giovedì 15 agosto 2019

Accostamenti (a mio giudizio) impropri

        Mai come quest'anno l'anniversario della nascita di Napoleone Buonaparte - Ajaccio (Corsica), 15 agosto 1769 - è stato oggetto di commemorazioni e accostamenti con il populismo europeo. Nulla di illegittimo, ovviamente, a parte le consuete geremiadi sul populismo, il "valore" della democrazia e via banalizzando, anche perché - se oggi non reciti la koiné del pensiero unico dominante - non pubblichi.
       Scarse e modeste, in genere, le riflessioni sulla natura del fenomeno e pressoché inesistenti le considerazioni sulla personalità, il carattere, la non modesta cultura, il decisionismo e il senso della velocità del Grande Corso, uomo che i suoi soldati avevano soprannominato "le petit caporal", ma che - in ordine rigorosamente gerarchico - valeva infinitamente di più di "capitani", "colonnelli", "generali" e "marescialli", di oggi e di sempre...
       Perché, alla fine, quello che conta davvero sono le singole individualità, sono queste ultime che fanno la Storia, e tanto sono più grandi e più hanno voglia di rischiare, tanto più riescono a plasmarla.
      E' vero, Napoleone non era immune da difetti anche grandi, ma era una personalità gigantesca, che chiunque lo avesse conosciuto, anche i suoi più acerrimi nemici, non poteva non notare. Aveva saputo rivoluzionare l'arte della guerra sulla base di un principio modernissimo, quello di essere sempre più veloci degli altri (perché la velocità resta sempre la più indiscutibile essenza della modernità), e aveva saputo rivoluzionare la politica, fungendo da straordinario acceleratore della Storia.
      Gli accostamenti con i modesti figuranti cui oggi vengono attribuiti gradi da ufficialità inferiore (il loro giusto posizionamento gerarchico, peraltro), talvolta dotati di qualche modesta capacità tattica ma del tutto privi di visioni strategiche di largo respiro, sono impropri al punto da consentire serenamente il ricorso all'appellativo che l'Imperatore era solito usare ad abundantiam con tutti coloro che disprezzava (ed erano legioni...) e che proferiva come un intercalare nell'amata lingua italiana delle sue origini: "Coglione, coglione!!".

                         Piero Visani






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