giovedì 29 agosto 2019

La guerra Zulù (1879) - Minibibliografia iniziale

In lingua italiana:

KNIGHT, Ian e CASTLE, Ian, La guerra Zulù 1879. Il tramonto di una nazione guerriera, trad. it., Osprey Publishing - Edizioni del Prado, Madrid 1998.

KNIGHT, Ian, Rorke's Drift 1879. Come topi in trappola, trad. it., Osprey Publishing - Edizioni del Prado, Madrid 1999.


In lingua inglese:

DAVID, Saul, Zulu. The Heroism and Tragedy of the Zulu War of 1879, Penguin Books, London 2005.

KNIGHT, Ian, Rorke's Drift 1879. 'Pinned like rats in a hole, Osprey Publishing, London 1996.

KNIGHT, Ian, Isandlwana 1879. The great Zulu victory, Osprey Publishing, Oxford 2002.

KNIGHT, Ian, Zulu Rising. The epic story of Isandlwana and Rorke's Drift, Pan Books, London 2011.

RABY, Paul, Zulu. The Truth Behind the Film, York Publishing Services, York 2009.


                                                       Piero Visani









mercoledì 28 agosto 2019

Consigli di lettura

       E' un volume molto corposo (1.030 pagine), ma esistono anche sintesi del medesimo atte a venire incontro alle capacità intellettuali medie dell'universo politico di centrodestra (e non solo...). Inoltre è concepito pure in forma schematica, utile dunque ad essere "bignamizzato" da qualche soggetto di buona volontà...
        Sto parlando del ponderoso saggio di Hervé Coutau-Bégarie, Traité de stratégie, Economica, 3a edizione, Parigi, 1999. Il costo è notevole, ma, facendo un leasing o attingendo a fondi neri...
        La lettura, per quanto complessa, è molto utile onde evitare di fare errori "bestiali" e insegna pure una serie di metodi onde evitare di basarsi sull'improvvisazione o sulle tattiche di corto e cortissimo respiro, che spesso inducono a commettere errori madornali e a regalare l'iniziativa al nemico.
          Dal momento che leggo molto spesso, di recente, che i colti raramente sono intelligenti, posso certamente sostenere che, i non colti, magari sono intelligentissimi, ma il vero, grande problema, per costoro, è comprendere davvero - sempre e comunque - de qua agitur. E molto raramente accade...

                        Piero Visani





martedì 27 agosto 2019

Maurassiana

       Il "Paese reale" non è il "Paese legale", ma - soprattutto - nemmeno viceversa. Una delle peculiarità più evidenti della democrazia totalitaria è che, ad onta dei proclami, dei programmi e di mille altre facezie NON a costo zero, i rappresentanti contano molto, moltissimo, e i rappresentati contano nulla. Da ciò deriva la totale, assoluta, completa inutilità di votare e tanto più di votare gente che, nel peggiore dei casi, farà tutto e il contrario di tutto, con sovrana disinvoltura, e, nel migliore, non farà niente perché non saprà da che parte cominciare o comincerà la guerra precedente perché nulla conosce (e capisce) di quelle future.
       Questo l'aureo risultato di affidarsi ai "capitani" e alle "bestie" che li consigliano.

                             Piero Visani



lunedì 26 agosto 2019

Letture clausewitziane

       Invecchiando, mi è presa un'ansia di leggere di tutto e di più, prima che sia troppo tardi... In questo periodo sono in fase clausewitziana, che nel mio caso è di riletture. Per prima cosa, il fondamentale saggio di Raymond Aron, Penser la guerre, Gallimard, Parigi, 1976, 2 voll.
       Per seconda cosa, il godibilissimo studio di Gian Enrico Rusconi, Clausewitz, il prussiano. La politica della guerra nell'equilibrio europeo, Einaudi, Torino, 1999, che compie il non facile tentativo di inserire l'evoluzione dottrinale del grande pensatore prussiano all'interno del tempo in cui visse e delle problematiche che lo caratterizzarono. Il libro di Rusconi, per di più, è scritto in uno stile piano e leggibile, che ne facilita grandemente la comprensione, oltre ad essere documentatissimo.

                            Piero Visani



giovedì 15 agosto 2019

Accostamenti (a mio giudizio) impropri

        Mai come quest'anno l'anniversario della nascita di Napoleone Buonaparte - Ajaccio (Corsica), 15 agosto 1769 - è stato oggetto di commemorazioni e accostamenti con il populismo europeo. Nulla di illegittimo, ovviamente, a parte le consuete geremiadi sul populismo, il "valore" della democrazia e via banalizzando, anche perché - se oggi non reciti la koiné del pensiero unico dominante - non pubblichi.
       Scarse e modeste, in genere, le riflessioni sulla natura del fenomeno e pressoché inesistenti le considerazioni sulla personalità, il carattere, la non modesta cultura, il decisionismo e il senso della velocità del Grande Corso, uomo che i suoi soldati avevano soprannominato "le petit caporal", ma che - in ordine rigorosamente gerarchico - valeva infinitamente di più di "capitani", "colonnelli", "generali" e "marescialli", di oggi e di sempre...
       Perché, alla fine, quello che conta davvero sono le singole individualità, sono queste ultime che fanno la Storia, e tanto sono più grandi e più hanno voglia di rischiare, tanto più riescono a plasmarla.
      E' vero, Napoleone non era immune da difetti anche grandi, ma era una personalità gigantesca, che chiunque lo avesse conosciuto, anche i suoi più acerrimi nemici, non poteva non notare. Aveva saputo rivoluzionare l'arte della guerra sulla base di un principio modernissimo, quello di essere sempre più veloci degli altri (perché la velocità resta sempre la più indiscutibile essenza della modernità), e aveva saputo rivoluzionare la politica, fungendo da straordinario acceleratore della Storia.
      Gli accostamenti con i modesti figuranti cui oggi vengono attribuiti gradi da ufficialità inferiore (il loro giusto posizionamento gerarchico, peraltro), talvolta dotati di qualche modesta capacità tattica ma del tutto privi di visioni strategiche di largo respiro, sono impropri al punto da consentire serenamente il ricorso all'appellativo che l'Imperatore era solito usare ad abundantiam con tutti coloro che disprezzava (ed erano legioni...) e che proferiva come un intercalare nell'amata lingua italiana delle sue origini: "Coglione, coglione!!".

                         Piero Visani