tag:blogger.com,1999:blog-67226711031633005862024-03-13T16:12:48.032+01:00Sympathy for the DevilPiero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.comBlogger3580125tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-21334764331897857572020-03-26T14:21:00.001+01:002020-03-26T14:21:13.788+01:00Sicurezza e libertà<div style="text-align: justify;">
Concludendo il suo quotidiano elzeviro su "La Stampa", Mattia Feltri scrive, a proposito del fondamentale rapporto tra sicurezza e libertà in Paesi che possano definirsi "civili": "...ricordiamoci che settantacinque anni fa si rischiava la vita per la libertà, ora si rischia la libertà per la vita. Speriamo che questo non dica qualcosa di noi".</div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà dice moltissimo. Ci racconta la fuoriuscita dalla Storia di una civiltà vecchia, non solo anagraficamente, come quella europea. Abituata a considerare vita <b>il numero di giorni che riesce a vivere in schiavitù senza rischiare la morte. Contenta di poter essere controllata in tutto (telefono, salute, risorse mobiliari e immobiliari, pur di sentirsi "al sicuro"). Ma "al sicuro da che?", da virus che possono anche essere creati in laboratorio, approfittando di questa ossessione securitaria, magari tranquillizzati da "scienziati" che sicuramente sapranno tutto dei loro ambiti di competenza, ma difficilmente possono vantare conoscenze anche nelle relative applicazioni militari (che sono ricche e variegate, e non sempre smontabili con semplici operazioni di <i>reverse engineering</i>).</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b> L'ossessione securitaria ci ha condotto alla non-vita attuale, dove dobbiamo solo obbedire ad "ordini superiori" e farlo - ovviamente - per "il bene comune". "Bene comune" che si identifica con la nostra "vita-morte", naturale frutto di quella "bellezza dell'impotenza" ormai riservata al "Grande Ospizio" europeo, dove la libertà dei singoli - oggi controllatissima - si esprime nel contare, come si faceva ai tempi del servizio militare obbligatorio, quanti giorni manchino all'"alba del congedo", partendo da 365 (visto che all'epoca la leva durava un anno). Con una piccola, ma fondamentale, differenza, i giorni che a noi mancano - per chi ancora li volesse scioccamente contare - non sono all'alba, ma al tramonto, l'ultimo, quello definitivo: la morte.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b> La civiltà occidentale, del tutto priva di senso del tragico, è arrivata persino a inventarsi la colossale fola della "guerra senza morti". Invece la guerra c'è, sempre e comunque; il nemico pure, anche se lo definiscono invisibile e - come spesso è accaduto della Storia - non ci sta di fronte, ma dietro, tra quelli che amiamo ritenere "i nostri capi"; e la morte ci è costante e serena compagna, anche perché le nostre vite di poveri "servi della gleba" e non di "<i>beati possidentes</i>", da tempo deprivate di tutto o quasi (ma costantemente in nome del "bene comune"...) sempre e solo quell'esito ammettono, anche se molti di noi lo vorrebbero differibile in eterno. Senza accorgercene, persi dietro il sogno di vivere in eterno, ci siamo rassegnati a perdere ogni libertà e ogni dignità, ed a morire giorno dopo giorno. Dunque a morire sempre.</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b> Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><a href="https://1.bp.blogspot.com/-C-YmyzXJwJ8/XnyrDlk8bsI/AAAAAAAAIgU/WyPNXwgmgQIPXJNK602yVdHCn7vcJvawQCLcBGAsYHQ/s1600/Essi%2Bvivono%2B2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="234" data-original-width="320" height="292" src="https://1.bp.blogspot.com/-C-YmyzXJwJ8/XnyrDlk8bsI/AAAAAAAAIgU/WyPNXwgmgQIPXJNK602yVdHCn7vcJvawQCLcBGAsYHQ/s400/Essi%2Bvivono%2B2.png" width="400" /></a></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-28929908090234428792020-03-14T11:28:00.004+01:002020-03-14T11:28:50.559+01:00Marzo 1821<div style="text-align: justify;">
Visto che siamo in un'epoca di "neo-patrioti" (forse molto più "neo" che "patrioti"), chissà chi si ricorda dell'ode manzoniana "Marzo 1821", di cui tra un anno esatto ricorrerà il duecentesimo anniversario sia della stesura (15-17 marzo 1821) sia dell'evento (i moti carbonari in Piemonte, l'abdicazione di re Vittorio Emanuele I in favore del fratello Carlo Felice e la concessione della Costituzione da parte del reggente Carlo Alberto, che fecero sorgere la speranza dell'entrata in guerra del regno di Sardegna contro l'impero austro-ungarico per promuovere l'indipendenza italiana, poi atrocemente delusa). </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo il celeberrimo incipit dell'opera:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i> Soffermàti sull’arida sponda</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>vòlti i guardi al varcato Ticino,</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>tutti assorti nel novo destino,</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>certi in cor dell’antica virtù,</i><i>han giurato: </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>non fia che quest’onda</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>scorra più tra due rive straniere;</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>non fia loco ove sorgan barriere</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>tra l’Italia e l’Italia, mai più!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i> L’han giurato: altri forti a quel giuro</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>rispondean da fraterne contrade,</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>affilando nell’ombra le spade</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>che or levate scintillano al sol.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Già le destre hanno strette le destre;</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>già le sacre parole son porte;</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>o compagni sul letto di morte,</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>o fratelli su libero suol.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i> </i>La situazione è oggi diversissima, ma il nemico rimane il medesimo ed è un impero economico, molto più che politico-militare</div>
. La prevenzione razzistica nei nostri confronti non è minimamente mutata e la Storia - se e quando si ripete - lo fa come tragedia o come farsa. Della seconda siamo abilissimi (e naturalmente vocati) protagonisti. Della prima, in genere involontarie vittime. Nelle fasi di accelerazione storica - e questa è certamente una di esse - penso sia utile conoscere un po' il passato, per non sbagliare un evento fondamentale come la designazione del nemico principale (per me: l'Unione Europea e chi la controlla a proprio vantaggio) e avere bene in mente che non sarà il "patriottismo" dei "canti da osteria" dal balcone a farcene uscire vincitori. Serviranno sudore e lacrime. Sangue non so, magari non direttamente, ma certo indirettamente sì, e molto. Del resto - visto che ho buona memoria e NON amo le dimenticanze - non li ho votati io coloro che ci hanno venduto (largamente remunerati) al Quarto Reich.<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-fQnLGUK3Ldc/XmyxpMzF5RI/AAAAAAAAIgA/v6vJ3w1yl1EXHuT_6yQBSmwCMwW91js_ACLcBGAsYHQ/s1600/Alessandria-scoppio-moti-piemontesi-Carlo-Alberto-Santorre-di-Santa-Rosa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="1024" height="290" src="https://1.bp.blogspot.com/-fQnLGUK3Ldc/XmyxpMzF5RI/AAAAAAAAIgA/v6vJ3w1yl1EXHuT_6yQBSmwCMwW91js_ACLcBGAsYHQ/s400/Alessandria-scoppio-moti-piemontesi-Carlo-Alberto-Santorre-di-Santa-Rosa.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-84203460616248533012020-03-13T13:49:00.000+01:002020-03-13T16:05:28.833+01:00Il controllo del territorio<div style="text-align: justify;">
Premesso che, dalle mie parti, non è facilissimo riuscire a fare un certo numero di chilometri senza imbattersi in "forze dell'ordine" che non ti fermino per chiederti che cosa stai facendo, dove stai andando, perché e via libertarieggiando, constato con soddisfazione <b>che il controllo del territorio, se solo il governo lo vuole, è possibile, anche se è così soffocante e capillare. Non era così, per contro, quando in un anno sbarcavano sulle nostre coste almeno duecentomila migranti. Per loro, in effetti, valeva il <i>diritto alla sopravvivenza</i>, che a noi, cittadini di quarta o quinta classe, non è consentito. Non ho mai sentito citare, in queste surreali mattine, il diritto alla sopravvivenza per noi poveri autoctoni e non l'ho citato a mia volta, non solo per non far adirare i miei controllori, ma perché uno su mille, vagamente più avveduto, avrebbe potuto dirmi: "ma stiamo lavorando per la sua sopravvivenza", e ridergli apertamente in faccia non sarebbe stata cosa apprezzata, suppongo...</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b> Come sempre, in politica, volere è potere. Evidentemente, anche qui - come nel caso dell'euro - siamo nel campo di SITUAZIONI IRREVERSIBILI, tipiche di qualsiasi democrazia totalitaria compiuta, con l'assenso delle masse/greggi. Ho però almeno un motivo di ottimismo: salire su un barcone con altri disgraziati come me, quando la "cura Lagarde" comincerà a far sentire i suoi effetti di miseria totale su un Paese già terribilmente impoverito, mi auguro sarà consentito anche a me, povero migrante italico con le pezze alle terga. Magari i "cani da guardia" locali chiuderanno un occhio e forse due (ci sono abituati, del resto...) e poi posso sempre fare riferimento ad una formidabile arma di distrazione di massa: travestirmi <i>à la</i> Al Jolson. Così avrò il beneplacito delle polizie, della Sinistra "illuminata", dei 5 Stalle, dell'ONU e della Chiesa. Tuttavia, se anche dovessi riuscire a prendere il largo con altri disgraziati come me, sarà interessante scoprire quale sarà l'atteggiamento delle polizie (straniere) all'arrivo. Sono pochi i Paesi pieni di dementi come il nostro...</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b> Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-_tDglaqFDKQ/XmuBEKJf2VI/AAAAAAAAIf0/GvrzPZN7w2QgzICQYKVwwdQbt6Rc8mIogCLcBGAsYHQ/s1600/Al_Jolson_1924.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="951" data-original-width="677" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-_tDglaqFDKQ/XmuBEKJf2VI/AAAAAAAAIf0/GvrzPZN7w2QgzICQYKVwwdQbt6Rc8mIogCLcBGAsYHQ/s400/Al_Jolson_1924.jpg" width="283" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-85668904142659117772020-03-10T11:33:00.000+01:002020-03-10T11:37:28.561+01:00Il mio "Vaffa Day"<div style="text-align: justify;">
Iniziare una giornata compilando moduli di autocertificazione per moglie e figlio, di modo che possano recarsi in Comuni limitrofi a quello di residenza, secondo le migliori tradizioni dell'Unione Sovietica staliniana, ha colmato la mia vita già scarsissimamente relazionale (non esco quasi mai di casa, non sento la necessità di incontrare e relazionarmi con "umani", affetti o meno che siano da Corona virus) di una componente che invero le mancava, vale a dire un "vaffa day". Per contro, a scrivere minchiate burocratiche, nel giro di una mezzora ho lanciato un numero di "vaffa" superiore a quello di qualsiasi manifestazione "grullina" e ho anche potuto ringraziarli - a modo mio - con tutto l'affetto che va rivolto ai finti libertari, ai securitari, ai giustizialisti. A tutti coloro che si sentono soddisfatti quando possono dire: "la galera rende liberi" e magari risiedono nell'ameno paesino di Sant'Ilario, sebbene si capisca che non hanno fattezze né movenze né redditi da missionario...</div>
<div style="text-align: justify;">
A costoro, con il loro pseudo-azzimato "avvocato del popolo" (sic), è dedicato il mio personale V-Day, perché - si sa - "il campo (di concentramento) rende liberi"...</div>
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<br /></div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-xem_vwQj9hI/XmdsTpnVBNI/AAAAAAAAIfo/7wnEabgcnnQYkoX10NNTunE7hjAdlPMdQCLcBGAsYHQ/s1600/V-Day.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="131" data-original-width="286" height="183" src="https://1.bp.blogspot.com/-xem_vwQj9hI/XmdsTpnVBNI/AAAAAAAAIfo/7wnEabgcnnQYkoX10NNTunE7hjAdlPMdQCLcBGAsYHQ/s400/V-Day.jpg" width="400" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-84360041671993262422020-03-10T11:14:00.004+01:002020-03-10T11:14:36.525+01:00Stiamo lavorando per voi...<div class="_5pbx userContent _3576" data-ft="{"tn":"K"}" data-testid="post_message" id="js_1uc" style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 1.38; margin-top: 6px;">
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="display: inline; font-family: inherit; margin-top: 6px;">
Ma voi non potrete lavorare e magari neppure andarci (a lavorare), per cui i più "fortunati" moriranno di corona virus; gli altri, molto più semplicemente, per disoccupazione, povertà e fame. Come sempre, "dobbiamo distruggervi per salvarvi"...<br />Tutte vecchie storie, tutte dannatamente uguali, tutte regolarmente diffuse dagli "amici (e avvocati...) del popolo" e tutte regolarmente "bevute" dai "legittimi destinatari". Prosit.</div>
</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<div style="display: inline; font-family: inherit; margin-top: 6px;">
<b><br /></b></div>
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<div class="_3x-2" data-ft="{"tn":"H"}" style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;">
<div data-ft="{"tn":"H"}" style="font-family: inherit;">
<div class="mtm" style="font-family: inherit; margin-top: 10px;">
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<div class="_1ktf" data-ft="{"tn":"E"}" style="font-family: inherit; margin-left: -12px;">
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-4034688936662263212020-03-10T11:07:00.001+01:002020-03-10T11:07:09.429+01:00Il potere del mitoQuesto è il titolo dell'ultimo numero di "Limes - Rivista italiana di geopolitica" (2/2020). Preceduto da un eccellente editoriale del suo direttore, Lucio Caracciolo, scritto in quel linguaggio fantasticamente immaginifico che gli è proprio, la lettura parziale di questo numero mi ha indotto ad alcune riflessioni:<br />
1) "Il potere del mito" è un titolo che si attaglia alla perfezione alla situazione italiana di questi giorni, dove una gestione incredibilmente amatoriale di una catastrofe comunicativa ha prodotto una situazione altamente mitopoietica, i cui cascami vediamo quotidianamente in azione a vari livelli. Lucido esercizio di terrorismo mediatico, direi ormai "corona"-to da successo, e pronto a essere iterato ad altri livelli e in altri campi, non appena se ne presenterà l'occasione...<br />
2) Mentre il "potere del mito" si conferma, appare tuttavia chiara la natura leggendaria (dunque non credibile e non creduta più da molti, se non da coloro che ne traggono solide prebende e posizioni di potere) dell'economicismo europeo, l'essere l'UE una leggenda economicista, oggi sempre più in crisi e pronta - quando il potere del mito avrà prodotto i suoi auspicabili effetti a livello economico - a essere oggetto di contestazioni sempre più forti, da parte di popoli ridotti in gravissima povertà e dunque, messi con le spalle al muro, a rischiare qualcosa per liberarsi dai propri sfruttatori e affamatori.<br />
3) L'economicismo, la visione economica della vita associata e della politica, non serve più a nulla, se non ad assicurare povertà, fuoriuscita dalla storia e servaggio, il che conferma che la UE ormai è postuma e la gente crederà sempre meno alle sue risibili parole d'ordine.<br />
4) Su questo sfondo si impone - terribile ma al tempo stesso bellissimo, perché gravido di futuro - il cruciale quesito leniniano: "Che fare?". Sto riflettendo da tempo su questo interrogativo e ci sto riflettendo ancor più nel momento che il "mito virale" - si tratti o meno di un fenomeno di "guerra ibrida" e/o di una "moltiplicazione di potenza" (o di impotenza...) - pare essere in grado di modificare dal profondo tutti gli scenari che abbiamo conosciuto fino ad oggi e a far lievitare, per mezzo di dolori e sofferenze, come accade sempre nella storia, situazioni, ipotesi e opzioni nuove.<br />
Come sarà, l'anno che verrà? Occorrerà prepararvisi, bramosi di novità anche sconvolgenti la morta gora dell'UE dei "beati possidentes". Questa è la verità: servono nuovi miti: di crescita, di libertà, di potenza. Il resto è roba per soggetti che valutano tutto a colpi di PIL e di ville che riescono a costruirsi di conseguenza...<br />
<br />
<b>Piero Visani</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-HJTdAZ-cNsw/Xmdmbfdp-HI/AAAAAAAAIfc/ggap5mTeBOoFXFnrfgZt1vsCeTdV8oe5QCLcBGAsYHQ/s1600/Limes%2B2-2020.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="370" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-HJTdAZ-cNsw/Xmdmbfdp-HI/AAAAAAAAIfc/ggap5mTeBOoFXFnrfgZt1vsCeTdV8oe5QCLcBGAsYHQ/s400/Limes%2B2-2020.jpg" width="282" /></a></div>
<b><br /></b>Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-77307254075424856412020-03-10T10:59:00.000+01:002020-03-10T10:59:12.488+01:00Una catastrofe comunicativa<div class="_1dwg _1w_m _q7o" data-vc-ignore-dynamic="1" style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 12px 12px 0px;">
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Nel corso della mia lunga esperienza professionale nel campo della comunicazione politico-militare, mi sono trovato a fare i conti con situazioni non propriamente facili come il "caso Ustica" e parecchie questioni successive, come "la notte di Bellini e Cocciolone" durante la prima Guerra del Golfo (febbraio 1991) o lo scontro del "check point Pasta" a Mogadiscio (2 luglio 1993).<br />Tutte crisi comunicative molto gravi, talvolta gestite da un team di <span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;">"crisis management", talaltra svolte in collaborazione tra istituzioni diverse, nel palese intento di minimizzare gli effetti della crisi stessa.<br />La logica che ispirava i singoli interventi era sempre quella del "troncare, sopire..." di manzoniana memoria e non pochi erano i professionisti della comunicazione chiamati a dare il loro contributo di competenze per una gestione degli eventi che fosse, se non proprio positiva, di certo non eterotelica...<br />Nessuno di essi - questo va detto - si era formato alla scuola del "Grande Fratello", ma tutti avevano un solido retroterra di esperienze e tutti avevano in mente un concetto ben chiaro: NESSUNA CRISI COMUNICATIVA, PER QUANTO GRAVE, DEVE AVERE LA POSSIBILITA' DI TRASFORMARSI IN CATASTROFE COMUNICATIVA, perché un evento del genere rende le crisi ingestibili e le trasforma in eventi di estrema nocività per un Paese.<br />Quel che vedo in questi giorni, mi rende perfettamente consapevole del fatto che, oltre a un governo di dilettanti allo sbaraglio, abbiamo pure un esecutivo di amanti del suicidio collettivo e di Stato, di deliberati affossatori di un Paese e della sua economia, magari con la scusa di tutelare la salute pubblica con provvedimenti la cui logica ricorda il Comitato di Salute Pubblica di giacobina memoria. Diciamolo con chiarezza una volta per tutte: la "scuola della vita" e quella "della strada" insegnano al massimo a fare le peripatetiche, e forse è pure troppo...</span></div>
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<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"> <b>Piero Visani</b></span></div>
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<img alt="L'immagine può contenere: una o più persone e scarpe" class="scaledImageFitWidth img" data-src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/89377639_2525238147696338_4947704567241375744_n.jpg?_nc_cat=101&_nc_sid=8024bb&_nc_ohc=cAi8vuVwzcwAX-84Gg1&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=1b755177b47198323b876dde474a2cb8&oe=5E8FE030" height="289" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/89377639_2525238147696338_4947704567241375744_n.jpg?_nc_cat=101&_nc_sid=8024bb&_nc_ohc=cAi8vuVwzcwAX-84Gg1&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=1b755177b47198323b876dde474a2cb8&oe=5E8FE030" style="border: 0px; height: auto; min-height: initial; position: relative; width: 514px;" width="514" /></div>
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<span aria-label="Scopri chi ha aggiunto una reazione" class="_1n9r _66lh" role="toolbar" style="align-items: center; display: flex; font-family: inherit; margin-bottom: -2px; margin-right: 2px; margin-top: -2px;"><span class="_1n9k" data-hover="tooltip" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-radius: 12px; display: inline-block; font-family: inherit; font-size: 11px; line-height: 16px; margin: 0px 0px 0px -2px; outline: none; padding: 2px; position: relative; z-index: 3;" tabindex="-1"><a ajaxify="/ufi/reaction/profile/dialog/?ft_ent_identifier=ZmVlZGJhY2s6MjUyNTIzODI3MTAyOTY1OQ%3D%3D&reaction_type=1&av=100006305324181" aria-label="138 Mi piace" class="_1n9l" href="https://www.facebook.com/ufi/reaction/profile/browser/?ft_ent_identifier=ZmVlZGJhY2s6MjUyNTIzODI3MTAyOTY1OQ%3D%3D&av=100006305324181" rel="dialog" role="button" style="color: #385898; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" tabindex="0"><i class="q9uorilb l9j0dhe7 hm271qws ov9facns khgy6jzf sp_c_SJxOvOIB7 sx_eb81bd" role="img" style="background-image: url("/rsrc.php/v3/yj/r/ToOzSWtkvd9.png"); background-position: -19px -1355px; background-repeat: no-repeat; background-size: auto; display: inline-block; height: 18px; position: relative; vertical-align: top; width: 18px;"></i></a></span></span></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-45186513363763494212020-03-10T10:54:00.002+01:002020-03-10T10:55:20.176+01:00La seconda Italia<div class="_1dwg _1w_m _q7o" data-vc-ignore-dynamic="1" style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; padding: 12px 12px 0px;">
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La fotografia del capitano Gennaro Arma, comandante della nave da crociera "Diamond Princess" ormeggiata al porto di Yokohama, che abbandona per ultimo la sua nave, nell'elegante tenuta d'ordinanza, ha fatto per nostra fortuna il giro del mondo, risollevando un minimo l'ormai inesistente prestigio internazionale di un paese governato da dilettanti allo sbaraglio, diffusori di notizie false e tendenziose, nevrotici schizzati e comunicatori (più che profeti...<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;">) di sventura.<br />Esiste in effetti un'Italia un po' diversa da quella degli Schettino, un'Italia di gente che non abbandona la nave che affonda per prima, che non ha bisogno di farsi dire "comandante, torni a bordo, cazzo!", perché conosce le regole sempiterne della marineria e si sentirebbe un verme se non le osservasse. Ovviamente nessuna università del "bel Paese" chiamerà mai il comandante Arma a fare lezioni di "gestione delle crisi", come accadde invece a Schettino, ma - se qualcuno lo chiamasse - vorrebbe dire che non siano più in Cialtronia e questo appare davvero il sogno di un inizio primavera.<br />In effetti, quelli che si comportano come il comandante Arma non sono italiani di prima classe, ma di seconda, anzi di terza o di quart'ultima, perché contano niente, non hanno diritto di parola, non hanno alcunché da insegnare al prossimo e - se qualcuno li chiama molto inopportunamente "eroi" - hanno il buon gusto di ricordare ai loro (falsi) apologeti che nel fare il proprio dovere non c'è alcunché di eroico, ma ci sono rispetto delle tradizioni, etica professionale, buon gusto; in una parola, stile. E lo stile è l'uomo e questa è la ragione per cui, in un Paese ormai del tutto privo di stile, mancano sempre più clamorosamente gli uomini.<br />Chi conosce le tradizioni della marineria militare, del resto, sa che questo è il Paese dei Durand de la Penne, dei Borghese, dei Fecia di Cossato e dei Bergamini, ma anche quello dei Persano, dei de Courten e dei Maugeri. Sappiamo che - per vocazione antica - l'Italia ha scelto di privilegiare i secondi, e mal gliene incolse. Questi ultimi, peraltro, non sono andati mai a fondo con le loro navi e tanto meno ne sono scesi per ultimi. Hanno preferito portare con sé una Nazione intera, peraltro saldamente convinta che "i furbi, come sempre, non affogano". E il prestigio internazionale di cui oggi essa gode dimostra che forse non è propriamente così...</span><br />
<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"><br /></span>
<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"><b>Piero Visani</b></span></div>
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<div class="uiScaledImageContainer _4-ep" id="u_fetchstream_18_2" style="font-family: inherit; height: 342px; overflow: hidden; position: relative; width: 514px;">
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<span aria-label="Scopri chi ha aggiunto una reazione" class="_1n9r _66lh" role="toolbar" style="display: flex; font-family: inherit; margin-bottom: -2px; margin-right: 2px; margin-top: -2px;"><span class="_1n9k" data-hover="tooltip" style="border-radius: 12px; display: inline-block; font-family: inherit; font-size: 11px; line-height: 16px; margin: 0px 0px 0px -2px; outline: none; padding: 2px; position: relative; z-index: 3;" tabindex="-1"><a ajaxify="/ufi/reaction/profile/dialog/?ft_ent_identifier=ZmVlZGJhY2s6MjUyMTIwNTU4ODA5OTU5NA%3D%3D&reaction_type=1&av=100006305324181" aria-label="129 Mi piace" class="_1n9l" href="https://www.facebook.com/ufi/reaction/profile/browser/?ft_ent_identifier=ZmVlZGJhY2s6MjUyMTIwNTU4ODA5OTU5NA%3D%3D&av=100006305324181" rel="dialog" role="button" style="color: #385898; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" tabindex="0"><i class="q9uorilb l9j0dhe7 hm271qws ov9facns khgy6jzf sp_c_SJxOvOIB7 sx_eb81bd" role="img" style="background-image: url("/rsrc.php/v3/yj/r/ToOzSWtkvd9.png"); background-position: -19px -1355px; background-repeat: no-repeat; background-size: auto; display: inline-block; height: 18px; position: relative; vertical-align: top; width: 18px;"></i></a></span></span></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-30722109427997061192020-02-27T10:13:00.002+01:002020-02-27T10:13:38.199+01:00Rampa di lancio<div style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; text-align: justify;">
Mancano poco più di tre mesi alla pubblicazione del mio libro "Storia della guerra nel XX secolo" (OAKS Editrice, Milano 2020, 240 pp., prezzo 18 euro, in uscita il prossimo 15 giugno), ma il suo predecessore, "Storia della guerra dall'antichità al Novecento" (OAKS Editrice, Milano 2018, 195 pp., prezzo 15.30 euro) continua a comportarsi egregiamente: ieri era risalito al 14° posto della classifica IBS di settore e oggi è al 15°. Come tale, può fungere da posi<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;">tiva rampa di lancio per la vendita del suo seguito, il quale - trattando solo della guerra nel Novecento e agli albori del nuovo millennio - dovrebbe certamente avere un pubblico potenziale più ampio.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"> Mi immagino che si potrebbe anche tentare una vendita in abbinamento dei due volumi, magari al traino di un quotidiano nazionale.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1c1e21; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"> Al tempo stesso, sto raccogliendo una vasta documentazione per scrivere un saggio sulla "guerra ibrida", latamente intesa, che dovrebbe costituire il mio prossimo impegno polemologico, il protrarsi del mio tentativo di "pensare la guerra" del presente e soprattutto del futuro.</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"> <b>Piero Visani</b></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
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<a href="https://www.ibs.it/storia-della-guerra-dall-antichita-libro-piero-visani/e/9788894807257">https://www.ibs.it/storia-della-guerra-dall-antichita-libro-piero-visani/e/9788894807257</a></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-34307635376293524132020-02-24T09:30:00.001+01:002020-02-24T09:30:50.330+01:00L'inferiorità metapolitica<div style="text-align: justify;">
Dal momento che, quando si parla di metapolitica, l'occhio dei "centrodestri" italici si fa ancora più vacuo di quanto non sia abitualmente (e lo è già parecchio...), farò un esempio concreto, di quelli che - "con un piccolo aiuto degli amici"... - magari riusciranno a comprendere, visto che si tiene a debita distanza dal disprezzatissimo pensiero astratto: vi risulta che qualche magistrato si sia mosso onde denunciare qualche membro del governo, dal presidente del Consiglio in giù, per comportamento inizialmente molto omissivo nei riguardi del "Corona virus" e per aver parlato molto di razzismo, più che di altre forme di contagio? No, naturalmente. Come pure nessuna denuncia al Tribunale dei ministri, come accadde in passato a un ministro degli Interni. Tutti silenti, "allineati e coperti", per nulla attenti alle molte omissioni di controllo e alle troppe restrizioni alla libertà dei cittadini degli ultimissimi giorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non controllare il <i>Deep State</i>, lo "Stato profondo", e non riuscire a fare politica a causa di tale mancato controllo: questa è inferiorità metapolitica, grave.</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-fRN_2o1eZus/XlOJdLjkBpI/AAAAAAAAIe8/zjnnmIwvBSUzUxFjr3FfD7O52elkdyaoQCLcBGAsYHQ/s1600/corona-birra-coronavirus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-fRN_2o1eZus/XlOJdLjkBpI/AAAAAAAAIe8/zjnnmIwvBSUzUxFjr3FfD7O52elkdyaoQCLcBGAsYHQ/s400/corona-birra-coronavirus.jpg" width="400" /></a></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-91844201481797423772020-02-09T19:35:00.003+01:002020-02-09T19:35:49.328+01:00America contro Iran<div style="text-align: justify;">
L'ultimo numero di <i>Limes - Rivista italiana di geopolitica</i> (n. 1/2020) è dedicato ad un tema di strettissima attualità come "America contro Iran". Tra vari contributi di notevole livello, spicca quello del generale Carlo Jean, che ho sempre considerato un mio maestro, ricco di gustosi (e piccanti...) commenti sulla "politica estera" italica in generale e sulla questione libica in particolare, dove si leggono giudizi di questo tenore: "<i>sembra che la politica estera sia divenuta una trasmissione televisiva tipo </i>Grande Fratello. Non credo che neppure coloro che vengono giustamente chiamati "dilettanti allo sbaraglio" abbiano pensato di poter influire [sulla medesima] cercando di allestire un doppio incontro con Haftar e al-Sarrag sull'andamento della crisi in Libia" [p. 243].</div>
<div style="text-align: justify;">
E la chiusa dell'articolo (significativamente intitolato <i>A ridatece er puzzone, </i>pp. 241-245) vale l'acquisto (o quanto meno la lettura) dell'intero numero della rivista: "<i>La questione libica non dovrebbe essere affrontata dal nostro paese come se si trattasse di una campagna elettorale interna. Passi che le invocazioni pacifiste vengano dal Vaticano. E' il suo mestiere farlo. E' anche comprensibile che l'attuale pontefice trascuri quanto detto da Giovanni Paolo II in riferimento alla prima guerra del Golfo, ovvero di non essere pacifista, ma di essere per la pace. Quando è in atto una guerra, se ne può imporre la fine o una tregua. </i><b><i>Non lo si può fare con la semplice maledizione della guerra. Ci si pone così al di fuori della storia. Prima o poi si cade nel ridicolo. Purtroppo il nostro paese lo sta facendo, con grande sollazzo internazionale, come ad esempio nominando un comico a rappresentarci nella commissione dell'Unesco. Speriamo che non si insista troppo sulla partecipazione al "tavolo di lavoro" della Russia e della Turchia sulla pace in Libia, su embarghi non imposti con la forza o su cervellotiche </i>no-fly zones<i>, sparate come proposte geniali da parte di consiglieri strategici atterrati dalla Terra dei Fuochi alla Farnesina"</i> [p. 245].</b></div>
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<b><br /></b></div>
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Vagamente crudele, la conclusione, ma un giusto e dovuto riconoscimento ai perduranti seguaci dell'"uno vale uno"...</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-wwTRfclE2Fc/XkBQyjKkbfI/AAAAAAAAIeo/qBUH9mpSHyYiQ5js5gbkJiyNF0eOidxcgCLcBGAsYHQ/s1600/Limes%2B1%2B2020.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="189" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-wwTRfclE2Fc/XkBQyjKkbfI/AAAAAAAAIeo/qBUH9mpSHyYiQ5js5gbkJiyNF0eOidxcgCLcBGAsYHQ/s400/Limes%2B1%2B2020.jpg" width="283" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-90444083372221453862020-01-30T10:22:00.000+01:002020-01-30T10:26:09.723+01:00Wellingtoniana e... Salviniana<div style="text-align: justify;">
Dal momento che mi pare di capire - da certi comportamenti - che non solo si intende insistere in strategie comunicative totalmente errate, ma si vuole pure accentuarle, ricorrerò all'aneddotica, soluzione immaginifica adatta a penetrare (forse...) nelle menti più semplici e meno provvedute...</div>
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<br /></div>
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Notte fra sabato 17 e domenica 18 giugno 1815. Piana di Waterloo. La giornata è stata afosa e il calare delle tenebre non ha portato refrigerio. Qualche tuono annuncia che presto potrebbe scoppiare un temporale anche di forte intensità, ma per il momento ancora si fa attendere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel quartier generale britannico, nei pressi di Mont Saint-Jean, gli aiutanti di campo (molti dei quali giovani e giovanissimi rampolli della nobiltà inglese) e gli ufficiali subalterni si affollano intorno al loro comandante, il duca di Wellington, certamente per trarre conforto e sicurezza dalla sua calma glaciale. Per alcuni, che per ragioni anagrafiche non avevano potuto prendere parte alla Guerra Peninsulare in Spagna e Portogallo (1808-1814) contro i francesi, quella che si annunciava per l'indomani era la prima grande battaglia della loro vita (e per non pochi di essi sarebbe stata anche l'ultima...)</div>
<div style="text-align: justify;">
Il desiderio di avere indicazioni su cosa sarebbe potuto accadere il giorno dopo era troppo forte, per cui i più audaci azzardarono a chiederlo al loro comandante: "Vostra Grazia, che cosa accadrà domani?".</div>
<div style="text-align: justify;">
Con il suo consueto, nobiliare distacco, il "Duca di ferro" [così era soprannominato] li guardò con l'aria serena di un comandante che di battaglie ne aveva vinte molte, contro i francesi, e rispose: "<i>Verranno su alla solita vecchia maniera</i> [si riferiva al fatto che i francesi erano soliti attaccare in colonne di battaglione, invece che in linea] <i>e noi li batteremo alla solita vecchia maniera"</i> [vale a dire con i reparti schierati in linea, che potevano sviluppare un volume di fuoco nettamente superiore a quello dei francesi, come era accaduto a partire dalla battaglia di Maida, in Calabria, nel 1806, ed era continuato per tutta la Guerra Peninsulare, senza che i comandanti francesi - salvo pochissime eccezioni - si accorgessero della natura del problema].</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo accadde puntualmente anche il giorno dopo, a Waterloo.</div>
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L'aneddoto serve solo a ricordare che l'iterazione di tattiche e strategie già dimostratesi perdenti in varie occasioni, specie quanto si va all'attacco di gente molto abile nella difesa, serve solo a perdere una volta di più e forse sarebbe meglio cambiarle. Forse...</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-f4jYjH0G4YA/XjKgFdpKInI/AAAAAAAAIec/dSMh5WImDBAQwa4YthbqenrtwDpzblD1wCLcBGAsYHQ/s1600/Wellington.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="263" data-original-width="192" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-f4jYjH0G4YA/XjKgFdpKInI/AAAAAAAAIec/dSMh5WImDBAQwa4YthbqenrtwDpzblD1wCLcBGAsYHQ/s400/Wellington.jpg" width="292" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-3548980924718491472020-01-19T15:04:00.000+01:002020-01-19T15:04:08.783+01:00"Storia della guerra nel XX secolo"<div style="text-align: justify;">
Ho appena consegnato il mio ultimo libro, <i>Storia della guerra nel XX secolo</i>, all'editore, Luca Gallesi di OAKS Editrice, Milano, che mi ha confermato che intende metterlo subito in lavorazione. Quando uscirà, venendo dopo a <i>Storia della guerra dall'antichità al Novecento </i>(OAKS Editrice, Milano 2018), questa sintetica cavalcata storica dalle guerre dell'antichità greca a quelle odierne, con qualche anticipazione su quelle del futuro, sarà infine completata, come mi ero ripromesso di fare nel 2017. Ora si tratterà di capire a quali temi dedicare i miei prossimi lavori: c'è un progetto su una biografia del generale americano Douglas MacArthur e il mio sogno di fare uno studio ad ampio spettro sulla guerra ibrida, ma ancora, in merito a quest'ultimo, non ho preso una decisione definitiva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quel che è certo è che, mentre <i>ruit inreparabile tempus</i>, si accresce l'urgenza di lasciare qualche testimonianza dietro di me. "L'uno vale uno", in questi campi, è frutto più della capacità di scrittura del singolo Autore che dell'analfabetismo di ritorno (e anche di andata...) di un pubblico distratto. </div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-jaUfYVcfnWE/XiRgleInKrI/AAAAAAAAIeM/66Eq5nk1DFox_IZc9fB6ow517_dzkgBAACLcBGAsYHQ/s1600/AAAA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="277" data-original-width="182" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-jaUfYVcfnWE/XiRgleInKrI/AAAAAAAAIeM/66Eq5nk1DFox_IZc9fB6ow517_dzkgBAACLcBGAsYHQ/s400/AAAA.jpg" width="262" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-90546500204350597512020-01-08T15:02:00.002+01:002020-01-08T16:13:01.476+01:00La storia siete voi...<div style="text-align: justify;">
Uscita dalla storia nel 1945, per le note vicende belliche, e mai più rientratavi per le scelte politico-culturali delle sue classi dirigenti, l'Italia ha ritenuto per decenni che la sua fosse una condizione privilegiata e immutabile, ha sviluppato una cultura <i>ad hoc</i>, quella dell'eterna vacanza (intesa nel significato originale di "assenza") da tutto e da tutti, e ha ritenuto che ciò potesse giovarle moltissimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il risultato dell'Italia è oggi del tutto analogo a quello dell'Alitalia: è talmente disastrata, sotto tutti i punti di vista, che non solo non interessa più ad alcuno, ma nessuno la vuole neppure comprare, visto che nessun acquirente ha ambizioni di farsi carico di un cumulo di debiti e di una solida categoria di nullafacenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto alla politica estera, la logica dell'"uno vale uno" ha portato a diventare il titolare di quel fondamentale dicastero un "politico" che - come emerge da un gustoso ritrattino dedicatogli da Mattia Feltri su "La Stampa" di oggi - ritiene che le vendite di parmigiano reggiano siano più importanti delle scelte fondamentali di politica internazionale e che, richiesto dalla dirigenza di Tripoli di fornire armi e sostegno politico-militare, spera di potersela cavare fornendo qualche stantia frase di solidarietà, per cui al nostro posto arriva subito la Turchia (adeguatamente fornita di quanto richiesto da al-Sarraj).</div>
<div style="text-align: justify;">
La scelta - certo non solo dei 5 stelle, ma della quasi totalità dell'Italia repubblicana - di uscire dalla storia per sempre ci ha portato allo "zero vale zero", che è il nostro valore attuale, non spendibile ovviamente su alcun mercato. Il mondo resta e resterà quello che è sempre stato: un posto dove contano il peso politico, la potenza militare, i fatti concreti e non le belle parole. Parafrasando Battiato, "il giorno del giudizio" - che si avvicina a grandi passi, perché la Storia non è finita, anzi sta accelerando - "non [vi] servirà il politichese". Il destino dei deboli - e noi lo siamo, ancor più culturalmente che economicamente o politicamente - è il servaggio. Eccoci.</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ApHZtH0XUzM/XhXg0xq69tI/AAAAAAAAIeA/ZIzM8TeYzZEcbFWbSeFb5vOL5yFL_azYACLcBGAsYHQ/s1600/Finis%2Bitaliae.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="178" data-original-width="284" height="250" src="https://1.bp.blogspot.com/-ApHZtH0XUzM/XhXg0xq69tI/AAAAAAAAIeA/ZIzM8TeYzZEcbFWbSeFb5vOL5yFL_azYACLcBGAsYHQ/s400/Finis%2Bitaliae.png" width="400" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-44383415365292016332019-12-18T10:12:00.002+01:002019-12-18T10:12:15.842+01:00Modesta proposta per prevenire<div style="text-align: justify;">
Dal momento che l'essenza delle festività di massa è la sodomia (anch'essa di massa...), prima di essere sommerso dall'onda ahimè non anomala (anzi fin troppo normale) di melassa che mi verrà addosso nei prossimi giorni, mi permetto di suggerire - a chi abbia ancora qualche figlio o nipote da aiutare a crescere in maniera che gli consenta di cercare di stare al mondo da uomo libero, non da preda - il mio libro su "<i>Storia della guerra dall'antichità al Novecento</i>" (Oaks Editrice, Milano 2018, 195 pp., prezzo 18 euro), così da trascorrere in maniera costruttiva le cosiddette feste, e prepararsi alla lettura del suo seguito, "<i>Storia della guerra nel XX secolo</i>", che uscirà per il medesimo editore nella primavera del 2020 e che sarà dedicato alla contemporaneità, o quasi, e ai modi per sopravvivervi...</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono perfettamente consapevole che molti amano sognare, ma, non avendo noi predisposto per tempo una "Italexit" e dovendo predisporci a lunghi anni di sofferenza sotto il nuovo motto dell'Unione Europea - che è e sarà "la disoccupazione NON rende liberi"... - penso sia giusto leggere con attenzione testi che mostrano come il nostro futuro non sarà affatto immerso nella melassa, ma in altro materiale che sempre per "me..." inizia, ma non per "lassa" finisce (anche se è sicuramente frutto del ricorso a lassativi, veri e metaforici...).</div>
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Buona lettura!</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-KE2ugrKJPf8/Xfns8ddYHxI/AAAAAAAAIdo/-d5dbCxKlJsc_t9ANCftwGVyNPLumokXgCLcBGAsYHQ/s1600/AAAA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="277" data-original-width="182" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-KE2ugrKJPf8/Xfns8ddYHxI/AAAAAAAAIdo/-d5dbCxKlJsc_t9ANCftwGVyNPLumokXgCLcBGAsYHQ/s400/AAAA.jpg" width="262" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-31346881684809573982019-12-17T19:44:00.002+01:002019-12-17T19:44:46.166+01:00Quesito di fine anno<div style="text-align: justify;">
Credo che la lunga lista di fallimenti che lo Stato italiano sta accumulando, con interventi resi necessari per evitare il collasso di un po' di tutto e dare non un futuro (perché quello palesemente non esiste più) ma almeno un presente a famiglie di poveri lavoratori e risparmiatori prese solennemente per le terga, renda più urgente che mai la formulazione di un quesito fondamentale: <b>quanto resisterà ancora lo Stato italiano prima di esplodere/implodere? </b>Con i giovani di valore che fuggono all'estero (giustamente) per non dover mantenere a ufo una massa di adepti dell'"uno vale uno"; con l'invecchiamento demografico ormai spettrale e il sistema pensionistico al collasso; con l'intero Paese piegato sotto il peso delle tasse per mantenere il sistema politico/burocratico, il "socio occulto che fa fallire tutto e tutti", credo che sia ormai giunto il tempo dei discorsi verticali. <b>Quanto durerà ancora questo Paese, quanto sopravviverà al suo fallimento totale in tempo di pace?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Personalmente, penso poco, piuttosto poco; <b>ma so che la narrazione dominante vuole che al popolo bue venga raccontata la sempiterna fola dell'andreottiano "alla fine tutto si aggiusta". E' una narrazione largamente condivisa e perfino sommessamente elogiata, solo che viene dimenticata la vera "fine della storia". In effetti, in Italia "alla fine tutto si aggiusta", ma come "si è aggiustato" per l'avvocato Ambrosoli e - oggi - non ce n'è più solo uno, oggi <u>lo siamo tutti noi...</u></b></div>
<div style="text-align: justify;">
Poiché a me piace da pazzi l'humour nero, si accettano scommesse sulla data prevedibile della <i>Boa Morte</i>, che - considerato come si vive mediamente qui - sarà sicuramente una scelta di vita.</div>
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<b>Piero Visani</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b><br /></b>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Za4DoYo_gfU/XfkhycDUK-I/AAAAAAAAIdc/3TzZmXQ6jIcgdkqEBUHP7vpWRi2keQgswCLcBGAsYHQ/s1600/delitto%2Bambrosoli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="443" data-original-width="593" height="298" src="https://1.bp.blogspot.com/-Za4DoYo_gfU/XfkhycDUK-I/AAAAAAAAIdc/3TzZmXQ6jIcgdkqEBUHP7vpWRi2keQgswCLcBGAsYHQ/s400/delitto%2Bambrosoli.jpg" width="400" /></a></div>
<b><br /></b></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-39775855077608715082019-12-15T13:55:00.001+01:002019-12-15T13:57:33.208+01:00Pagliuzze e... travi<div style="text-align: justify;">
Nel mondo politico italiano, dove in genere si sprecano i "laureati all'università della vita", i bibitari, i seguaci dell' "uno vale uno", i periti odontotecnici e i periti agronomi (titoli rispettabilissimi, per attività tecnico-pratiche), oltre agli studenti "fuori corso" in SPE (Servizio Permanente Effettivo), sono partite bordate contro il primo ministro britannico Boris Johnson, reo di avere vinto alla grande le recentissime elezioni politiche in quel Paese. Di lui la Sinistra italiana ha evidenziato il fatto di essere il rappresentante di una "Destra ignorante e incolta".</div>
<div style="text-align: justify;">
Detto da cotanto pulpito, ci sarebbe già da sorridere, anche se - al riguardo - c'è da ammettere che la Sinistra italiana è fuorviata dalla presenza, in Italia, di una Destra che si impegna con costanza ed eccellenti risultati - specie a livello politico - per corrispondere allo stereotipo di tanta belluina ignoranza, in genere riuscendovi perfettamente, peraltro...</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante i suoi modi rudi e decisionisti, forse troppo "macho" per certa Sinistra di casa nostra, Johnson è in realtà un intellettuale raffinato, con solidi studi classici alle proprie spalle, appassionato della lingua latina e favorevole alla sua reintroduzione nella formazione dei giovani, nonché cultore della storia e della cultura di Roma, e autore di un significativo saggio in materia, <i>Il sogno di Roma. La lezione dell'antichità per capire l'Europa di oggi, </i>edito in Italia da Garzanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, tutto questo non lo renderà comprensibilmente più simpatico alle Sinistre, ma certo lo pone nettamente al di sopra della media dei politici italiani, che almeno di una cautela dovrebbero dare costantemente prova: evitare di dare dell'ignorante a molti dei loro colleghi di altri Paesi, perché è una pratica destinata solo a risultare un eclatante caso di eterogenesi dei fini. Va detto peraltro che anche i loro elettori sono in genere entusiasti della propria belluina ignoranza, per cui questo è il caso classico in cui un ignorante con laticlavio ne vale uno senza (favoloso esempio di "uno vale uno" e anche più di uno...): e vissero tutti infelici e in progressivo fallimento. Ma piace così e dunque <i>laissez faire, laissez passer...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-0KPC72kJUOc/XfYszy4M_1I/AAAAAAAAIdQ/OLs7wBZFJdYBvsAJ1O5SJsieBPtyB0qDgCLcBGAsYHQ/s1600/Rod-Stewart-Boris-Johnson-696x442.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="696" height="253" src="https://1.bp.blogspot.com/-0KPC72kJUOc/XfYszy4M_1I/AAAAAAAAIdQ/OLs7wBZFJdYBvsAJ1O5SJsieBPtyB0qDgCLcBGAsYHQ/s400/Rod-Stewart-Boris-Johnson-696x442.jpg" width="400" /></a></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-44995596935672759562019-12-13T10:34:00.004+01:002019-12-13T10:34:56.633+01:00Via dalla pazza folla<div style="text-align: justify;">
Lungi da me il pensare che la politica possa servire - oggi - a cambiare più di tanto le cose. Sono però contento della valanga di voti raccolti nelle elezioni britanniche di ieri dal partito conservatore di Boris Johnson, non perché io nutra una qualche propensione conservatrice, anzi, ma perché sono stato a lungo nel Regno Unito e ne conosco i livelli di libertà individuale, del tutto sconosciuti nel lager fiscal-totalitario della UE.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non dimentico inoltre che erano ormai anni che la scelta in favore della Brexit, pronunciata con una maggioranza di 52 a 48, era stata ostacolata in ogni modo e in ogni senso da quanti sono talmente democratici che, <b>se una consultazione referendaria NON va come essi avevano auspicato e sperato, in nome del loro straordinario ossequio alla volontà popolare si battono in tutti i modi per differirne l'applicazione e - se possibile - farla ripetere.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho provato le straordinarie doti libertarie della democrazia, prima ancora che diventasse democrazia totalitaria, fin da ragazzo, cioè dai primi anni Sessanta, ma essa ora ha perduto <b>anche il comune senso del pudore, per cui, o si fa come vogliono coloro che la guidano, oppure non è democrazia...</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi, come è ovvio, quanti ci fanno la morale hanno i loro patrimoni personali e le loro aziende sapientemente distribuiti tra Olanda, Regno Unito e paradisi fiscali vari, ma <b>l'importante è fare propria la fola che, se tutti pagassero le tasse, staremmo tutti meglio, senza riflettere molto su a chi si riferisca quel "tutti". Tutti quelli che quotidianamente ci vessano? Quelli che ci hanno ridotto a una banda di pagatori? Quelli che costringono i nostri figli ad emigrare perché qui da noi il lavoro sta progressivamente svanendo?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente - come mi capita spesso - mi sarà rivolta l'obiezione che sono ostile ad un disegno unitario europeo, ma non è assolutamente così. So bene che, negli assetti planetari contemporanei, è necessaria una solida massa critica per contare qualcosa, ma l'attuale costruzione europea non è altro che un'associazione a delinquere di taglio privatistico, riservata a una ristretta oligarchia finanziaria e ai politici che le reggono la coda, e dominata da una Germania che è priva di prospettive geopolitiche e geostrategiche, nonché timorosa di assumerle, per la sempiterna questione della colpa, di "quel passato che non vuole passare", che terrorizza più i tedeschi (che hanno da tempo paura di se stessi), che non gli altri popoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dal mio punto di vista, quindi, via dall'UE è una scelta di sopravvivenza, che il Regno Unito può permettersi perché conserva una visione strategica e ha saputo conservarsi una moneta nazionale, che è quello che precipuamente - oltre a un ben coltivato spirito isolano - rende possibile la sempre più imminente "fuga all'inglese".</div>
<div style="text-align: justify;">
Noi resteremo qui, a pagare sempre più tasse, le ville da 24 milioni di euro di certi ottimati, le borse Vuitton da parecchie migliaia di euro di signore molto poco femminili e buone per tutte le stagioni (purché non invernali...), nonché a sognare quando ci faranno entrare dalla porta principale all'interno del Quarto Reich. La risposta è semplice: mai! Al massimo - e accadrà presto - ci toccherà subire l'ennesimo <i>Gauleiter</i>, ovviamente attentissimo a fare gli interessi dei suoi padroni e preoccupato solo di trasferire nella <i>Vaterland </i>(sua) quel che resta della nostra industria. Quanto a noi, scopriremo che morire di povertà e di tassi non è necessariamente la migliore delle morti, e che il lavoro, specie se svolto SOLO per assolvere a imposizioni fiscali, non rende affatto liberi, anzi...</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Igodd_cX-v0/XfNbKcBv5bI/AAAAAAAAIdE/jbnrw7q7WqQpA-F1H6ESHj5clOpxuMk9gCLcBGAsYHQ/s1600/Elezioni%2BUK.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="303" height="219" src="https://1.bp.blogspot.com/-Igodd_cX-v0/XfNbKcBv5bI/AAAAAAAAIdE/jbnrw7q7WqQpA-F1H6ESHj5clOpxuMk9gCLcBGAsYHQ/s400/Elezioni%2BUK.jpg" width="400" /></a></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-3638601912884541052019-11-27T16:43:00.001+01:002019-11-27T16:46:41.208+01:00Un'idea per le prossime festività<div style="text-align: justify;">
L'ignoranza è certamente una delle merci più diffuse in Italia, nonché una su cui l'imposizione fiscale è minore, perché - nel caso fosse applicata - dimezzeremmo in fretta il debito pubblico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dilagano invece il tronfio "unovaleunismo" degli stolti, le rivendicazioni soddisfatte del "non ho mai letto un libro!" (guarda che non c'è bisogno che tu lo dica, si vede chiaramente...); le scuole frequentate alla mitica "università della vita"; le lauree prese su Internet (e si vedono anche quelle...).</div>
<div style="text-align: justify;">
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: politici (ed elettori...) fermi alla pre-alfabetizzazione arrogante; ponti e case che crollano; argini che non reggono; livello di formazione scolastica e universitaria da Quarto Mondo. Gli unici "ponti" che reggono ancora sono quelli per allungare i fine settimana e penso che quelli reggeranno saldamente anche in futuro, se non reggeranno anche di più, visto che i livelli di produttività continuano a scendere, nel soddisfacimento collettivo. Aziende intere vengono tenute in piedi anche se fallite, per evitare guai peggiori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sicuramente, su questo sfondo, "l'anno che verrà" è sempre peggiore del precedente, ma ci dicono che sarà migliore, visto che il nostro è il Paese "delle profezie che si auto-avverano", ovviamente a condizione che non vengano messe alla prova...</div>
<div style="text-align: justify;">
Avendo scelto, fin dai miei anni universitari, di voler fare deliberatamente il paria (l'Italia è un Paese che ha più caste dell'India, nel caso non ve ne foste accorti...), ho passato buona parte della mia vita a vivere di espedienti, grandi o piccoli che fossero, non potendo vantare uno <i>status</i> rispettato e conclamato. Mi è sempre piaciuto fare il "maverick", vale a dire la bestia non marchiata, al di fuori dei branchi (e delle greggi...), e così sono rimasto bestia, ma senza marchio. Non ci tenevo ad averlo, anche se me ne hanno appiccicati tanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho scritto alcuni libri, altri sono in cantiere, altri ancora in progetto, perché ho deciso che trascorrerò quest'ultima parte della mia vita a scrivere. Mi permetto perciò "un consiglio per gli acquisti" natalizi. Una copia del mio libro "<i>Storia della guerra dall'antichità al Novecento</i>" (Oaks Editrice, Milano 1998, 195 pagine, prezzo 18 euro, ma lo si trova anche a 15...).</div>
<div style="text-align: justify;">
Opera scritta da un non appartenente all'Accademia, ergo consustanzialmente "giornalistica" e amatoriale, "priva di apporti significativi" come quelli che invece si trovano nei volumoni degli storici veri. Essendo stato tutta la vita un "bastardo senza gloria" (del resto, nel caso in cui l'avessi maturata, me l'avrebbero tolta d'autorità) e non essendo invitato alle trasmissioni televisive e/o radiofoniche intese a promuovere le vendite di libri, mi faccio un po' di promozione da solo, anche se non è elegante. Ma faccio di necessità virtù.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro che promuovo qui è una sinteticissima storia della guerra dall'antichità greca a subito prima della Grande Guerra, scritta in maniera piana per cercare di interessare il lettore. Spera di riuscire a farlo e mi sembra giusto mettere alla prova qualche vostro parente o amico ricordandogli che "la guerra è la madre di tutte le cose" e, più presto ce ne accorgiamo, più tardi diventeremo prede di chi vuole impadronirsi non tanto delle nostre terre, ma delle nostre menti e dei nostri cuori. E ci sta brillantemente riuscendo. Non a caso, mantenendo fede a questa impostazione pseudo-pedagogica, uno dei miei prossimi libri sarà sulla "guerra ibrida".</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Q1Xw86P1_PU/Xd6YlMTZVaI/AAAAAAAAIcs/JyCRPDS2XQckECQU4I5Zoucg7NsLwwctACLcBGAsYHQ/s1600/AAAA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="277" data-original-width="182" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Q1Xw86P1_PU/Xd6YlMTZVaI/AAAAAAAAIcs/JyCRPDS2XQckECQU4I5Zoucg7NsLwwctACLcBGAsYHQ/s400/AAAA.jpg" width="262" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-42204045148635086282019-11-25T23:27:00.003+01:002019-11-25T23:29:11.906+01:00Vite a debito<span style="text-align: justify;">I "bencapitati" che sono riusciti a portare la pelle e l'auto a casa, sull'autostrada Savona - Torino, passando poco prima che il viadotto autostradale nei pressi di Altare (SV) venisse travolto da una frana sulla carreggiata in direzione Torino, hanno appena avuto tempo di tirare un lunghissimo sospiro di sollievo per la morte appena scampata, ma hanno altresì avuto la "piacevole" sorpresa di scoprire a proprie spese (letteralmente) che cosa vale la vita in Italia, Paese dove se ne esalta ad ogni piè sospinto il valore: siccome avevano comunque completato la tratta e non avevano neppure riportato danni all'auto, hanno dovuto pagare il pedaggio al casello, così hanno potuto scoprire che:</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1) FINZIONE (la sicurezza) e FUNZIONE (l'estorsione di fondi costosissimi a sudditi ormai diventati schiavi, onde farli pervenire in buona parte ai concessionari autostradali) sono la medesima cosa e la seconda ha ovviamente la prevalenza assoluta sulla prima.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2) Il rapporto con lo Stato e con i propri diritti di cittadinanza (o presunti tali) si esaurisce nel momento in cui hai pagato i tuoi oneri, i tuoi balzelli e le relative "corvées". Di tutto il resto - compreso se vivi o muori - allo Stato non può fregare assolutamente di meno. Sei un semplice suddito/schiavo. Paga e taci! E ricordati che questi soldi non ce li chiede neppure l'Europa: te li rubiamo direttamente noi...</div>
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<br /></div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-lY_Bic2LolA/XdxVMkXi24I/AAAAAAAAIcg/kNkoKyJTprQh9awt4IfBGYLqnRtGYGOpQCLcBGAsYHQ/s1600/viadotto%2BA6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="304" height="218" src="https://1.bp.blogspot.com/-lY_Bic2LolA/XdxVMkXi24I/AAAAAAAAIcg/kNkoKyJTprQh9awt4IfBGYLqnRtGYGOpQCLcBGAsYHQ/s400/viadotto%2BA6.jpg" width="400" /></a></div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-13296991578967787852019-11-21T17:52:00.001+01:002019-11-21T17:52:19.097+01:00La credibilità internazionale di un Paese e della sua classe dirigente<div style="text-align: justify;">
Nell'editoriale dell'ultimo numero di "Limes - Rivista italiana di geopolitica" (Ottobre 2019), significativamente intitolato <i>Il muro portante</i>, il direttore - Lucio Caracciolo - commenta un numero di qualità anche superiore alla media, già elevata, di tale rivista, parlando - tra le altre cose - del ruolo italiano nella fase storica attuale, successiva alla caduta del Muro di Berlino, e scrive, con tragico realismo:</div>
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<br /></div>
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"<i>Le correnti che agitano l'Europa e il mondo ci trascinano alla deriva, minacciando in prospettiva l'unità nazionale. Mentre la frattura nella continuità della classe politica e dirigente dopo il 1992 - morte e ibernazione della Prima Repubblica senza che ne sia mai nata un'altra - ci spinge a manovre inconsulte. Nulla di geopolitico nelle intenzioni: fare cassa. Molto nelle conseguenze, non solo economiche. Lasciamo così che russi, cinesi e americani si convincano in parallelo che noi li si voglia giocare con operazioni opache o dilettantesche, degne della migliore commedia all'italiana. Per vedere tutti insieme l'effetto che fa. I nostri interlocutori, per opposte ragioni, non ne sono divertiti. E ci fanno pagar dazio. Sopra e sotto il tavolo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Purtroppo quasi mai siamo in malafede. Anche se ai professionisti altrui, controvoglia assegnati a trattare con noi, pare incredibile. Il nostro primo impulso è sinceramente ecumenico e strettamente economico, condito da opportunismi minimi ai nostri occhi, miserabili agli altrui. Ci illudiamo di guadagnarne universale apprezzamento. Ma perché Stati che si rispettano dovrebbero degnare di attenzione chi, non rispettandosi, per qualche euro in più amerebbe stare con tutti? Salvo scoprire, tardi, di non stare con nessuno. Tantomeno con sé stesso".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Come "de profundis" non è male. Il mio suggerimento - da persona che ha viaggiato molto, anche tenendosi accuratamente lontano dai villaggi vacanze (peraltro anche lì mi dicono che non siamo particolarmente apprezzati) e frequentando luoghi istituzionali - è il seguente: astenetevi dalle amenità tipo "<i>Italians do it better</i>" e tendete bene le orecchie quando gli interlocutori parlano a cuore aperto del nostro Paese. Scoprirete tesori nascosti di stima, o quasi...</div>
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<br /></div>
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<b> Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Ww8HbPX91wI/XdbAMXq-CTI/AAAAAAAAIcI/hlEROYafRHUpVuYr2IYwcySJLFzwmxfrQCLcBGAsYHQ/s1600/Limes%2Bn.%2B10-2019.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="370" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Ww8HbPX91wI/XdbAMXq-CTI/AAAAAAAAIcI/hlEROYafRHUpVuYr2IYwcySJLFzwmxfrQCLcBGAsYHQ/s400/Limes%2Bn.%2B10-2019.jpg" width="282" /></a></div>
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</div>
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<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-32003874857487995802019-10-29T17:42:00.002+01:002019-10-29T17:43:32.541+01:00Il senso di un voto<br />
<div style="text-align: justify;">
L'editoriale che il professor Ernesto Galli della Loggia ha dedicato ai risultati delle elezioni regionali umbre sulle pagine del "Corriere della Sera" di oggi meriterebbe un'attenta analisi, specie a quanti - e sono incredibilmente numerosi, oltre che incredibilmente amatoriali... - pensano che il monitoraggio dell'informazione consista nel presentare ai rispettivi "capoccia", la mattina presto, le fotocopie degli articoli più rilevanti comparsi sulla stampa italiana, senza valutazione alcuna di contorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo denso articolo di fondo prende le mosse dai rapporti che è ormai necessario stabilire, a livello partitico, con l'elettorato di opinione, rapporti che sono sicuramente più importanti e urgenti in un'epoca post-ideologica, che pare possa essere diretta dalle iniziative capillari di sistemi di comunicazione ad hoc, ma ha pure bisogno di molto di più di tutto questo, perché è vero che oggi i consensi si ottengono in modo molto più facile di un tempo, ma è anche vero che sono consensi "liquidi", pronti a cambiare destinazione in fretta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Galli della Loggia cita, al riguardo, il paradigmatico esempio della liquidità post-ideologica grillina, che ha finito per approdare, nel giro di un quinquennio, al più totale e assoluto nullismo, perché è arrivata al governo in fretta, ma poi ha cercato di risolvere il suo rapporto con il mondo nel fin troppo mitico "uno vale uno", vale a dire in una straordinaria bugia inserita dentro una colossale panzana, che ne ha mostrato la più colossale inesistenza nei rapporti con la società civile e lo "Stato profondo", e lo ha portato ad assumere come "garante" una figura tutto men che adamantina e sicuramente eterodiretta come il professor Giuseppe Conte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il dramma è che, a fronte di avversari politici in totale liquefazione, il Centrodestra italiano, anche nella versione Destracentro che si dice possa prevalere, ha da opporre loro il medesimo nullismo e la medesima, totale liquidità "à la" Zygmunt Bauman.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si notano - è vero - i movimenti di posizionamento di coloro, e sono tanti, che tirano a una poltrona, una poltroncina o anche un semplice strapuntino, ma non c'è "grande politica", in tutto questo; c'è la solita e in fondo meschina "piccola politica" ispirata al semplice "cambio di glutei". Cosa potrà scaturire da tutto questo? Ovviamente NULLA, è la risposta fin troppo facile. E' una tragedia che ciò accada nel momento in cui la società italiana respinge con forza - come un "altro da sé" - l'accoppiata catto-comunista che l'ha ridotta progressivamente in povertà. Ma il problema è che gli attuali vincitori non hanno un PROGETTO per il futuro della società italiana, ammesso e non concesso che di averne uno interessi loro qualcosa. Pensano alle prossime elezioni, per vincerne una e perdere quella successiva, dopo aver fatto vedere "urbi et orbi" (anche nel senso di cecati...) quale sia la loro consistenza, politica e metapolitica. Questo è il vero dramma nazionale.</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-GzXbTkGoN48/Xbhr1_O4XKI/AAAAAAAAIb4/TyDgjuL3UlUyBa-uAUzdOOHdB4u50BJoQCLcBGAsYHQ/s1600/Salvini%2BMeloni%2B3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="540" height="177" src="https://1.bp.blogspot.com/-GzXbTkGoN48/Xbhr1_O4XKI/AAAAAAAAIb4/TyDgjuL3UlUyBa-uAUzdOOHdB4u50BJoQCLcBGAsYHQ/s400/Salvini%2BMeloni%2B3.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-65834766471454479782019-10-20T18:54:00.002+02:002019-10-20T23:32:49.093+02:00Recensione di Umberto Visani, "UFO: i casi perduti", Edizioni Segno, Udine 2019<div style="text-align: justify;">
Nell'ultimo biennio, anche a causa di testimonianze provenienti da fonti assolutamente accreditate, come la Marina degli Stati Uniti, il dibattito ufologico ha conosciuto un salto qualitativo notevole, quanto meno in molti Paesi, specialmente sotto il profilo di un approccio di tipo securitario, cioè preoccupato dell'incidenza che certi fenomeni - o quello che si è visto di essi - possono avere per la sicurezza nazionale.</div>
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Tale salto qualitativo non si è ancora ripetuto in Italia, ma questo lo si può agevolmente comprendere, dal momento che i nostri cieli sono solcati ormai da decenni solo da un altro tipo di oggetti volanti non identificati - i partiti politici - che sono sicuramente una minaccia per la nostra sicurezza individuale e collettiva, ma non vengono ancora percepiti come tali, sebbene ormai sia terribilmente tardi, per farlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Proseguendo nel suo certosino lavoro di ricercatore sul tema, mio figlio Umberto ha appena pubblicato un altro libro (<i>UFO: i casi perduti</i>, Edizioni Segno, Udine 2019, 166 pp., prezzo 16 euro), questa volta non dedicato, come i precedenti, ai casi più eclatanti della storia ufologica, bensì a circa 25 casi minori, ma degni - a suo modo di vedere - di essere tratti fuori dal dimenticatoio per tutta una serie di aspetti specifici, ai quali, per varie ragioni, in passato non è stata riservata adeguata attenzione e sui quali pare invece opportuno soffermarsi per cogliere più in profondità le varie sfaccettature della problematica ufologica, che è molto meno monolitica e prevedibile di quanto si vorrebbe far(ci) credere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con l'approccio scientifico e anodino che gli è proprio, Umberto si accosta - con grande cautela e nessun tipo di aprioristica creduloneria - a tematiche complesse, che purtroppo molto spesso vengono liquidate con una scrollata di spalle, bollando come "fideistici" determinati approcci non convenzionali e, al tempo stesso, dando prova di ritenere che l'approccio autoreferenzialmente "scientista", quello che nega tutto a priori, anche a fronte di solidi supporti probatori, non sia meno "fideista" di quelli che così impropriamente critica...</div>
<div style="text-align: justify;">
Un libro di sicuro interesse e agevole lettura, quindi, preoccupato soltanto di suscitare interrogativi in un mondo che - bontà sua - è già riuscito a trovare a tutto risposte, con i risultati "magnifici e progressivi" che sono sotto gli occhi di tutti coloro che non vogliono chiudere deliberatamente gli occhi o li hanno già definitivamente chiusi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un libro che insegna a dubitare, dunque a rompere la spessa e totalitaria coltre del "pensiero unico".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-g0ZksN2lLXs/XayRLJgJRcI/AAAAAAAAIbk/z45tLXUYRX8UgjwM5iFfbcEqS_MKakRPQCLcBGAsYHQ/s1600/UFO%2Bi%2Bcasi%2Bperduti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="364" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-g0ZksN2lLXs/XayRLJgJRcI/AAAAAAAAIbk/z45tLXUYRX8UgjwM5iFfbcEqS_MKakRPQCLcBGAsYHQ/s400/UFO%2Bi%2Bcasi%2Bperduti.jpg" width="283" /></a></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-32828103090670689912019-09-26T14:20:00.002+02:002019-09-27T11:00:34.323+02:00Lo Stato etico. Versione 4.0<div style="text-align: justify;">
Quando, fra il 1969 e il 1973, ero un giovane studente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, indirizzo Scienze Storiche, ero solito seguire con molta attenzione le lezioni di docenti che erano grandi nomi delle discipline storiche italiane dell'epoca: Alessandro Galante Garrone, Franco Venturi, Aldo Garosci. Tutti storici eminenti, dai quali spero di aver imparato molto a livello di metodo. La loro generale appartenenza alla Sinistra per me non era un problema: sono solito prima ascoltare e poi - se resta tempo - parlare...</div>
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Ricordo la generale deplorazione da essi riservata allo "Stato etico" gentiliano e alle parole severe riservate ad un assetto istituzionale che comprimeva pesantemente le libertà del singolo, per sottometterle ai voleri di un Leviatano che - di fatto - incarnava ovviamente le volontà di pochi.</div>
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Dopo il crollo del comunismo e la vittoria della democrazia liberale, non avrei mai pensato che l'approdo di quest'ultima sarebbe stato il più rigido dei totalitarismi, una nuova forma di "Stato etico" <b>in cui ai cittadini è consentito di fare tutto ciò che è ritenuto (da altri) buono per loro. Sorge a quel punto spontanea la domanda: "Da chi è ritenuto buono?" e le risposte sfumano, diventano più confuse e incerte.</b></div>
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<b> Non puoi fare questo, perché non ti fa bene. Non puoi fare quello, perché fa male al pianeta. Non puoi usare il denaro contante perché facilita l'evasione fiscale. Non puoi usare l'auto perché inquina (ma il SUV no, chissà come mai...?), e neppure l'aereo. Dunque scopri a tue spese </b><u style="font-weight: bold;">che il "migliore dei mondi possibili" è ciò che maggiormente somiglia a una galera o, al limite, a un riformatorio. Dunque, nel migliore dei casi, sei uno scavezzacollo, un corrigendo, uno non degno di stare al mondo perché non rispetta le regole. Chi le ha stabilite, le regole? E chi custodisce i nostri custodi? </u><span style="font-weight: bold;">Domande retoriche e oziose: è ovviamente il "bene comune", il "bene supremo", quello <u>su cui TUTTI sono d'accordo. Ma tutti chi, è come si è formato questo consenso? In base a quali meccanismi? In genere in base a meccanismi finto-plebiscitari, dove pochissimi decidono e gli altri si adeguano</u>, per non rischiare la riprovazione sociale o la morte civile o - più semplicemente - per mero conformismo o totale idiozia.</span></div>
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A questo tema, Dave Eggers ha dedicato un libro celeberrimo, <i>Il cerchio</i> (Milano 2017), ma a quanto pare, pur se tradotto anche in film, non pare aver scosso le coscienze, perché stiamo precipitando a tutta velocità nell'un tempo deploratissimo "Stato etico".</div>
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Su questo sfondo, noto con una certa soddisfazione che almeno qualcosa di utile si sta facendo strada, vale a dire il suicidio assistito. Così, ho la certezza che, se nessuna forma di resistenza si rivelerà in grado di <b>opporsi a questa assurda e iper-pervasiva forma di totalitarisma, potrò sempre chiedere, a questo benevolo "Grande Fratello", di concedermi il diritto alla "dolce morte", sempre che quest'ultimo non si sia preoccupato già prima - e io sono certo che lo farà - di procurarmela non appena possibile e neppure tanto dolce, se non altro perché, in base ai suoi irrinunciabili principi, ha già preso il solenne impegno di BATTERSI PER ME FINO ALLA MORTE, LA MIA... E, in effetti, come dargli torto? Che vita è questa, in un lager non più nazista o comunista, ma infine pienamente libertario, nel migliore dei mondi possibili, dove puoi fare tutto, a condizione che non sia vietato (e, sfortunatamente, sempre più cose sono vietate...)?</b></div>
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<b> Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-CIG-CRP3dOM/XYytG-a6eoI/AAAAAAAAIbU/A5ISPG6hGLUIt6nOpfoFtPWiRhRs6MPoQCLcBGAsYHQ/s1600/Stato%2Betico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="172" data-original-width="294" height="234" src="https://1.bp.blogspot.com/-CIG-CRP3dOM/XYytG-a6eoI/AAAAAAAAIbU/A5ISPG6hGLUIt6nOpfoFtPWiRhRs6MPoQCLcBGAsYHQ/s400/Stato%2Betico.jpg" width="400" /></a></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6722671103163300586.post-64532811662586843932019-09-26T10:10:00.002+02:002019-09-26T10:10:49.205+02:00Emilio Canevari, "Guerra! Lo Stato maggiore germanico da Federico il Grande a Hitler", a cura di Piero Visani, Oaks Editrice, Milano 2019<div style="text-align: justify;">
Lo studio della guerra è considerato un'attività alquanto "sospetta", in quest'epoca di irenismo diffuso. Come sempre accade, tuttavia, dietro le immagini tranquillizzanti si celano realtà che lo sono molto meno. E' vero, ad esempio, che la guerra classica, tradizionale, è destinata a risultare sempre meno utilizzata, dal momento che i costi che essa impone sono nettamente superiori ai vantaggi che può offrire. Ma, proprio a seguito di tale constatazione, negli ultimi decenni, a cavallo tra i due millenni, la concezione della guerra si è molto dilatata, ha assunto aspetti sempre più complessi e multiformi, ed è diventata più che mai "la continuazione della politica con altri mezzi", mezzi che a loro volta si sono fatti molto più complessi, articolati, sofisticati, confermando, oltre alla celebre massima clausewitziana testé citata, anche il meno noto ma non meno veritiero principio del grande pensatore prussiano per cui "la guerra è solcata in ogni direzione da forze morali".</div>
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Su questo sfondo, il libro del generale Emilio Canevari - una delle più brillanti menti militari italiane del periodo tra le due guerre mondiali - di cui ho curato la prefazione a questa riedizione (Oaks Editrice, Milano 2019, 240 pagine, prezzo 20 euro), rappresenta un modo semplice ma non semplicistito per acquisire alcune nozioni fondamentali sui principi fondamentali della guerra così come sono maturati in Germania nel periodo che va da Federico il Grande a Hitler.</div>
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Prevedibile la tentazione di considerarlo un libro per specialisti, mentre si tratta soprattutto di un sintetico compendio, scritto con notevole maestria e semplicità di linguaggio, su alcune figure fondamentali del pensiero militare germanico, analizzate in un'ottica ormai datata (quella del secondo conflitto mondiale), ma che ci consente comunque di vedere come "i fondamentali" della guerra rimangano tali, pur se le sue forme esteriori tendono significativamente a mutare.</div>
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Personalmente, sono convinto che la guerra accompagnerà sempre di più le nostre vite e - nelle sue forme di guerra ibrida, guerra mediatica, guerra economica e guerra informatica, per non citarne che alcune - lo sta facendo ogni giorno di più, anche se ai fautori del "pensiero unico", ovviamente irenista, fa molto comodo fare riferimento ad alcune geremiadi come le riflessioni sulla pace universale, senza peraltro specificarci: 1) che è quella che vogliono imporci a viva forza, pur se subdolamente; 2) che è una "pace eterna", nel senso che vogliono costringerci a vivere da morti e schiavi credendo - suprema illusione! - di essere vivi e liberi.</div>
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<b>Piero Visani</b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-dO2iYtayDkk/XYxx6u5t10I/AAAAAAAAIbI/sNg54YySRCIrYzjxBPP6Od7yHndhxi-FACLcBGAsYHQ/s1600/Canevari%2B2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="180" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-dO2iYtayDkk/XYxx6u5t10I/AAAAAAAAIbI/sNg54YySRCIrYzjxBPP6Od7yHndhxi-FACLcBGAsYHQ/s400/Canevari%2B2.jpg" width="256" /></a></div>
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Piero Visanihttp://www.blogger.com/profile/16022037506989218739noreply@blogger.com0