domenica 20 ottobre 2019

Recensione di Umberto Visani, "UFO: i casi perduti", Edizioni Segno, Udine 2019

       Nell'ultimo biennio, anche a causa di testimonianze provenienti da fonti assolutamente accreditate, come la Marina degli Stati Uniti, il dibattito ufologico ha conosciuto un salto qualitativo notevole, quanto meno in molti Paesi, specialmente sotto il profilo di un approccio di tipo securitario, cioè preoccupato dell'incidenza che certi fenomeni - o quello che si è visto di essi - possono avere per la sicurezza nazionale.
       Tale salto qualitativo non si è ancora ripetuto in Italia, ma questo lo si può agevolmente comprendere, dal momento che i nostri cieli sono solcati ormai da decenni solo da un altro tipo di oggetti volanti non identificati - i partiti politici - che sono sicuramente una minaccia per la nostra sicurezza individuale e collettiva, ma non vengono ancora percepiti come tali, sebbene ormai sia terribilmente tardi, per farlo.
       Proseguendo nel suo certosino lavoro di ricercatore sul tema, mio figlio Umberto ha appena pubblicato un altro libro (UFO: i casi perduti, Edizioni Segno, Udine 2019, 166 pp., prezzo 16 euro), questa volta non dedicato, come i precedenti, ai casi più eclatanti della storia ufologica, bensì a circa 25 casi minori, ma degni - a suo modo di vedere - di essere tratti fuori dal dimenticatoio per tutta una serie di aspetti specifici, ai quali, per varie ragioni, in passato non è stata riservata adeguata attenzione e sui quali pare invece opportuno soffermarsi per cogliere più in profondità le varie sfaccettature della problematica ufologica, che è molto meno monolitica e prevedibile di quanto si vorrebbe far(ci) credere.
       Con l'approccio scientifico e anodino che gli è proprio, Umberto si accosta - con grande cautela e nessun tipo di aprioristica creduloneria - a tematiche complesse, che purtroppo molto spesso vengono liquidate con una scrollata di spalle, bollando come "fideistici" determinati approcci non convenzionali e, al tempo stesso, dando prova di ritenere che l'approccio autoreferenzialmente "scientista", quello che nega tutto a priori, anche a fronte di solidi supporti probatori, non sia meno "fideista" di quelli che così impropriamente critica...
       Un libro di sicuro interesse e agevole lettura, quindi, preoccupato soltanto di suscitare interrogativi in un mondo che - bontà sua - è già riuscito a trovare a tutto risposte, con i risultati "magnifici e progressivi" che sono sotto gli occhi di tutti coloro che non vogliono chiudere deliberatamente gli occhi o li hanno già definitivamente chiusi.
       Un libro che insegna a dubitare, dunque a rompere la spessa e totalitaria coltre del "pensiero unico".

                   Piero Visani



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