghdad (Laterza, Roma-Bari 2006), scritto dal professor Danilo Zolo, noto esperto di diritto internazionale, si leggono queste parole: "C'è una 'giustizia su misura' per le grandi potenze occidentali, che godono di un'assoluta impunità per le guerre di aggressione di questi anni, giustificate come guerre umanitarie o come guerre preventive contro il terrorismo. E c'è una 'giustizia dei vincitori' che si applica agli sconfitti e ai popoli oppressi, con la connivenza delle istituzioni internazionali, l'omertà di larga parte dei giuristi accademici e la complicità dei mass media. In realtà solo la guerra persa è un crimine internazionale" [la sottolineatura è mia].
       Non è un caso di tornare qui su temi ben noti come la "criminalizzazione della guerra", tipica delle società occidentali, dove tutto è guerra, ma è guerra di tutti contro tutti, il che favorisce le procedure di controllo di chi sta in alto a carico dell'obbligato ossequio di chi sta in basso. Ma si può facilmente fare riferimento all'attuale totalitarismo umanitario, quello per cui, se non ti adegui alle falsità occidentalocentriche, sei passibile di qualsiasi sanzione, meglio se capitale... Perché hai dimenticato un fatto fontamentale: i morti che fanno gli occidentali MUOIONO MENO di quelli che fanno gli altri. E tu sei un criminale non in quanto tale (quante volte l'Occidente si è avvalso e si avvale di criminali? Rivedersi - per rinfrescarsi la memoria - il film completo della soppressione del colonnello Gheddafi...) ma semplicemente perché hai perso, perché sei inferiore, perché sei contrario a quello che pensiamo noi".
       Di fronte a tutto questo, a parte l'opposizione armata, non resta molto altro da fare, se gli esiti sono stati negativi, che testimoniare con la propria vita, di fronte all'occidentalismo, che non tutto può essere ridotto a merce, magari a merce di scambio e che il terrorismo umanitario va bene per le gigantesche farse che esso è in grado di mettere in scena in tribunali PRIVATI spacciati per internazionali. NON TUTTO, INFATTI, E' MERCE; NON TUTTO E' FINZIONE. LA VITA E' VERA E LA SI PUO' SACRIFICARE TRANQUILLAMENTE COME ATTO DI SUPREMO SPREGIO PER COLORO CHE ANCHE DELLA VITA E DEL DIRITTO SONO RIUSCITI A FARE MERCE. Era ed è conforme alla loro infinita bassezza, dunque nulla di cui sorprendersi. E' un nuovo "Gott mit uns", ma le "anime belle" che lo appoggiano (quelle che lo propugnano non sono per niente "anime belle"...) corrono felici verso l'abisso. Il nuovo pifferaio di Hamelin emette la sua musica "melodiosa" e loro corrono ovinamente felici verso l'abisso del nuovo terrorismo "umanitario".

                  Piero Visani



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