L'ignoranza è certamente una delle merci più diffuse in Italia, nonché una su cui l'imposizione fiscale è minore, perché - nel caso fosse applicata - dimezzeremmo in fretta il debito pubblico.
Dilagano invece il tronfio "unovaleunismo" degli stolti, le rivendicazioni soddisfatte del "non ho mai letto un libro!" (guarda che non c'è bisogno che tu lo dica, si vede chiaramente...); le scuole frequentate alla mitica "università della vita"; le lauree prese su Internet (e si vedono anche quelle...).
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: politici (ed elettori...) fermi alla pre-alfabetizzazione arrogante; ponti e case che crollano; argini che non reggono; livello di formazione scolastica e universitaria da Quarto Mondo. Gli unici "ponti" che reggono ancora sono quelli per allungare i fine settimana e penso che quelli reggeranno saldamente anche in futuro, se non reggeranno anche di più, visto che i livelli di produttività continuano a scendere, nel soddisfacimento collettivo. Aziende intere vengono tenute in piedi anche se fallite, per evitare guai peggiori.
Sicuramente, su questo sfondo, "l'anno che verrà" è sempre peggiore del precedente, ma ci dicono che sarà migliore, visto che il nostro è il Paese "delle profezie che si auto-avverano", ovviamente a condizione che non vengano messe alla prova...
Avendo scelto, fin dai miei anni universitari, di voler fare deliberatamente il paria (l'Italia è un Paese che ha più caste dell'India, nel caso non ve ne foste accorti...), ho passato buona parte della mia vita a vivere di espedienti, grandi o piccoli che fossero, non potendo vantare uno status rispettato e conclamato. Mi è sempre piaciuto fare il "maverick", vale a dire la bestia non marchiata, al di fuori dei branchi (e delle greggi...), e così sono rimasto bestia, ma senza marchio. Non ci tenevo ad averlo, anche se me ne hanno appiccicati tanti.
Ho scritto alcuni libri, altri sono in cantiere, altri ancora in progetto, perché ho deciso che trascorrerò quest'ultima parte della mia vita a scrivere. Mi permetto perciò "un consiglio per gli acquisti" natalizi. Una copia del mio libro "Storia della guerra dall'antichità al Novecento" (Oaks Editrice, Milano 1998, 195 pagine, prezzo 18 euro, ma lo si trova anche a 15...).
Opera scritta da un non appartenente all'Accademia, ergo consustanzialmente "giornalistica" e amatoriale, "priva di apporti significativi" come quelli che invece si trovano nei volumoni degli storici veri. Essendo stato tutta la vita un "bastardo senza gloria" (del resto, nel caso in cui l'avessi maturata, me l'avrebbero tolta d'autorità) e non essendo invitato alle trasmissioni televisive e/o radiofoniche intese a promuovere le vendite di libri, mi faccio un po' di promozione da solo, anche se non è elegante. Ma faccio di necessità virtù.
Il libro che promuovo qui è una sinteticissima storia della guerra dall'antichità greca a subito prima della Grande Guerra, scritta in maniera piana per cercare di interessare il lettore. Spera di riuscire a farlo e mi sembra giusto mettere alla prova qualche vostro parente o amico ricordandogli che "la guerra è la madre di tutte le cose" e, più presto ce ne accorgiamo, più tardi diventeremo prede di chi vuole impadronirsi non tanto delle nostre terre, ma delle nostre menti e dei nostri cuori. E ci sta brillantemente riuscendo. Non a caso, mantenendo fede a questa impostazione pseudo-pedagogica, uno dei miei prossimi libri sarà sulla "guerra ibrida".
Piero Visani