martedì 29 ottobre 2019

Il senso di un voto


L'editoriale che il professor Ernesto Galli della Loggia ha dedicato ai risultati delle elezioni regionali umbre sulle pagine del "Corriere della Sera" di oggi meriterebbe un'attenta analisi, specie a quanti - e sono incredibilmente numerosi, oltre che incredibilmente amatoriali... - pensano che il monitoraggio dell'informazione consista nel presentare ai rispettivi "capoccia", la mattina presto, le fotocopie degli articoli più rilevanti comparsi sulla stampa italiana, senza valutazione alcuna di contorno.
Questo denso articolo di fondo prende le mosse dai rapporti che è ormai necessario stabilire, a livello partitico, con l'elettorato di opinione, rapporti che sono sicuramente più importanti e urgenti in un'epoca post-ideologica, che pare possa essere diretta dalle iniziative capillari di sistemi di comunicazione ad hoc, ma ha pure bisogno di molto di più di tutto questo, perché è vero che oggi i consensi si ottengono in modo molto più facile di un tempo, ma è anche vero che sono consensi "liquidi", pronti a cambiare destinazione in fretta.
Galli della Loggia cita, al riguardo, il paradigmatico esempio della liquidità post-ideologica grillina, che ha finito per approdare, nel giro di un quinquennio, al più totale e assoluto nullismo, perché è arrivata al governo in fretta, ma poi ha cercato di risolvere il suo rapporto con il mondo nel fin troppo mitico "uno vale uno", vale a dire in una straordinaria bugia inserita dentro una colossale panzana, che ne ha mostrato la più colossale inesistenza nei rapporti con la società civile e lo "Stato profondo", e lo ha portato ad assumere come "garante" una figura tutto men che adamantina e sicuramente eterodiretta come il professor Giuseppe Conte.
Il dramma è che, a fronte di avversari politici in totale liquefazione, il Centrodestra italiano, anche nella versione Destracentro che si dice possa prevalere, ha da opporre loro il medesimo nullismo e la medesima, totale liquidità "à la" Zygmunt Bauman.
Si notano - è vero - i movimenti di posizionamento di coloro, e sono tanti, che tirano a una poltrona, una poltroncina o anche un semplice strapuntino, ma non c'è "grande politica", in tutto questo; c'è la solita e in fondo meschina "piccola politica" ispirata al semplice "cambio di glutei". Cosa potrà scaturire da tutto questo? Ovviamente NULLA, è la risposta fin troppo facile. E' una tragedia che ciò accada nel momento in cui la società italiana respinge con forza - come un "altro da sé" - l'accoppiata catto-comunista che l'ha ridotta progressivamente in povertà. Ma il problema è che gli attuali vincitori non hanno un PROGETTO per il futuro della società italiana, ammesso e non concesso che di averne uno interessi loro qualcosa. Pensano alle prossime elezioni, per vincerne una e perdere quella successiva, dopo aver fatto vedere "urbi et orbi" (anche nel senso di cecati...) quale sia la loro consistenza, politica e metapolitica. Questo è il vero dramma nazionale.

                                                                       Piero Visani



domenica 20 ottobre 2019

Recensione di Umberto Visani, "UFO: i casi perduti", Edizioni Segno, Udine 2019

       Nell'ultimo biennio, anche a causa di testimonianze provenienti da fonti assolutamente accreditate, come la Marina degli Stati Uniti, il dibattito ufologico ha conosciuto un salto qualitativo notevole, quanto meno in molti Paesi, specialmente sotto il profilo di un approccio di tipo securitario, cioè preoccupato dell'incidenza che certi fenomeni - o quello che si è visto di essi - possono avere per la sicurezza nazionale.
       Tale salto qualitativo non si è ancora ripetuto in Italia, ma questo lo si può agevolmente comprendere, dal momento che i nostri cieli sono solcati ormai da decenni solo da un altro tipo di oggetti volanti non identificati - i partiti politici - che sono sicuramente una minaccia per la nostra sicurezza individuale e collettiva, ma non vengono ancora percepiti come tali, sebbene ormai sia terribilmente tardi, per farlo.
       Proseguendo nel suo certosino lavoro di ricercatore sul tema, mio figlio Umberto ha appena pubblicato un altro libro (UFO: i casi perduti, Edizioni Segno, Udine 2019, 166 pp., prezzo 16 euro), questa volta non dedicato, come i precedenti, ai casi più eclatanti della storia ufologica, bensì a circa 25 casi minori, ma degni - a suo modo di vedere - di essere tratti fuori dal dimenticatoio per tutta una serie di aspetti specifici, ai quali, per varie ragioni, in passato non è stata riservata adeguata attenzione e sui quali pare invece opportuno soffermarsi per cogliere più in profondità le varie sfaccettature della problematica ufologica, che è molto meno monolitica e prevedibile di quanto si vorrebbe far(ci) credere.
       Con l'approccio scientifico e anodino che gli è proprio, Umberto si accosta - con grande cautela e nessun tipo di aprioristica creduloneria - a tematiche complesse, che purtroppo molto spesso vengono liquidate con una scrollata di spalle, bollando come "fideistici" determinati approcci non convenzionali e, al tempo stesso, dando prova di ritenere che l'approccio autoreferenzialmente "scientista", quello che nega tutto a priori, anche a fronte di solidi supporti probatori, non sia meno "fideista" di quelli che così impropriamente critica...
       Un libro di sicuro interesse e agevole lettura, quindi, preoccupato soltanto di suscitare interrogativi in un mondo che - bontà sua - è già riuscito a trovare a tutto risposte, con i risultati "magnifici e progressivi" che sono sotto gli occhi di tutti coloro che non vogliono chiudere deliberatamente gli occhi o li hanno già definitivamente chiusi.
       Un libro che insegna a dubitare, dunque a rompere la spessa e totalitaria coltre del "pensiero unico".

                   Piero Visani